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Buffon apre la crisi Juve: analisi a 360 gradi. Resta il campionato più bello di sempre. Roma e Napoli ci credono, Fiorentina e Inter aspettano. E poi gli allenatori in bilico...

Buffon apre la crisi Juve: analisi a 360 gradi. Resta il campionato più bello di sempre. Roma e Napoli ci credono, Fiorentina e Inter aspettano. E poi gli allenatori in bilico...TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 29 ottobre 2015, 07:562015
di Luca Marchetti
Nato a Terni il 6 maggio 1976, lavora a Sky come vice caporedattore e si occupa del coordinamento del telegiornale. Tra i volti più conosciuti del calciomercato per l'emittente di Rupert Murdoch.

E' decisamente il campionato più incerto che potevamo immaginare. Quattro squadre in due punti. E probabilmente questa incertezza è resa ancor più interessante dal ritardo ormai diventato pesante, della Juventus. Chi aveva dominato negli ultimi anni ora non riesce ad ingranare la quarta. Anzi di quarta è arrivata la sconfitta in campionato. Impensabile anche quest'estate, nonostante la Juve abbia deciso di chiudere un ciclo e di riaprirne un altro. Non c'è stato alcun errore di valutazione, nessun rischio eccessivo. Questa stagione non sta girando. Allegri e Buffon hanno parlato di mentalità, di eccessivo nervosismo, di umiltà da recuperare. Uno spirito Juve che è venuto a mancare in questo avvio di campionato. Sembra quasi che i bianconeri abbiano ansia da prestazione: la troppa foga di dimostrare che la Juve non è questa che stiamo vedendo porta però a un circolo vizioso. Da cui non riesce ad uscire.
Possiamo discutere fino alla noia sulle responsabilità di Allegri, su quelle del mercato, sulle colpe della squadra. Sugli episodi, sugli arbitri. E siamo sicuri che le analisi in casa Juventus sono serie e approfondite. Hanno parlato in molti in questi giorni: dal presidente Agnelli fino a tutti i tifosi. E ognuno ha individuato un motivo plausibile per cui in questo momento la Juve è a -11.
In tutta sincerità non sembra che Allegri sia in confusione, anzi. Le analisi fatte, anche a caldo, sono sempre lucide. Va dritto all'obiettivo: forse però in questo momento le difficoltà non aiutano a far passare i concetti. La squadra (che comunque è cambiata molto, soprattutto in mezzo al campo e in attacco) non riesce ad assimilare non solo i concetti di Allegri ma anche quelli a cui fa riferimento Buffon e a cui già in passato anche gli altri senatori avevano fatto riferimento.
L'analisi del momento nero della Juventus va fatto con calma, cercando di andare in profondità e non basta certo una breve chiacchierata per avere la presunzione di risolvere (o di capire) la situazione. Di sicuro non è da ora che si parla delle problematiche bianconere e se ne continuerà a parlare a lungo. La faccia di Allegri nelle interviste la dice lunga sui pensieri dell'allenatore juventino. Ora la rincorsa è dura, paradossalmente il girone di Champions che sembrava proibitivo è quello che invece può regalare più soddisfazioni: a patto di non perdere la testa. Le parole di Buffon sono molto forti, aprono un momento di profonda crisi e mettono alla luce il pensiero dei senatori: "la fase di rinnovamento poteva reggere fino a 4 domeniche fa, quando però rientrano tanti giocatori, non puoi fallire un tempo come stasera. Abbiamo una rosa con tanti giocatori validi, ma non abbiamo vinto un contrasto, abbiamo perso tutti i duelli aerei, non riuscivamo a far tre passaggi consecutivi. Non puoi pensare o mettere la lente di ingrandimento su un solo reparto. Le mancanze sono di tutti. Sono molto pratico, penso che siamo quattordicesimo e pensiamo al tredicesimo posto." Forse questa è l'unica medicina.
E il fatto che la Juve stenti lascia spazio a tutte le altre. Anzi forse la sconfitta della Juventus toglie smalto a una Roma che sembra realmente essersi ritrovata, dopo aver sbrigato la partita con l'Udinese in 9 minuti. O come la favola di Sarri a Napoli che si trova lassù dove tutti i tifosi avrebbero sperato e non avrebbero immaginato dopo un avvio stentato.

La forza del Napoli è nell'attacco, senza dubbio. Ma non è da sottovalutare che la tenuta difensiva (che lo scorso anno sembra il vero tallone d'Achille degli azzurri) ora è solidissima. A Roma ora tutto riesce facile e anche a Roma hanno passato delle settimane di passione, addirittura con Garcia messo in discussione per alcune scelte non condivise. In questo momento sembrano avere il favore del vento. E si respira entusiasmo a tinte azzurre e giallorosse. Un passo indietro Fiorentina e Inter. I Sousa-boys si divertono e vincono. Senza i favori del pronostico sembrano giocare con la testa libera. E sembrano non fare fatica. Quella che fa l'Inter, cinica come non mai. Ma che rimane in scia scudetto. Una bella partita verità sarà proprio quella di sabato prossimo: l'esame proprio con la Roma ci dirà se l'Inter già da subito può pensare concretamente allo scudetto. L'esame di laurea, chiamatelo come volete. Ma vale per tutti e due.
Per questo è un campionato divertente. Bello. Pieno di spunti. Mai come quest'anno ci divertiamo a tutte le latitudini. Anche se per esempio a Napoli qualche malumore comincia a serpeggiare fra chi non riesce ad imporsi nella formazione titolare, e non solo: Sarri vuole le scuse di Insigne ai suoi compagni per il broncio della sostituzione. Mertens segna ed esulta rabbioso. Ma le vittorie aiutano a ritrovare il sorriso. E Sarri ha ridato un anima alla squadra. Un'identità precisa e una consapevolezza che cresce giornata dopo giornata. Quello che sta mancando al Milan. Servivano due vittorie a Mihajlovic per dare un senso diverso al pareggio con il Torino. Si era detto che con due vittorie Sinisa avrebbe puntellato la panchina. Le due vittorie sono arrivate ma sono arrivate grazie al cuore più che al gioco. La cosa positiva è che il gruppo è totalmente con l'allenatore. Quella negativa è che se il peggio è passato non è ancora sereno sopra Milanello.
Capitolo allenatori: saltato Delio Rossi, arriva Donadoni (che evidentemente ama le sfide difficili!) resiste ancora Mandorlini nonostante la sconfitta contro la Fiorentina. Decisiva la partita contro il Carpi di domenica. O dentro o fuori: l'ultimo posto in classifica pesa eccome.