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La patria, probabilmente, è come la famiglia, se ne sente il suo valore solo quando la si perde… Zorro l'ha capito prima di tutti

La patria, probabilmente, è come la famiglia, se ne sente il suo valore solo quando la si perde… Zorro l'ha capito prima di tuttiTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 8 aprile 2015, 00:002015
di Fabrizio Ponciroli
Nato a Magenta il 28/4/1974, giornalista professionista dal 2001. Vanta collaborazioni con diverse testate web e cartacee, oltre ad esperienze da telecronista. Opinionista Campionato dei Campioni. Direttore del mensile cartaceo CALCIO2000

"Voglio dire una cosa a tutti voi. Avete non so quale complesso nel parlare dei valori degli italiani. Nessuno al mondo sa soffrire come i vostri calciatori, io ho imparato tutto dalla professionalità dei giocatori italiani. Il calcio italiano ha ottenuto i migliori risultati quando aveva 3 grandi stranieri e 8 italiani. Lo sgretolamento del Milan è iniziato da quando non c'è più lo zoccolo duro. Che razzismo, che fascismo! Che problemi avete? Non ho mai capito questo. Sono straniero e per me è ovviamente più facile dirlo. Bisogna dare valore ai propri valori, perché è un valore. Non si ha idea di come e quanto un giocatore italiano possa insegnare a uno straniero. Io ero un giocatore serio ma la serietà vera nel calcio l'ho imparata da voi italiani. E' un valore assoluto. Questa base andrebbe tenuta sempre. Poi ci sono anche casi di squadre internazionali che vincono tanto, ma in Italia è dura. Non è retrogrado, è naturale"… Parole e musica di Zorro Boban. Passate per lo più in sordina, in realtà, queste dichiarazioni meritano tutta la nostra attenzione. Se, ad annunciarle, fosse stato un italiano, apriti cielo.

Avremmo gridato al razzismo o, come evidenzia lo stesso Boban, forse anche la fascismo. Invece, dette da uno straniero, ci permettono una riflessione importante. Onestamente, come dargli torto? Da anni continuiamo a ripeterci che ci sono troppi stranieri (scarsi, quelli buoni sono i ben venuti), che i giovani italiani non hanno spazio, che la Nazionale è povera perché c'è poca scelta e potrei andare avanti all'infinito. Flaubert, tra le tante perle di saggezza che ci ha regalato, ci ha donato un "La Patria, probabilmente, è come la famiglia, se ne sente il suo valore solo quando la si perde…". Vero, verissimo. Solo adesso che arranchiamo, comprendiamo quanto sarebbe opportuno trovare il modo di cambiare le regole del gioco. Più italiani non significa chiudere le porte in faccia agli stranieri ma selezionarli in maniera più oculata. Guardate la Juventus. Quando perdono, ci sono italiani del calibro di Buffon, Bonucci, Chiellini, Pirlo e via dicendo che sanno gestire la situazione. E' un fatto culturale. Sono nati qui, sanno cosa vuol dire indossare una certa maglia… Al Milan o all'Inter, è già più complicato tutto questo, proprio perché manca quello zoccolo duro che farebbe tanto comodo quando le cose non vanno. Certo, quando si ha uno squadrone (Inter del Triplete), è chiaro che tutti questi discorsi vanno a cadere. Il problema è che i nostri club non sono più in grado di allestire gli squadroni di una volta e quindi bisogna avere il coraggio di, lo ripeto, cambiare le regole. Non servono delle norme federali, basterebbe solo provarci. Il Sassuolo o l'Empoli ci hanno provato e non mi pare vadano malissimo, o sbaglio? E sapete cosa vi dico: probabilmente, con più italiani in rosa, anche gli stranieri ne gioverebbero perché imparerebbero prima il valore della maglia che indossano, proprio come è capitato ad un illuminato del calcio come Boban