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Le follie di settembre: dalla vergogna alla ribalta in 3 giorni. L'Inter risorge. Dubbi Juve. Milik e Napoli: Giuntoli vince ancora

Le follie di settembre: dalla vergogna alla ribalta in 3 giorni. L'Inter risorge. Dubbi Juve. Milik e Napoli: Giuntoli vince ancoraTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 19 settembre 2016, 00:002016
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Siamo alle solite. Il calcio lo amiamo per questo ma ci fa venire anche la gastroenterite per lo stesso motivo. Il giorno prima è tutto nero, il giorno dopo splende il sole. L'evoluzione dell'Inter e l'umore dei suoi tifosi è sconvolgente. Il giovedì in Europa League sembrava una squadra scarsa di serie B. Passano tre giorni e, al di là della vittoria, impone ritmo e gioco alla Juventus mandando in estati i suoi tifosi. Bene, queste vittorie possono farti svoltare la stagione. L'Inter, con la Juve, ha giocato bene ma ha avuto anche il grande merito di aver ribaltato in pochi minuti la partita. Se ribalti così una gara contro la Juventus significa che delle qualità le hai. Allora bisogna lavorare su quelle. Icardi ha una marcia in più. E' un top e per fortuna dell'Inter non è andato via. A volte, non c'è valore che tenga. L'Inter ha una batteria di attaccanti ed esterni da far invidia a mezza Europa, conosce i suoi limiti e sa bene che in difesa e sugli esterni bassi è precaria. Il problema delle squadre di calcio, 90 su 100, sono i calciatori viziati e gli allenatori che da soli si complicano la vita. Se De Boer inizia a fare le cose semplici, allora, potrà togliersi delle grandi soddisfazioni. Il problema del calcio è che siamo troppo umorali e soprattutto si giudica sempre il risultato. Noi proviamo ad andare oltre. Bisogna giudicare le prestazioni. L'Inter con Chievo e Palermo è stata inguardabile, a Pescara cinica ma non meritava i 3 punti, mentre con la Juventus ci è piaciuta molto. Forse non ci saremmo aspettati una partita così, questi ritmi e la forza nel rialzarsi dopo la scoppola presa. Merita una riflessione la Juventus. Premesso che restiamo sulla posizione che quest'anno per lo scudetto non ce ne sarà per nessuno, la Juve rischia di avere delle difficoltà per colpa della troppa pressione che si è creata attorno a questa squadra.

Certamente più in Europa che in Italia. Troppe pressioni dopo un mercato clamoroso. Per il popolo juventino, con il Siviglia bisogna vincere 3-0, a Milano con l'Inter che era reduce da quella figuraccia in Europa League bisognava vincere fischiettando ma questo errore lo possono commettere i tifosi e non gli addetti ai lavori. Allegri e Marotta sanno bene che le partite vanno tutte giocate. Dietro ogni angolo c'è un'insidia e basta sbagliare un allenamento in settimana che da fenomeni si torna alla normalità. Bisogna anche specificare che questa Juve, come qualsiasi altra squadra, non può fare a meno delle sue certezze: Higuain è una di queste. Allegri ha troppi top player e questo deve essere motivo di forza e non diventare una nota stonata. La Juve può perdere una partita ma non perderà questo campionato. L'Inter cerca la costanza e questo sarebbe il primo grande traguardo da raggiungere. E' presto per verdetti e giudizi e il campionato è appena iniziato ma qualche valore inizia ad emergere. Milik fa sognare Napoli e grazie ad Arkadiusz Milik abbiamo due conferme. La prima è che Sarri valorizza tutti gli attaccanti e anche se mi metto io al centro dell'attacco del Napoli un gol, prima o poi, lo faccio. Grande merito al Mister e al suo gioco. Uno come Sarri è venuto fuori troppo tardi e tornando indietro avrebbe meritato un'occasione come Napoli solo qualche anno prima. La seconda conferma è del Direttore Sportivo. Mentre Napoli contestava per la partenza di Higuain e sognava Icardi, Giuntoli chiudeva per Arkadiusz Milik. Tutti zitti e a casa. Se vi va bene è così altrimenti problemi dei tifosi e della stampa. Questa, per un direttore, è una grande forza. Milik può migliorare, come tutta la squadra, ma è partito come tutti sognavano e nessuno credeva. Per volare così in alto ci vogliono ali forti. Ed è sempre l'uomo che fa il calciatore e mai il calciatore che fa l'uomo. Questa frase, molti tesserati dell'AIC, ancora non l'hanno capita bene.