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Fiorentina in crisi di identità come il suo giovane alfiere: così non si va lontano. Caso Icardi: la società pecca ma sono gli allenatori ad avere le maggiori responsabilità

Fiorentina in crisi di identità come il suo giovane alfiere: così non si va lontano. Caso Icardi: la società pecca ma sono gli allenatori ad avere le maggiori responsabilitàTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 18 ottobre 2016, 00:002016
di Alberto Di Chiara
Nato a Roma, ha vestito le maglie di Parma, Fiorentina, Lecce, Perugia, Reggiana, Roma e Nazionale italiana. Ha vinto una Coppa Italia con la Roma e una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA e una Coppa Italia, tutte col Parma.

Domenica ero a vedere Fiorentina-Atalanta al Franchi. Calcio d'inizio ore 12.30. Orario assurdo, ma ormai i calendari e gli orari sono nelle mani del potere televisivo e questo è un dato di fatto. L'unico lato positivo, visto l'orario, è stato che ancora non avendo pranzato, non ho corso il rischio di avere una indigestione dovuto allo spettacolo deprimente che ho avuto modo di assistere. Contro una buona Atalanta i viola stanno continuando ancora a mostrare tutti i limiti che si stanno trascinando dalla fine del girone di andata dello scorso campionato, con la differenza che ora anche gli interpreti più autorevoli, insomma quelli che hanno retto la baracca fin'ora, tipo Borja Valero , Badelj, Kalinic, Ilicic sono in cattive condizioni fisiche. Si aspetta ormai da troppo tempo il salto di qualità di Bernardeschi, fin qui troppo incensato e caricato di responsabilità senza ancora dimostrare qualcosa di veramente importante, senza un ruolo ben definito, sembra anche quando è in campo un giocatore alla ricerca di sé stesso, che si arrovella in uno contro uno con gli avversari, rimanendo però inconcludente in fase offensiva e poco utile in quella difensiva.

La responsabilità dell'allenatore c'è tutta, su questo non ci piove, ma anche Federico deve tirare fuori un po di personalità per riprendersi quella fiducia verso se stesso che mi pare abbia un po' smarrito per strada: non può essere identificato per sempre come un giocatore senza un ruolo, a 22 anni si è giovani, è vero, ma nel calcio non si è più giovanissimi, quindi sarebbe ora che si svegli un pochino. Squadra lenta, di conseguenza prevedibile, a corto di idee, poco brillanti e reattivi fisicamente. Questa è la radiografia dello stato attuale della Fiorentina che deve ritrovare condizione e fiducia a cominciare dal suo allenatore che sembra non avere più come prima le redini di una squadra vuota e molle. Ma Fiorentina-Atalanta è purtroppo lo specchio di un campionato scadente sotto ogni forma. Poca qualità abbinata ad una scarsa personalità da parte degli interpreti in campo: se poi il tutto viene condito con una classe dirigente a dir poco discutibile sia a livello federale che di club, ecco quello che ci tocca assistere.

Parlare di Inter poi in questo momento è come sparare sulla croce rossa. Al di là della gestione tecnica, che però è spesso conseguenza di una cattiva gestione societaria, mi chiedo come si faccia a caricare di responsabilità eccessive un giocatore come Icardi. Mi spiego meglio: l'argentino è nel panorama calcistico attuale è un fior fiore di attaccante, ma per essere un leader di uno spogliatoio, per di più prestigioso come quello dell'Inter, occorrono oltre a doti tecniche anche doti morali, mischiate ad una lunga esperienza, per pensare di consegnargli una fascia di capitano cosi piena di responsabilità. Ora che Icardi non possa incarnare tutto ciò, non ci vuole un genio a capirlo. Quindi mi chiedo come ci si possa meravigliare se la società debba gestire poi situazioni paradossali come quella di Wanda Nara o quella della biografia di un giocatore di appena 23 anni... La colpa è sì della società ma anche degli allenatori, a cominciare da Mancini: solo loro che hanno in mano la gestione dello spogliatoio e sono loro in primis che hanno dato ad Icardi il ruolo di leader che prima era appartenuto a giocatori ma soprattutto a uomini del calibro di Facchetti, Mazzola, Bergomi, Zanetti tanto per citarne alcuni. Sta diventando un calcio, il nostro, sempre più privo di valori tecnici apprezzabili, non tiriamo più fuori talenti italiani dai settori giovanili, si sono persi valori importanti all'interno dello spogliatoio, la classe dirigente non ha credibilità. Bisogna ricostruire altrimenti anche la Nazionale anche dopo "la Macedonia" sta dimostrando di essere arrivata alla frutta tanto per fare una battuta. Ma secondo me, se si continua così, non si arriva nemmeno al caffè.