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Inter, Pioli ha deciso: se ne vanno in tre, ecco dove! Milan: l'addio di Niang nasconde una verità. Juve: l’assalto di Marotta e quello degli anti-Allegri. Napoli: il giorno di Pavoletti (ma attenti a Gabbiadini…)

Inter, Pioli ha deciso: se ne vanno in tre, ecco dove! Milan: l'addio di Niang nasconde una verità. Juve: l’assalto di Marotta e quello degli anti-Allegri. Napoli: il giorno di Pavoletti (ma attenti a Gabbiadini…)TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 24 gennaio 2017, 08:312017
di Fabrizio Biasin

Ciao. Il mercato di gennaio è molto bello. Bellissimo. Succedono un sacco di cose. Ci sono le trasmissioni. I siti sempre aggiornati. Quelli come me che scrivono le cose. E fanno la gara a chi arriva prima. “L’ho detto io!”. “No, io!”. “E io chi sono, il più stronzo?”. C’è un baraccone che non si spegne mai. Gli agenti dei calciatori che dicono sempre “Può esse fèro ma pure piuma”. Le emozioni. Le gioie. Il colpo a sorpresa. Il nome “grosso”. Ogni giorno una novità imprevista e imprevedibile.
Ieri, per dire, mi ha sconvolto questa notizia: “Entella, nuova idea per la mediana: Fabris del Venezia”. Io non la sapevo. Conosco Paolo Fabbris di “7 chili in 7 giorni”, quello che nasconde la pasta d’acciughe nello sciacquone del cesso, ma non quello del Venezia.
Poi ne ho vista un’altra: “Teramo, Branduani si presenta: "Qui per rimettermi in gioco"”. Ci sono rimasto male perché non sapevo che Branduani fosse passato al Teramo. Anzi, non sapevo chi fosse Branduani. Parliamoci chiaro: io non so un cazzo. Prendete questa: “Spal, domani arriva la firma di Poluzzi”. Era un’ultim’ora di ieri delle 18.54. Io mica lo so chi è Poluzzi e son qui a pontificare. E questa delle 17.55? “Paganese, Alcibiade: "Pronto a dare il massimo, voglio restare qui"”. Sono affranto: c’è questo Alcibade che vuole dare il massimo per restare e io non so neanche perché lo vogliono mandare via. E poi questo ambo clamoroso della Ternana: “Calapai nel mirino” e “idea low cost per l'attacco: Pozzebon del Messina”. La Ternana vuole tutti, si muove, si adopera per arricchire la sua rosa, vuole Pozzebon e ci sarà un motivo, ma io non lo conosco.
Infine questo sgarbo? “Livorno, no della Lucchese per Bruccini: stallo nella trattativa”. Perché a Lucca non vogliono mollare l’osso? Bruccini, parla, che cazzo hai combinato a Lucca che c’è lo stallo? E perché vuoi andare a Livorno? Ma poi, vuoi davvero andare a Livorno o sei geloso di Alcibade che si è presentato alla Paganese? Io proprio non lo so e non va bene.
Questo è chiaramente un editoriale decadente, tristanzuolo. Un editoriale da latte alle ginocchia. Sarà che non c’è mai niente da dire, sarà che ieri ci hanno fatto sapere che Beppe Vessicchio non sarà al Festival di Sanremo. Ma, dico io, fanno il Festival senza Vessicchio? Ma sono matti? Mi aspetto una sorpresa, un’ultim’ora come quelle di prima: “Fatta per Vessicchio al Festival: “Sono contento di essere qui, darò il massimo per Carlo Conti alla faccia di Bruccini, Pozzebon e pure quel fetente di Alcibade che fa il gagà a Pagani". Incrocio le dita.

QUI MILAN

Ci dicono che il Milan abbia mollato Niang. E viceversa. Ci dicono che in Inghilterra c’è chi lo vuole ma che più probabilmente si farà lo scambio con Ocampos del Genoa (e con il benestare dell’OM). Un altro affare con Preziosi. E non c’è niente di male, per carità, soprattutto in questo gennaio disgraziato in cui il Milan non può far altro che tentare scambi e cercare offerte speciali.
Si fa lo scambio nella speranza di azzeccare il colpo, di migliorare il valore globale della rosa; si fa perché non ci sono le risorse, ma anche perché per troppi anni chi gestisce acquisti e cessioni ha smesso di “coltivare” il mercato, con la convinzione che tanto al Milan – dovessero servire - i giocatori arrivano comunque. E invece no. Al Milan come ovunque devi programmare, con Preziosi – certo – e con tutti gli altri. Ma non è il caso di scrivere sempre le stesse cose, in fondo ieri è stato anche il giorno di Deulofeu, un buon colpo, forse anche poco celebrato.
La verità è nelle parole di Montella: “Cosa mi aspetto dal mercato di gennaio? Che finisca”. Impossibile dargli torto. Il Milan sconfitto dal Napoli ha mostrato a tutti chiaramente l’occasione che i rossoneri rischiano di perdere: una squadra con attributi giganti, ma senza alternative. Una squadra che non si arrende in campo ma deve cedere all’evidenza della “terra di mezzo”, il periodo grigio del passaggio tra vecchia e nuova proprietà.
Ieri Paolo Berlusconi ha confermato che il closing si farà. Sono solo parole, per carità, ne abbiamo sentite tante in questi mesi. Il dato di fatto è che sono girati e stanno girando parecchi quattrini, quelle “centinaia di milioni” con cui ci riempiamo la bocca perché tanto mica sono nostri. Prendete Donnarumma: in Inghilterra dicono che Raiola pretenderà per il pargolo un ingaggio da 4.5 milioni di euro netti a stagione. Vi sembra normale? Non lo è. Non lo sarebbe neanche se Gigio fosse già il portiere più forte del globo. Lo diventerà, così come (giustamente) diventerà ricco. Ma c’è modo e modo per arrivare in vetta. Il metodo “raiolano” condannerà Donnarumma a non poter sbagliare più niente (“con quel che guadagna!”) e metterà il nuovo Milan con le spalle al muro (“Beh, non possono non trattenerlo, altrimenti che cinesi sono?”). Un lavoretto facile-facile per Raiola, persino legittimo dal suo punto di vista. Ma forse sarebbe il caso di cominciare a dire (interromperle è utopia) che certe cose fanno abbastanza tristezza. Belotti è forte? Lo è. Ha rinnovato con il Toro di Cairo a meno di 2 milioni di euro, bonus compresi. In futuro probabilmente andrà via e diventerà ricchissimo, ma ora non ha messo nessun tipo di pressione al club che gli ha permesso di esplodere. Prendere esempio, prego.

QUI INTER

È un bel momento. Lo vedono tutti, anche i critici “a prescindere”, anche quelli che “è solo merito del calendario”. L’Inter è finalmente una squadra, ha uno schema preferito, un’idea di gioco, un tecnico “sereno”, un gruppo di titolari e alternative di livello. Tutto gira bene. Forse non basterà per arrivare al terzo posto, ma già passare dalla tristezza di novembre (“è una stagione da buttare”) alle speranze di gennaio è grasso che cola.
Le “idee chiare” porteranno presto a nuove uscite e la tavola è già apparecchiata. Miangue andrà al Cagliari; Gnoukouri a una tra Palermo, Metz e Udinese; Ranocchia deve scegliere tra Zenit, Hull City, Wolfsburg e Bologna. Santon, invece, resterà.
Il partito degli “affamati di mercato” protesterà (“Ma come, in entrata solo Gagliardini? Dov’è la potenza di Suning?”) e non si renderà conto del regalo che la società sta facendo al suo allenatore: una rosa “asciutta”, motivata, cazzutissima. Una rosa che paradossalmente meriterebbe un campionato più competitivo e, invece, si ritrova con mezza serie A senza più obiettivi già a gennaio. Il recupero su “chi precede” passa solo e soltanto dagli scontri diretti, il primo tra dieci giorni a Torino.
C’è chi dice “ah, se Pioli fosse arrivato prima…” e così facendo si nasconde dietro a un dito. Non esistono le stagioni “a metà”, esistono le stagioni e basta. Quella dell’Inter è iniziata nel caos estivo, con una società in confusione e un allenatore che non ha avuto la pazienza di aspettare. Ora, forse, Mancini è pentito per aver rotto la corda: in fondo con quel gruppo si potevano comunque fare grandi cose anche senza “acquisti e acquisti e acquisti”. Bastava fidarsi di se stessi più che del mercato. Pioli lo sta facendo, ringrazia per Gagliaridni e non chiede altro ben sapendo che c’è un tempo per tutto. Per molti comunque “a giugno andrà via”, perché serve un tecnico “top”. Per fortuna il sciur Zhang è meno fesso di come lo si vuole far passare.
Il resto è storia di oggi: Pioli viene allontanato dalla panchina durante Palermo-Inter e in conferenza dice “è giusto, ho sbagliato anche se non volevo”. Quindi sorride. Una “pace francescana” che sommata ai risultati e – udite-udite – all’apprezzamento dei media, consegna all’Inter una serenità che mancava da tempo immemore.

QUI JUVE

Siamo alle solite: le sconfitte portano titoli e articoloni, le vittorie poco o nulla perché “normali”. È giusto, lo dice la storia della Juventus. Meno giusto far passare la “rivoluzione tattica” di Allegri come “improvvisata” se non addirittura “imposta dall’alto”. C’è chi ha scritto e detto così.
Gli stessi, all’annuncio della formazione anti-Lazio si erano lasciati andare a un “oggi Allegri rischia molto, dovesse andargli male…”. Insomma, non avesse vinto sarebbe stata colpa sua, viceversa merito dell’imposizione “dall’alto”. I soliti cannoni puntati e rispediti al mittente. Ormai ci sarà anche abituato. Moduli e frecciate a parte, il tecnico ha dato una bella risposta a quelli che “non ha più in mano lo spogliatoio”: il campo ha detto che il termine “crisi” non fa davvero rima con Signora.
Sul mercato siamo alle solite, si cerca il centrocampista: per Tolisso c’è il solito muro del Lione, Luiz Gustavo è l’alternativa, per Bentancur subito serve “l’aggiuntina” (nel senso di qualche soldino in più). E Ricardo Rodriguez? Il terzino del Wolfsburg è una possibilità “costosa” ma assai interessante in caso di addio ad Evra. Chiusura con Dybala: il rinnovo è vicino, il giocatore arriverà a guadagnare 6 milioni più bonus. Se li merita? Più di me di sicuro…

QUI NAPOLI

È il giorno di Napoli-Fiorentina, ma anche quello di Pavoletti che si prende l’attacco della squadra “più bella” (i soliti meritatissimi complimenti a Sarri) e persino quello di Gabbiadini per ben altri motivi. Vedremo se De Laurentiis accetterà le richieste del buon Silvio Pagliari, agente dell’attaccante che chiede uno “sconto” sulla cessione (massimo 18 milioni, il Southampton ne offre 16) “altrimenti Manolo resta”. Avrebbe tutto poco senso, ma in Italia ormai siamo abituati a tutto.

Fine. Vado. Anche quest’anno c’è stato il compleanno di mio papà. Ne ha fatti 81. L’ho “celebrato” a modo mio su Facebook. Se siete già abbastanza stufi fermatevi qui, viceversa capirete molte cose (Twitter: @FBiasin @ilsensodelgol Mail: ilsensodelgol@gmail.com)

Ci credevano in pochi, pochissimi, alla Snai non era neppure quotato e, invece, anche quest'anno ce l'ha fatta: è il compleanno di mio papà.
Il compleanno di mio papà da qualche anno è diventata occasione non più per fargli sapere quanto bene gli si vuole, semmai per coglionarlo. L'altro giorno mi fa: "Arriva il mio compleanno, non fare il coglione". Ed eccoci qua.
Mio papà quest'anno compie 81 anni, come solo certe sequoie o bestie rare. E, come loro, tiene botta che è un piacere. Per farvelo conoscere un po' di più vi racconterò "le dieci cose che caratterizzano la vecchiaia di mio papà".
1) Mio papà è in pensione ormai da tempo immemore, ma non si rassegna. Pensa sempre di essere ancora in ditta. Ora, io non so se voi sapete che lavoro faceva/fa il vostro papà, io non l'ho mai capito.
Maestra: "Scrivete il lavoro del vostro papà". Io: "Io non lo so cosa fa il mio papà". Maestra: "Ma, come...". Poi, a casa: "La maestra ci ha chiesto che lavoro fanno i papà". Papà: "Dì alla maestra di farsi i cazzi suoi. Anzi no, digli "impiegato"".
Mio papà probabilmente spacciava, ma io ho sempre detto "impiegato". Fatto sta che da quando è in pensione tratta mia madre come se fosse ancora sul posto di lavoro.
"Santa! Bisogna sistemare il tavolo della cucina che balla! Veloci, dobbiamo metterlo a posto prima della pausa pranzo, sia chiaro". Mamma: "Cazzo dici? Quale pausa pranzo...?". Alle 18, di default, si mette sul divano col giornale e urla: "Santaaaa, portami il bianco! Mi son fatto un mazzo così tutto il giorno!". Poi racconta vicende capitate durante la giornata tipo "grande oratore", come se fosse stato sulle piattaforme al largo dell'Oceano Indiano: "Oggi in cortile ho dovuto risolvere un casino con un buco che si è creato, lascia stare guarda, il tenente in pensione Morozzi aveva una sua idea, ma infine ho fatto prevalere la mia...". Mia mamma, a volte, lo smonta un po': "Guarda che lo so, ti ho visto dal balcone mentre innaffiavo". Cose così.
2) Mio papà ama partecipare a certi "viaggi della speranza", non perché gli piaccia particolarmente, ma perché adora dire "ho fatto l'affare". Per "fare l'affare" trascina mia madre ovunque, anche sui pullman dove ti vendono le pentole. Papà: "Santa! Andiamo a Medjugorje!". Mamma: "Nooooooooo!". Papà: "E' un viaggio bellissimo: tre giorni, andata con ritorno compreso, pensione bella con forse la piscina, visita ai santuari a 29 euro cadauno tutto compreso. Non possiamo non andare". Mamma: "Nooooooooooo!". Poi però mia mamma ci va perché è buona.
Quando tornano mia mamma è incazzata. Mio papà invece ha le pentole. Io: "Ma hai preso altre pentole?". Papà: "Era un affare".
Mamma: "Non è vero, era obbligato, c'era scritto nel contratto ma come al solito non si è accorto". Io: "Almeno era bello Medjugorje?". Mamma: "Ma quale Medjugorje? Ci hanno portato a Meggiugone, qui vicino, c'era solo una chiesa brutta". Io: "Ma era al mare o in montagna?". Mamma: "Pianura". Papà, sul divano, per mascherare l'inculata: "Che pentole che ho preso! Tutto inox! E comunque si può avere un bianco in questa casa che mi son fatto il mazzo tutto il giorno o devo chiamare l'Ambrogio dei Ferrero Rocher?".
3) Mio papà è l'ultimo in Italia che consulta ancora il Televideo. Non solo, ama fare tutto il giro: dal 101 dell'ultim'ora al 900 degli oroscopi. Io: "Papà, basta con sto cazzo di Televideo, lo tengono in vita solo per te". Lui: "C'è tutto nel Televideo. Tutto. Non capisci un cazzo tu e lo smartfon".
4) Per la stessa logica dei "viaggi della speranza", mio papà compra cose inutili su Groupon, ultimamente è lanciatissimo con le cene.
"Cena avvelenata da Peppe: un primo, un dolce, mezza frutta e puoi andare al bagno. Tutto a 9.90 euro". Lui: "Santaaaaa, stasera ti porto fuori a cena!". Mamma: "Noooooooooooooo!". Papà: "Ho già cliccato "acquista", non andare sarebbe pura follia". Mamma: "Noooooooooooo!". Poi però va perché è buona.
Quando tornano mia mamma è incazzata. Mio papà, invece, pur di non ammettere di avere l'acidità di stomaco mangia di nascosto due etti di Citrosodina. Poi, al pranzo della domenica con i famigliari, si bulla: "Che cena l'altra sera Santa, eh? Che mangiata!". Mamma: "Hai speso 84 euro in due, ci mancherebbe". Io: "Ma come, non era 9.90?". Mamma: "Sì, ma solo il primo e la mezza frutta. Il resto andava pagato, anche il tavolo: papà non aveva letto bene il contratto". Lui, per sviare: "Si può avere da mangiare in questa casa almeno di domenica? Con il mazzo che mi faccio tutta la settimana!".
5) Mio papà da quando è in pensione si è reinventato Masterchef. La caratteristica delle cose che cucina mio padre è che tendenzialmente fanno tutte cagare. "Santa! Stasera cucino io!". Mamma: "Nooooooooooo!".
Lui: "Faccio la "carnina", lo sai che mi viene bene". Per "carnina" intende la sua tipica frittata con carne, una porcheria che fa quando gli avanzi di fesa in frigo tendono al violaceo. Se poi anche le uova sono prossime alla scadenza il piatto di "carnina" è praticamente d'obbligo. Mia mamma che è buona ma non fessa, in genere si inventa che non sta bene e si fa il brodo.
Ultimamente i miei fratelli mi dicono che si sia specializzato in torte margherita. La caratteristica della torta margherita è che viene bene a tutti, anche a Ranocchia. A mio padre no. Lui: "Santa! Questa qui sembra uscita dalla pasticceria!". E invece ha forme ovoidali e bolle tipo "paesaggio lunare". Lui: "Assaggia Santa! Una delizia". Ma lei, saggia, ri-tira fuori il brodo.
6) Mio papà vorrebbe tanto un nuovo gatto. Siccome mia mamma è contraria, lui tutte le sere accarezza un osceno peluche nero di nome Pinu, con fattezze feline.
Ora, mia mamma potrebbe essere meno intransigente sul "no al gatto", ma va anche detto che mio padre negli ultimi anni ne ha seccati diversi (di felini).
Mamma: "Smettila di dargli gli avanzi del tavolo! Sta male!". Papà: "Taci Santa! Son cresciuto in mezzo ai gatti! So come si fa!". Mamma: "E' obeso, dice "meuuu" invece che "miaooo". E poi va via zoppo". Papà: "Allora gli do un po' di "carnina" che si riprende". E invece muore.
7) Mio papà non va a vedere i cantieri, non è nel suo stile. In compenso adora le offerte speciali ai supermercati. Le spese di mio papà, a volte, durano anche delle mezze settimane. Esce al mattino presto per i formaggi perché all'Iper "c'è il fuoritutto e ti tirano dietro il grana Paddano!" (non Padano, Paddano), pomeriggio affettati "che al Carrefour c'è il 3x2 sul mezzo chilo di mortadella!" (che non mangia nessuno, neanche lui, ma "è in offerta"), imbrunire sui prodotti a lunga conservazione: caffè Kimbo, latte in polvere per neonati, nutella formato 1 kg "che volendo serve per fare una variante della torta margherita", cassa di RedBull.
Mamma: "Cos'è la RedBull?". Papà: "Tipo la Spuma, ti piace, fidati". E la mamma che in genere va a letto verso il quint'ultimo pacco di Insinna, resta con l'occhio pallato fino alla terza domanda di Marzullo.
Nb. I mezzi chili di mortadella un po' andati sono la base portante del piatto denominato "carnina".
8) Mio papà ha scoperto che il cinema per gli anziani costa 4 euro e al mercoledì c'è un'ulteriore riduzione. Da quando l'ha saputo, sono cazzi (per mia madre ovviamente).
"Santa, si va al cinema". Mamma: "Nooooooooo!!!". Ma poi ci va perché è buona.
Quando torna dal cinema mio papà ha certamente visto un gran film.
Figli a mamma: "Com'era il film?". Mamma: "Mah, insomma...". Papà: "Era bellissimo! Questo vince l'Oscar di sicuro in più abbiamo speso due euro con anche i pop corn al salame inclusi!".
Da quando ha scoperto il cinema del mercoledì, mio papà ha aumentato il consumo di Citrosodina al livello critico "Galeazzi", in più ha già assegnato almeno 7 o 8 Oscar 2017 per la migliore interpretazione. Una mezza nomination l'ha regalata persino a Boldi "che verrà rivalutato più avanti perché in questo assurdo Paese funziona così, se ne accorgono dopo, ma io lo dico adesso, segnatevelo".
9) Mio papà è l'unico in Italia che dà retta a tutti i call center che chiamano per fare le offerte. Si fa spiegare le tariffe, le compara, prende appunti. A volte gli operatori gli dicono: "No grazie non mi interessa, ho già il mio abbonamento TopChiamatone". E lui: "Ma cazzo dice, mi ha chiamato lei, sono io che semmai le devo dire di no". E l'operatore: "Le ho detto che non mi interessa!". E appendono.
10) Mio papà per un breve periodo si è improvvisato esperto d'arte. Un giorno tornando a casa mia mamma si è ritrovata sulla parete grande del salotto un enorme quadro raffigurante un tavolo in campagna con su della frutta tipo pere e un fiasco di vino con la paglia. Agghiacciante.
Mia mamma: "Ma... Cos'è per l'amor del cielo???". Lui: "Santa! Ho fatto l'affare con la natura morta del maestro Costola! Ho speso 700 euro ma quando il maestro muore la tela va su in maniera esponenziale. So come funziona". Mamma: "Nooooooooooo! Portalo indietro! È molto brutto!". Ma poi lo ha tenuto perché è buona.
Si sappia che il maestro Costola è deceduto per una bronchite mal curata nel 2012. Mio padre tutti i giorni controlla di nascosto su internet se le quotazioni della "natura morta con fiasco" salgono. Lui pensa che non lo sappiamo, ma ce ne siamo accorti perché quando andiamo su Google col pc di casa, il primo nome che esce nella tendina delle ricerche è "Maestro Costola quotazioni". E comunque non salgono.
Tanti auguri al mio papà, 81 anni, oggi. E al maestro Costola, buonanima...