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Juve: su Tevez c'è una cosa da dire. Mihajlovic e il fantasma di Conte: ma la risalita del Milan dipende da un altro uomo. Inter: la "magia" di Mancini. Caso Capuano: io sto col mister

Juve: su Tevez c'è una cosa da dire. Mihajlovic e il fantasma di Conte: ma la risalita del Milan dipende da un altro uomo. Inter: la "magia" di Mancini. Caso Capuano: io sto col mister
martedì 13 ottobre 2015, 16:502015
di Fabrizio Biasin
Nato a Milano il 3/7/1978, laureato in Scienze ambientali presso l'Università dell'Insubria di Como, da ottobre 2008 è Capo Servizio Sport presso il quotidiano "Libero". Opinionista Rai, TeleLombardia e Sportitalia

È molto bello scrivere un editoriale di martedì 13 ottobre.

Molto.

Son nove giorni che parliamo di nazionale.

Molto bello.

Molto.

Stasera c'è Italia-Norvegia. Partita molto bella. Avvincente. Molto. Su le mani chi vuole uno degli ultimi biglietti rimasti per Italia-Norvegia di stasera! Quanti siete? Molti.

Motivi per guardare stasera Italia-Norvegia:

1)Loro hanno l'Ikea e se li lasciamo vincere magari mettono gli sconti sui tavoli Kwkywssxcrrianten. Come dite? L'Ikea è svedese? Come non detto.

2)In tribuna ci saranno chilate di tifose norvegesi che, come tutti sanno, sono bionde e gran bonazze. Come dite? Quelle sono svedesi? Ah ecco...

3)C'è Ibra all'Olimpico! Come dite? Ibra è svedese? Mi pareva...

Bene, a conti fatti era meglio pescare la Svezia. Non ci sono apparenti motivi per vedere Italia-Norvegia questa sera all'Olimpico, soprattutto se si pensa che su Fox sarà trasmessa in contemporanea la seconda puntata de "Il contadino cerca moglie" con Simona Ventura. Imperdibile.

Veloce riassunto de "Il contadino cerca moglie" con Simona Ventura: cinque presunti contadini/fattori/mandriani dicono di voler cercare moglie ma in realtà semplicemente non sanno usare Tinder. Per ognuno di loro si palesa un tot di manze più o meno assatanate che sanno usare Tinder ma stranamente questa volta preferiscono il contadino in questione, forse perché è in tv. Forse.

Tipologia delle assatanate: modelle di 25 anni, gemelle alte due metri, giovani ventenni, trentenni assai piacenti, tutte attratte da contadini giustamente arrapati. Qua e là si intravede anche qualche giovanotta abbondante e impacciata per rendere il tutto molto credibile.

Una serie di prove tipo "parlate tre minuti faccia a faccia e se volete limonate pure" consentono al contadino di spedire a casa le pretendenti meno attizzanti. E di limonare a tradimento con la scusa tipica importata da "Uomini e Donne": "Filomena, slinguiamo, devo capire se tra noi c'è feeling. Non voglio far perdere tempo a te e non voglio perderne io". A quel punto esibiscono lingue lunghe anche 18 o 19 centimetri.

Colei che infine sarà la prescelta andrà presumibilmente in camporella con il fattore o - speriamo - quantomeno potrà disporre a vita di prodotti caseari a prezzi di realizzo.

Un programma davvero formativo al punto che anche in Norvegia pare abbiano intenzione di non guardare il match dell'Olimpico per concentrarsi sulle sorti di manze e contadini. Si dice che anche Conte - considerata la qualificazione raggiunta con un turno di anticipo - abbia chiesto a Tavecchio di poter lasciare il suo posto in panchina al vice Carrera per poter guardare live "il contadino cerca moglie". I beninformati sostengono che Tavecchio abbia risposto "picche" al grido di "ho già dato il permesso a Berardi e Insigne. Tu registralo come facciamo io e Mazzocchi. Se vuoi organizziamo una pizzata da me domani sera. Viene anche Amedeo Goria".

E niente, solo il temutissimo share ci dirà se la gente ha preferito Italia-Norvegia o "Il contadino cerca moglie", ma visto che le cronache ci hanno appena informato che il sistema Auditel è completamente sputtanato, capite bene che nulla ha senso, soprattutto questo editoriale pubblicato il 13 ottobre dopo nove giorni passati a parlare di Nazionale, tra l'altro. E di questioni fondamentali tipo "Che bella la favola dell'Islanda", o "che bella la favola dell'Albania", o "che bella la favola del Nord Irlanda", fino a "Tevez non prende lo stipendio da due mesi quindi torna certamente in Italia". Una favola pure questa.

Partiamo con le cose serie (si fa per dire) proprio da qui: la faccenda Tevez. La Juve non ha mai pensato di riprendersi Tevez. Tevez non ha mai pensato di tornare alla Juve o in una qualche altra squadra di serie A. Se anche Tevez dicesse "torno", difficilmente la Juve direbbe "Ok, che bello, ricordati di portarci delle tolle di Dulce de Leche dall'Argentina che ci piace molto". Alla Juve la minestra non si riscalda anche se è assai gustosa e rimescolata con l'olio buono. In più gli slot per gli extracomunitari sono pieni e quindi tanti saluti e arrivederci a chi ha messo in giro cotanta panzana, ovvero un altro che come me ha pensato "che palle la pausa della Nazionale, bisogna dare un po' di brio all'ambaradan". Fine della questione.

Altre balle da "pausa per la Nazionale". La faccenda "erede di Conte". Cose lette ieri: "Per il dopo-Conte in lizza Zaccheroni, Di Biagio, Spalletti, oppure Del Piero". Cioè, ci siamo qualificati l'altroieri agli Europei e già ragioniamo su chi sarà il successore del ct in azzurro. Robe da matti. Non sappiamo se Conte resterà oppure no, con buona probabilità non lo sa neppure lui. Sappiamo solo che ha firmato un biennale e sta rispettando il suo contratto. Parlare di "successori" sembra quantomeno azzardato. Dovessimo scommettere oggi punteremmo su un ritorno dell'ex juventino sulla panca di qualche club più o meno prestigioso, ma non possiamo escludere neppure che in mancanza di alternative decida di proseguire il lavoro in azzurro.

La sensazione? Molto dipenderà da quel che riuscirà a fare Mihajlovic. Per molti è già spacciato, colpevole anche oltre i suoi demeriti. In ogni caso è chiaro che se il serbo dovesse fallire in rossonero è facile che Berlusconi decida di puntare sull'uomo di Lecce per tentare l'ennesima "rinascita".

E veniamo al Milan. Cosa si intende per "possibile fallimento di Mihajlovic"? Se Sinisa dovesse arrivare quarto avrebbe fallito? "Sì", se pensiamo ai proclami di inizio stagione ("Champions League a tutti i costi"); "no", se con un minimo di onestà riconosciamo al tecnico il fatto di avere tra le mani una rosa che può raggiungere il terzo posto solo in caso di "miracolo sportivo". In ogni caso la sorte del tecnico non sarà decisa dalla posizione in classifica. Se dipendesse solo da quella, Seedorf (Milan complessivamente quarto con lui in panchina) sarebbe ancora al suo posto. E invece niente.

Strano? Nient'affatto. Semplicemente siamo alle solite. Gli osanna di luglio e agosto ("Mihajlovic uomo giusto (...) Che carattere Sinisa (...) Il Milan ha il volto del suo nuovo allenatore (...) Finalmente un tecnico vero" ecc ecc) da una decina di giorni hanno lasciato il posto alle pernacchie ad oltranza ("Mihajlovic non adatto (...) In fondo ha fatto bene solo a Catania (...) Alla Samp è stato fortunato all'andata ma nel girone di ritorno non ci ha capito niente (...) ecc ecc). Insomma, una storia già letta: quando la barca comincia a sbandare, ognuno corre verso la propria scialuppa al grido di "è colpa del capitano!" e nessuno prova a tener dritto il timone. Ecco, la sensazione è che anche Mihajlovic sia già stato bollato/segnato/condannato senza appello da buona parte dell'ambiente. Dovesse fallire a Torino si alzeranno forti i cori del genere "non si può andare avanti così. Con un allenatore bravo questa squadra sarebbe molto più su". Quindi si individuerebbe un nuovo incaricato: "Si dia la squadra a Brocchi! Lui ci farà rinascere!". E sotto un altro. Mai che si pensi più in là di domani o magari di settimana prossima, mai che ci si concentri - per dire - sul futuro anteriore, sul fatto che allenatori a parte bisognerebbe fin da ora pensare al prossimo mercato. Non quello generalmente inutile di gennaio, ma quello estivo. A chi sarà affidato? Come verrà gestito? Con quale budget? Soprattutto, Galliani avrà la forza di scegliere un uomo a cui affidare la gestione del mercato stesso? Inutile insistere con il "Galliani vattene", la cosa non è pronosticabile nel breve periodo né probabilmente farebbe il bene del club. Molto meglio chiedere a Galliani di fare un passo indietro, non cento, uno: l'ad si limita a fare il mestiere dell'ad (lo sa fare) e lascia al nuovo e selezionatissimo direttore sportivo il compito di sistemare una squadra satura di punti interrogativi. Accadrà? Probabilmente no e comunque è difficile dirlo, sappiamo solo che al momento ci si concentra sul 4-3-1-2 che a Torino dovrebbe trasformarsi in 4-3-3 o 4-4-2. Come se vincere una partita o cambiare il modulo ad ogni chiaro di luna fosse la soluzione a tutti i mali.

Quindi l'Inter, attesa dal mega match di domenica con la Juve. Anche a proposito di questa partitona si sono sprecate balle sulla gestione dei nazionali, su Jovetic, sulla botta di Morata, sulla caviglia di Pogba. Inutili chiacchiere al vento. Il dato di fatto è che domenica Inter e Juve avranno le rose al completo per la gioia di tutti. O quasi. L'altro dato di fatto è che Mancini e i nerazzurri, attaccati perché "il club doveva impedire che Jovetic partisse per il Montenegro bla bla bla" hanno gestito la pratica al meglio. Il giocatore ha raggiunto il ritiro della sua Nazionale, è stato valutato "non idoneo al 100%", non ha giocato, è tornato a Milano. Tanto chiasso per nulla insomma.

Piccola parentesi sul "caso Capuano". Facciamo in fretta: chiunque abbia giocato in una squadra di calcio a 5, calciotto, terza categoria, amatori, Csi (sì, anche nel Csi) sa che la sfuriata di Capuano non è niente rispetto a certi vaffanculi che volano settimanalmente negli spogliatoi di tutta Italia. Nello spogliatoio succede di tutto, si dice di tutto, è concesso (quasi) tutto. Lo spogliatoio è il cuore di una squadra, la tana dove ci sbrana per trovare soluzioni. Profanarlo con uno smartphone è una vigliaccata da quattro soldi e qualche like su Facebook.

In chiusura mi piace tornare sui due casi divampati la settimana scorsa a distanza di poche ore l'uno dall'altro. Ovvero "La Spagna chiede 22 mesi di carcere per Messi" e "Blatter e Platini nella merda per i loro inciuci". Questa e altre minchiate le potete trovare su ilsensodelgol.it (Twitter: @ilsensodelgol).

Clamorosa ora d'aria nel carcere di Barcellona.

Carlos: "Partitella?"

Pedrito: "Ok. Facciamo le squadre".

Carlos: "Ok, parto io. Prendo Messi".

Pedrito: "Mmmmm...".

Ci piace pensare che possa finire così. Con la Pulce che imita Pelè in "Fuga per la vittoria" (1981, regia di John Huston) e organizza una mega evasione insieme a Carlos e Pedrito.

Non accadrà. Peccato.

Resta la macchia. Quella del giocatore più forte del mondo costretto a difendersi. Mica in campo, in tribunale. L'avvocatura dello Stato spagnolo se ne frega assai di calci e calcetti e chiede che il furbetto di Rosario venga condannato a 22 mesi e mezzo di carcere. Accusa: tra il 2007 e il 2009 avrebbe evaso 4.1 milioni di euro sfruttando paradisi fiscali. Un dribbling parecchio azzardato, insomma.

Non sappiamo come andrà a finire, ma sappiamo che:

1) Jorge, padre di Messi e presunta "mente" della porcata è un avido maledetto.

2) La Pulce non finirà in carcere ma gli faranno pagare fino all'ultimo centesimo.

3) In Italia gli avrebbero detto: "Hai evaso per 4,1 milioni? Giammai! Marrano! Ora te la facciamo pagare! Dacci 70 euro e la chiudiamo lì".

4)L'immagine di Messi è e resterà macchiata per sempre, in eterno, nei secoli dei secoli, ovvero fino al prossimo gol. Infine tutti si scorderanno della rogna fiscale al grido di "Miiiinchia seèfforte!". Precisino: "Ma ha evaso 4.1 milioni!". Altri: "Non guardare la pagliuzza nel suo occhio, pensa alla trave nel tuo".

Infine torniamo nel carcere di Barcellona.

Carlos: "Partitella?".

Pedrito: "Ok. Facciamo le squadre. Ma Messi non vale".

Carlos: "Ok, parto io. Prendo Platini".

Pedrito: "Mmmmm... Ok, allora io scelgo Blatter".

Carlos: "Non puoi. Blatter è uscito".

Pedrito: "Buona condotta?".

Carlos: "Ha vinto le lezioni. È il nuovo direttore del carcere".

Platini: "Mmmmmm...".

Buon Italia-Norvegia a tutti! (Twitter: @FBiasin)