Il futuro di Allegri legato alla Champions. Piace Paulo Sousa. Marotta ha deciso: due centrocampisti a gennaio. Anche Berlusconi e le sue vedove si arrendono. Napoli, dubbi su Pavoletti
Della serie anche i ricchi piangono, mi risulta che i dirigenti della Juventus, Agnelli in testa, non siano poi così contenti di questa squadra nonostante il primo posto in campionato e la qualificazione anticipata in Champions. L'assenza di gioco non è più motivo di simpatici teatrini televisivi fra Sacchi ed Allegri, la convinzione che la Juventus debba giocare un calcio più brillante e più organizzato appartiene ormai a tanti. La società di Torino è sempre molto attenta al parere dei tifosi che mai come quest'anno si sono lamentati sui social della loro squadra, ma è attenta anche al marketing e al merchandising per aumentare i fatturati. E' ormai chiaro che per aumentare l'appeal del brand Juventus nel mondo sia necessaria una squadra più brillante, in grado di inchiodare gente davanti alle televisioni, di far parlare. Non bastano più quegli almanacchi che piacciono tanto ad Allegri, il calcio oggi è cambiato e le grandi squadre, quelle che muovono milioni di tifosi e miliardi di euro nel mondo, hanno personalità e gioco più incisivi di quelli della Juventus.
Così Allegri è tornato nel mirino. Non è piaciuta questa prima parte della stagione. La gestione di Higuain, il colpo dell'estate, non è sicuramente delle migliori. Averlo visto fare il gregario di Mandzukic ha fatto tornare alla mente una famosissima frase dell'avvocato Agnelli quando disse a proposito delle difficoltà di Platini nella Juve di allora "se Furino è il regista della Juve, c'è qualcuno che non ha capito...". La situazione è più o meno la stessa. Ma anche su Pjanic senza ruolo fisso la discussione è aperta. Fatta la tara alla gara di Genova (da cancellare), considerati gli infortuni a ripetizione, comunque la Juve non è la squadra costruita in estate. E' chiaro che le colpe sono anche della società che nelle more di una campagna acquisti straordinaria, ha dimenticato per strada l'acquisto di un centrocampista di fatica e di personalità. Un deficit non da poco. Ma nel calcio quando le cose non soddisfano, nel mirino di solito ci va l'allenatore. Dopo cinque scudetti alla Juventus non basta più vincere in Italia e anche se questo non ve lo diranno mai, è il pensiero di gran parte della dirigenza. Per fare l'ultimo scalino che separa i bianconeri dalle big d'Europa servono grandi prestazioni perché ora i top players sono arrivati. Le prestazioni, i riflettori accesi, mettono in modo giri economici virtuosi e questo deve essere un punto fermo. La speranza è che la Juve trovi una quadratura, un gioco più definito e una migliora condizione atletica quando riprenderà la Champions tra febbraio e marzo. Si da per scontato che il sesto scudetto è alla portata, quello che si chiede è giocare meglio in Champions. Allegri dovrà andare più avanti possibile, l'obiettivo è quello di essere competitivi con qualsiasi squadra capiterà. Nessuno, in società, ha dimenticato che l'eliminazione dell'anno scorso con il Bayern fu frutto di un rinunciatario e disastroso primo tempo in casa, nella partita d'andata. Non si vogliono più vedere squadre così difensivistiche e impaurite, purtroppo molto simili a quella Juve della prima mezz'ora con il Siviglia di dieci giorni fa. Morale? Se Allegri dovesse anche vincere il terzo scudetto, il suo futuro sarà soprattutto legato a come andrà la Champions in termini di risultati e di prestazioni.
Qualcuno obietterà, ma Allegri non ha rinnovato in primavera? Esatto, il contratto è lungo e molto oneroso, ma sappiamo che i contratti si fanno e si disfano. L'ipotesi di un addio è da tenere in considerazione per tutti i motivi appena scritti. E allora? Nella passata stagione Allegri era attratto dalla sirene inglesi, nel tira molla con Mourinho, il Manchester pensò a lui e anche in quella circostanza la Juve si dirottò su un allenatore meno italianista, profeta di un gioco più brillante. L'attenzione andò su Paulo Sousa, indimenticato ex. Ci furono dei contatti, poi lo straordinario girone di ritorno dei bianconeri porto all'accordo e al rinnovo di Allegri. Bene. Il nome di Sousa ricomincia a circolare. C'è la sensazione che il gioco del portoghese potrebbe dare grandi risultati con un organico come quello della Juventus ben più forte di quello della Fiorentina. Il discorso è aperto, la riflessione pure.
E' chiaro che non c'entra nulla la sconfitta con il Genoa, anzi credo che la Juventus si riprenderà subito e vincerà lo scudetto, ma la discussione verte su filosofie e strategie più ampie. C'è pure la sensazione o il timore che questo gruppo sia al crepuscolo di un grande ciclo e allora se finisce il ciclo, ci dovrà essere anche un allenatore nuovo. Ne riparleremo.
Intanto Marotta deve rimediare all'errore estivo. Che centrocampista prendere? L'orientamento è diventato quello di prenderne due, magari liberandosi di alcuni già in rosa come Lemina o Hernanes. I nomi sono i soliti già fatti mille volte, da Witsel (lo Zenith per ora non molla) a Tolisso, N'Zonzi, Rincon del Genoa. Sulla decisione di vendere o non vendere molto dipenderà anche dalle classifiche finali di Champions ed Europa League, la Juve aspetterà metà dicembre per affondare nella direzione prescelta. Intanto prosegue la caccia a Kessie dell'Atalanta. Per qualcuno non è ancora pronto per il salto, per altri sì. Come vi abbiamo già detto, Marotta sta trattando con i nerazzurri più giocatori, di sicuro anche Caldara. L'idea è quella di lasciarli ancora a Bergamo mentre Kessie dovrebbe arrivare subito.
Nel frattempo anche Berlusconi ha ammesso che i cinesi esistono, hanno i soldi e la vendita del Milan ci sarà. Alleluja. Al massimo (solo per ragioni tecniche) ci sarà qualche giorno in più da aspettare, ma come vi avevamo già anticipato la settimana scorsa, è fissata per le 16,30 del 13 dicembre a Milano la conferenza stampa dei compratori. Stanno sparendo le vedove di Galliani e tutti gli avvelenatori di pozzi che negli ultimi cinque mesi hanno fatto di tutto per minare questo accordo, anche Berlusconi ha fallito il colpo di coda. Se vorrà rimanere nel Milan gli converrà accettare la presidenza onoraria. Punto e stop. Le formazioni le dovrà fare al Fantacalcio e non è poco. Se ero sicuro di questo epilogo della vicenda, sono meno certo degli acquisti di gennaio. Il vero Milan dei cinesi nascerà a giugno, a gennaio non si cambiano le squadre. Caso mai c'è da blindare subito Donnarumma per evitare scherzi di Raiola e di alcuni suoi amici rossoneri in uscita.
Intanto più passa il tempo e più diventa chiaro l'errore di De Laurentiis che non ha preso uno svincolato un minuto dopo l'infortunio a Milik. Il Napoli ha perso il centroavanti, contemporaneamente anche grinta e cattiveria. Resta il gioco, ma il gioco da solo non basta. A gennaio chi arriverà? Pavoletti era da tempo in pole, ma gli infortuni a ripetizione hanno raffreddato un po' tutti. Non voglio insistere su Muriel, ma se davvero il Milan vuole Gabbiadini perché non provare a scambiarlo con Lapadula?