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Conte, l'onore delle armi. Juventini: l'acciuga può allenare? Inzaghi: a Pippo il testimone di Conte. Ranocchia e la fascia: WM è d'accordo? Ischia: un esempio

Conte, l'onore delle armi. Juventini: l'acciuga può allenare? Inzaghi: a Pippo il testimone di Conte. Ranocchia e la fascia: WM è d'accordo? Ischia: un esempioTUTTO mercato WEB
sabato 19 luglio 2014, 00:002014
di Mauro Suma

Le cose si vedono. E la fretta di ripulire la fedina sportiva di Max Allegri per farlo digerire il prima possibile ai tifosi bianconeri, non è una buona cosa. Con tutte le aperture di credito cui Allegri ha comunque diritto, prima, se permettete, lui, Antonio Conte. Merita di essere considerato per quello che è: una persona vera, tutta d'un pezzo, non costruita. Antonio si sfibra, Antonio si sfoga, Antonio si spende. Lo scrivo da avversario: se un uomo di calcio ha la forza di essere fedele ai propri principi e al proprio carattere alla Juventus come al Bari, merita tutto pieno e tutto intero l'onore delle armi. Certo che Conte esagera, certo che Conte strumentalizza. Ma lo fa perchè il calcio gli scoppia nel petto e finchè non si libera del tarlo, non è sereno. La juventinità che Antonio lascia in eredità a tutto il Club è diversa da quella che ha trovato. Il complesso di superiorità è diventato orgoglio, l'abitudine è diventata fede. L'espressione di Conte al momento dei saluti a Juve Channel, dice tutto. Parlo ma soffro. Comunico ma vivo. Il nostro calcio, agonizzante dopo l'ultima finale di coppa Italia, ha bisogno di persone che lo amino e che ne soffrano. Persone che amano la propria famiglia e che sanno essere ugualmente sorridenti e ferme con il proprio gruppo di lavoro. Dopo tante polemiche e dopo tanti sorrisini provenienti da un comune amico ("Ti saluta il tuo amico Conte..."), l'onore delle armi non è solo una liberazione. E' soprattutto un piacere.

Carlo Ancelotti e Massimiliano Allegri sono molto diversi fra loro. Per carattere, per storia sul campo, per storia in panchina. Ma i tifosi bianconeri stanno prendendo di petto l'Acciuga nè più nè meno come avevano fatto con il predecessore di cui, per affetto e stima, mi rifiuto di scrivere il termine. Sbagliarono allora, 3 Champions vinte da Ancelotti..., e rischiano di sbagliare adesso. Finchè non rientrerà il senso di rabbia e scoramento che i tifosi bianconeri stanno riversando sulla scelta della loro Società e di riflesso su Allegri, la stagione della Juventus non potrà cominciare. Pirlo? Non sarà un problema. Al Milan, Allegri non dispondeva del centrocampo a cinque per proteggerlo. Alla Juve sì e questo non darà problemi. Per Allegri il calcio non è un feticcio ideologico, per lui il fascino del gioco sta nella tattica e nell'incastro della squadra. A costo di essere impopolare.

Quando Antonio Conte ha iniziato il suo ciclo alla Juventus, il suo principale avversario era Massimiliano Allegri al Milan. Oggi le parti si sono invertite. Filippo Inzaghi inizia il suo ciclo al Milan e il suo principale avversario è sempre Massimiliano Allegri questa volta alla Juventus. In tante delle frasi pronunciate da Inzaghi dal 10 Luglio ad oggi, sembra risuoni lontana, una sorta di eco presa in consegna dalla storia, quella celebra uscita di Conte dell'estate 2011: "La volete smettere di fare schifo?". Ecco: l'uscita di scena di Conte, consegna tutto intero e tutto pieno il cielo del calcio italiano a Pippo Inzaghi. E' lui adesso l'energia, è lui il catalizzatore. Se il Milan riuscirà a fare gli sforzi giusti sul mercato, Inzaghi ripagherà in pieno la sua Società e i suoi tifosi.

Mi fa tenerezza il recente scontro televisivo con l'amico Fabrizio Biasin sulla fascia di capitano determinante per il futuro di Ranocchia. Tenerezza perchè Fabri è un amico e tenerezza per tutti i colleghi, giornalisti e tecnici, che si sono sorbiti le urla della disfida, intensa e comunque sempre senza astio. Ma, e mi aspetto che martedì giunga puntuale la "resa", la recentissima intervista a Ranocchia conferma che senza fascia il difensore nerazzurro non si sarebbe sentito determinante per il futuro interista con inevitabili conseguenze sul rinnovo contrattuale. Resta adesso l'ultimissima spina: Mazzarri. A parole il tecnico si dice favorevole, Ma dietro le parole, una domanda: sa Mazzarri che d'ora in poi se e quando deciderà di farlo, manderà in panchina il suo Capitano?

Di recente un campione di tutto e un Nazionale come Giovanni Galli è stato a Ischia. Ha fatto gli auguri al suo ex compagno di squadra Taglialatela, nuovo presidente del sodalizio gialloblù, e si è appassionato alle storie dei tifosi in ansia per l'iscrizione al Campionato. Oggi però è tutto a posto. Ischia in Lega Pro, terza serie del calcio italiano, nonostante un punto di penalizzazione. Sanato dall'arrivo del centravanti brasiliano Cruz. Da Ischia arriva però un insegnamento dopo i patemi dell'iscrizione. Arriva dai tifosi, maturi e con i piedi per terra. Visto che uno dei problemi della scorsa stagione era stata l'organizzazione per la ristorazione della squadra, i tifosi ischitani si stanno autotassando per provvedere loro alla spesa di tutta la stagione, giovanili (affidate a Ciro Bilardi) comprese. Con tali regole e una tale ispirazione che potrebbero essere lodate anche dall'amico Matteo Salvini. Forza ragazzi, buon 2014-2015!

Consentitemi di inviare un saluto non retorico ma intenso ad Alessandro Jacobone, leader del gruppo rossonero dei Non Evoluti. Dice: agli antipodi di Suma. Mica vero. Da sempre con Alessandro è piacevole parlare di calcio e di Milan, anche se da prospettive diverse. Non c'è niente di più sano, nella vita, del riconoscere la dignità della posizione diversa dalla propria. Sulla macchinazione sleale e sporca con cui erano state deformate alcune frasi del sottoscritto sulla differenza fra tifosi in carne e ossa che salutano la squadra e che sperano in un mercato migliore rispetto ai tifosi definiti senza offesa da tastiera (mai chiamati tastieristi e mai detto nè pensato che sono loro il problema del Milan) del 31 Maggio scorso, Alessandro si è comportato da persona perbene. Prima ha verificato e poi ha detto la sua. Ad Alessandro, che ama il Milan come me e che per il Milan patisce e soffre anche sul piano personale, e a tutti i tifosi come lui, che meritano sì un mercato più intenso ma soprattutto di essere trattati da tifosi informati e non da seguaci, fornisco una spiegazione doverosa, letta, firmata e sottoscritta: Adriano Galliani non ha diritto ad un solo euro di liquidazione.