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Inter-Milan: derby di mercato per Baselli. Milan, priorità centrocampo. Juve, staffetta tra Pirlo e Gerrard. Roma: è instant-team, o vince quest'anno. City, Pellegrini più in affanno di Mazzarri

Inter-Milan: derby di mercato per Baselli. Milan, priorità centrocampo. Juve, staffetta tra Pirlo e Gerrard. Roma: è instant-team, o vince quest'anno. City, Pellegrini più in affanno di Mazzarri
sabato 8 novembre 2014, 00:002014
di Mauro Suma
Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.

Daniele Baselli, classe 1992, è un prospetto sicuro. Per la sua qualità. Per la sua serietà. E per il fatto, che non guasta e che fa sempre giurisprudenza, di essere made in Mino Favini. A intervalli regolari viene accostato ora alla Juventus e ora all'Inter, in maniera molto più defilata al Milan. Come vedremo, sul centrocampo la Juventus pare attratta da altri scenari, mentre l'Inter soprattutto, e anche il Milan, continuano a stare sul giocatore. Nel titolo abbiamo indicato Inter-Milan, perché i nerazzurri hanno un leggero vantaggio. Motivazione forte: sono stati scottati dall'operazione Bonaventura e vogliono restituire la cicatrice al Milan. Club rossonero che, dal canto suo, deve fare i conti con...i conti e cioè con il budget, ma questo riguarda a maggior ragione i nerazzurri. In ogni caso il Milan osserva e tiene d'occhio ogni prestazione del ragazzo, compresa quella molto positiva di Atalanta-Torino.

Il Milan. A fine Campionato avrà una partita in meno. Progettata sghemba, nata sfortunata con l'infortunio di Alex e proseguita peggio con i difetti di carburazione di Zapata, la partita con il Palermo non può rispecchiare e non rispecchia il Milan di quest'anno. Ho personalmente fatto il fenomeno, salvo poi pentirmene amaramente, per tutto il pomeriggio televisivo post Parma-Inter, sul fatto che il Milan di quest'anno sia più squadra dei nerazzurri e nonostante la grande amarezza di Milan-Palermo continuo a pensare la stessa cosa. Nelle prime 9 giornate il Milan ha vinto, pareggiato e perso, ma è sempre stato squadra. Ecco perché con il Palermo, non c'era e non ha giocato. Non è stato il Milan. Non è stato niente, dal 20' al 90' della gara. Spiace che i tifosi sul filo del rasoio, quelli che stavano decidendo se dare credito o meno alla squadra di quest'anno, si siano ulteriormente disamorati. Lo si è chiaramente visto mercoledì sera. Oggi il Milan è nella stessa situazione post tournèe americana. Deve ritrovare l'entusiasmo dei tifosi (le scelte di questi anni dolorose e impopolari ma necessarie del Milan evitano alla Società in questi giorni gite negli uffici finanziari dell'UEFA e in tempi duri per tutte le aziende questo va assolutamente considerato...) e deve, in base alle scelte del proprio allenatore, riportare l'equilibrio nelle vesti di leader della squadra. Perché purtroppo contro il Palermo l'equilibrio è rimasto nello spogliatoio. Mercato Milan? Nessuno dei giocatori realmente visionati e annotati nella recente missione sudamericana di Rocco Maiorino, è mai stato citato da alcun mezzo di comunicazione. Suso? E' un giocatore del Liverpool e viene da operazione, quindi decanta. Centrocampo? E' la priorità, qualcosa bisognerà inventarsi a Gennaio ma sempre nel rispetto del budget.

Steven Gerrard è nato il 30 Maggio 1980. Andrea Pirlo il 19 Maggio 1979. Scatenando il passaggio del testimone dal campione di Flero all'idolo di Anfield, il Club bianconero potrebbe guadagnare un anno di calcio in termini di età e rilanciare ulteriormente il proprio appeal internazionale. Tutto questo perché il contratto di Gerrard è in scadenza, ma il rinnovo con il Liverpool non è ancora arrivato. È stato lo stesso Steven Gerrard, con una dichiarazione di qualche giorno fa, ad aprire la porta a un clamoroso addio. Il disegno sarebbe lo stesso di Pirlo che dopo 10 anni era una bandiera del Milan (anche se quando vestiva la maglia rossonera, non se ne accorgeva nessuno) ed è passato alla Juventus dopo essere andato a scadenza. Proprio come Gerrard: bandiera del Liverpool ormai in scadenza di contratto.

Abbiamo scritto qualche settimana fa che la Roma ha più fame della Juventus e lo confermiamo. Attenzione alla fame però, può anche ritorcersi contro. Andare in distorsione. Togliere qualcosa in termini di lucidità e serenità. Materie nelle quali un certo Massimiliano Allegri è ferratissimo. Perché la Roma e i suoi tifosi sono assolutamente infoiati nei confronti della Juventus e degli arbitraggi? Perché la squadra di quest'anno costa una enormità, ancor di più di quella dell'anno scorso. E' una squadra con cartellini pesantissimi, ingaggi in costante crescita e alcuni giocatori-chiave in età. E' un cosiddetto instant-team. Come gli instant-replay si consumano subito e gli instant-book valgono solo per quel momento e devono essere deglutiti a stretto giro, anche l'instant-team deve vincere immediatamente. Senza domani. E questo pensiero inquieta, agita, altera. Garcia non ci ha preso quando, dopo la Juventus, ha "comunicato" la vittoria dello Scudetto da parte della sua squadra. Non solo l'ha sovraesposta ma nel sottile gioco delle dinamiche psicologiche l'ha più svuotata che caricata. E ora anche quel pareggio sul campo del City (a Manchester il Cska ha vinto...) viene rivalutato. L'unico vantaggio è l'alone immacolato del direttore Sabatini. Che è bravissimo e di provata esperienza, su questo non ci piove. Ma se c'è chi viene criticato per Diego Lopez, Torres, Alex e Menez presi a zero, qualche considerazioncina su Iturbe a 30 dovrà avere prima o poi un minimo di diritto di cittadinanza.

Walter Mazzarri può tirare un sospirino di sollievo. Mai vista la Gazzetta dello Sport così a orologeria su di lui prima del pareggio di Saint Etienne, quindi allerta al top. Ma oltre al primo posto nel girone sia pure non di ferro di Europa League, a favore di Mazzarri gioca anche la crisi del Manchester City. Molti degli allenatori europei che spesso vengono accostati alla sua panchina per la sua successione, oggi sono in fibrillazione per l'evoluzione della situazione dei Citizens. Quattro partite senza vittorie e ultimo posto nel girone E di Champions. Il Manchester City non ingrana in Europa e ad aggravare la congiuntura c'è il crollo inatteso quanto fragoroso contro il Cska. E' dunque bufera su Manuel Pellegrini, allenatore dei campioni d'Inghilterra: la squadra è a un passo dall'eliminazione e il tecnico cileno è a rischio. Il clamoroso ritorno di Roberto Mancini o la sfida di valorizzare David Moyes rottamato dai rivali dello United sono solo alcuni dei possibili sviluppi.