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Juve, il pari di ieri un'amara consolazione: siamo diventati l'Italrugby. Roma, bandiere ammainate. Dopo Totti, non può toccare a Conti

Juve, il pari di ieri un'amara consolazione: siamo diventati l'Italrugby. Roma, bandiere ammainate. Dopo Totti, non può toccare a ContiTUTTO mercato WEB
giovedì 25 febbraio 2016, 00:002016
di Alberto Di Chiara
Nato a Roma, ha vestito le maglie di Parma, Fiorentina, Lecce, Perugia, Reggiana, Roma e Nazionale italiana. Ha vinto una Coppa Italia con la Roma e una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA e una Coppa Italia, tutte col Parma.

Semmai ce ne fosse stato bisogno, le partite di Champions disputate da Roma e Juventus, in attesa dei responsi dell'Europa League, hanno dimostrato che il nostro calcio arranca dietro allo strapotere tecnico e organizzativo delle corazzate europee. Le italiane non hanno sfigurato affatto di fronte alle loro grandi avversarie, hanno combattuto con tenacia e spirito per limitare i danni, qui sta il punto. È' ormai da anni che la Serie A non è il campionato con le squadre da battere e da temere. Siamo diventati, da protagonisti assoluti, degli sfidanti, coloro che tentano l'impresa. Ormai è una realtà. La Roma perde 2-0 in casa e ci si consola con il fatto di aver disputato una buona prestazione. La Juve viene presa a pallonate per un'ora, poi riesce grazie alla sua tenacia a recuperare una partita che sembrava persa, raggranellando percentuale di speranza per la partita di ritorno e tutti sono contenti. Siamo diventati come la nazionale di rugby. Tra le grandi siamo tra le ultime. Ci si accontenta di non prendere il cucchiaio di legno o ci si esalta per aver perso con un risultato non tennistico. Insomma siamo stati relegati al ruolo di partecipanti. Ci sediamo al tavolo dei grandi con la consapevolezza che il boccone del re non può toccare a noi.

Ma veniamo al caso Totti. Bandiere al tramonto. Polemiche e situazioni mal gestite, hanno creato malintesi e malcontento. C'è' di mezzo l'orgoglio, il passato, il presente e il futuro di uno dei più grandi calciatori della storia giallorossa. Ora, non mi inoltrerò in congetture e considerazioni su quello che è successo tra lui e Spalletti, in questi casi come si parla si sbaglia. Non mi schiero con nessuno perché non ci sono e non devono esistere schieramenti in casi come questo. E cominciano ad apparire come funghi offerte stratosferiche per il capitano vere o presunte, da ogni lido, arabi, cinesi, il Leicester del "romano" Claudio Ranieri. Addirittura un'offerta, con tanto di lettera aperta da parte del presidente Pier Luigi Berruti, affinché la sua carriera agonistica nel Trastevere (ex Smit), squadra dove Francesco aveva cominciato, pur di non farlo andare via dalla sua Roma. Pare che comunque le intenzioni della società, nel nome del suo presidente Pallotta, in accordo col giocatore, siano quelle di rinnovare per un altro anno agonistico, una sorta di stagione di saluti in stile Kobe Bryant, molto americano e quindi molto stuzzicante per un presidente a stelle e strisce come Pallotta. Nella Roma poi c'è un altro contratto in scadenza, quello di un altro mito giallorosso, Bruno Conti (MaraZico). Si vocifera anche di un suo presunto addio. Speriamo di no. Alla Roma romanista far digerire la eventuale perdita di due icone come Totti e Bruno Conti sarebbe veramente arduo da sopportare.