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Il capolavoro di Montella e del nuovo corso Milan ma il vero sconfitto è Rizzoli. Preghiera a Muriel: mantenga le promesse. Wanda Nara, Icardi e il paradosso De Boer. Aspettando il Cholo...

Il capolavoro di Montella e del nuovo corso Milan ma il vero sconfitto è Rizzoli. Preghiera a Muriel: mantenga le promesse. Wanda Nara, Icardi e il paradosso De Boer. Aspettando il Cholo...TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
domenica 23 ottobre 2016, 11:272016
di Marco Conterio
Nato a Firenze il 05/05/1985, è caporedattore di Tuttomercatoweb.com. Già firma de Il Messaggero e de La Nazione, è stato speaker e conduttore per Radio Sportiva, oltre che editorialista di Firenzeviola.it e voce di TMW Radio.

La copertina non può essere che del coraggio del Milan. Dei suoi ragazzi, dei suoi giovani. Beati loro, viva questi ragazzi di splendide speranze. Il grido di Manuel Locatelli, di Tardelliana memoria, è manna dal cielo per un'Italia scevra di talento. Vederlo giocare è un piacere ma siamo sinceri: senza l'errore di Rizzoli, che ha assurdamente annullato il gol della Juventus, staremmo parlando di un'altra partita. Poi, senza il ko di Riccardo Montolivo (ancora auguri!), Locatelli sarebbe ancora in panchina. Serve coraggio, con questi ragazzi. Sono bravi, hanno fame e talento. Viva il Milan e la sua filosofia, chapeau al coraggio di uno dei migliori allenatori di tutto il campionato come Vincenzo Montella (a Firenze c'è sempre chi si mangia le mani per averlo perso e pure in malo modo!). Però ieri più che la Juventus (resta la più forte e la squadra da battere, è reduce dagli sforzi di Champions e le giustificazioni ci son tutte), il vero sconfitto è Nicola Rizzoli. Miglior arbitro d'Italia, ieri ha steccato gravemente. Fortuna che siamo ad ottobre e che comunque i bianconeri confermano la leadership, perché errori grossolani come questi (umani, ma non da fischietti extraterrestri come Rizzoli) rischiano di segnare un campionato. Viva il Milan dei giovani, coraggio Juventus penalizzata, abbasso la tecnologia non applicata al calcio.

Il derby di Genova ha sempre un fascino particolare. Per la poesia della città, per uno stadio unico, per due tifoserie che quando s'affrontano e si confrontano tirano fuori il meglio di sè. Finalmente ci è riuscito anche Luis Muriel e l'augurio, chiaramente ai tifosi doriani ma in particolare a lui ed al calcio tutto, è che continui così. Muriel è stato talento sprecato e spezzato, finora. Ha colpi che emozionano, che fanno brillare gli occhi. Uno così è da Barcellona, non ce ne voglia Ferrero. Però Muriel, nel pieno del suo gioco e dei suoi tocchi, è uno dei grandi 9 del globo, solo che finora è stato tipo da promesse non mantenute. La maturità, forse, gli porterà consiglio e la speranza è che decida di diventar grande con lei. Ieri a Marassi il suo è stato un diluvio di giocate, d'invenzioni, di tocchi e gol. Povero Grifone, ma contro un Muriel così andrebbe in confusione pure la BBC. Faccia il professionista, adesso, lo resti. Se il trend rimarrà questo, in estate il telefono di Pradè (bentornato! Ma ora il posto di Osti traballa e Romei viaggia verso la Lega) è destinato a suonare non poco.

Il terzo e ultimo capitolo non possiamo non dedicarlo all'Inter. Al teatro dell'assurdo che sta ancora andando in scena a Milano. I tifosi hanno esagerato con Mauro Icardi, l'argentino ha scritto una biografia che, non controllata, si è rivelata per quello che doveva essere. Un esercizio di marketing della moglie e compagna che gestisce Mauro. Lui si prende gli improperi, gli insulti, gli attacchi. Lei cerca di monetizzare quel che non è riuscita a far lei. Non lo dice chi scrive ma decani delle procure: per i campioni, servono campioni anche in quanto ad agenti e affini. Magari Wanda Nara lo diventerà, ma non ha parvenza di gavetta nè di umiltà, ma solo la faccia tosta di chi lascia Icardi alla berlina di tifosi e società. L'amore è l'amore e non si discute, ma il lavoro è altro... E Frank de Boer? Il gioco è quello di una squadra che non c'è. E' stato scelto da un presidente lontano che di fatto non è neanche il maggior azionista e pure con tempi sbagliati. Questo, da solo, racconta di una società che deve fare prima i conti con sè stessa e poi col resto del mondo. I cinesi vogliono aspettare Diego Simeone come pare evidente? Perfetto. Che il club bruci un altro professionista e allenatore che così ha in mano solo un vaso di cristallo nel mezzo di un terremoto. E' chiaro che non possa essere altro che una stagione di transizione. Almeno non venga sprecata e che Ausilio, Gardini, Bolingbroke e chi più ne ha più ne metta, siano chiari con De Boer, il meno colpevole dei più colpevoli...