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Messi ha un'utilità? Che cambi squadra. La Roma perde un'occasione, ed è una di troppo: soprattutto con la Juventus troppo vicina. È la stagione più strana del mondo: chi può vincere lo Scudetto?

Messi ha un'utilità? Che cambi squadra. La Roma perde un'occasione, ed è una di troppo: soprattutto con la Juventus troppo vicina. È la stagione più strana del mondo: chi può vincere lo Scudetto?TUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
domenica 22 novembre 2015, 09:062015
di Andrea Losapio

Lionel Messi è il miglior giocatore del mondo. Cristiano Ronaldo può esserlo altrettanto: nell'immensa discussione se uno o l'altro può passare alla storia come il dominatore del calcio alla prima decade degli anni duemila, ci può essere un passaggio di testimone con il Clasico di ieri sera. Perché se è vero che bisogna andare con i piedi di piombo nel pensionare questo o l'altro giocatore da Pallone d'Oro, è altrettanto chiaro come il Barcellona abbia impartito una lezione al Real Madrid. Da una parte Cristiano Ronaldo c'era, dall'altra Messi no: cosa significherebbe, almeno sulla carta? Real ampiamente favorito. Invece, al di là degli errori possibili di Benitez, c'è stata una squadra di extraterrestri e un'altra "normale", colpita tra capo e collo, più volte, nel proprio animo. E questo senza il suo uomo simbolo, con Claudio Bravo che un paio di volte ha salvato la porta, ma con Lionel che guardava dalla panchina fino allo 0-3, mettendo lo zampino sullo quarto gol. Ha un'utilità, in questo momento, Messi nel Barcellona? No. Oltre a quella meramente scenica e chiaramente decisiva dell'essere il migliore al mondo. Con Suarez e Neymar ci sono due super campioni che possono trascinare i blaugrana, pur senza il proprio capitano nonché numero 10. Lasciando perdere Iniesta. Così Leo, anche per certificare il suo status di migliore giocatore al mondo, deve cambiare squadra. Come Maradona a Napoli, e non come Pelè negli anni 70: il Santos era il club più forte del mondo, ma l'Europa rimane una grossa pecca. Così Messi: scelga, magari da globe-trotter, un'annata in Premier, una in Serie A e, volendo, una nella Bundesliga. Applausi a Luis Enrique, perché il suo undici gioca un calcio meraviglioso.

Torniamo al nostro campionato. Di marziani non ce ne sono, nemmeno la Juventus che, sulla carta, avrebbe un vantaggio enorme dato il fatturato clamoroso che può contare rispetto agli altri. Napoli in primis, che ha chiuso il bilancio dell'anno passato con un meno tredici che non grida vendetta, ma con la chiara idea che la Champions è assolutamente decisiva, quasi come vendere un grande campione l'anno. De Laurentiis non sbaglia dal punto di vista economico, il progetto deve essere sostenibile, ma la crescita sarà sempre molto lenta: anche con il possibile stadio di proprietà, servirebbe un brand forte al di fuori dall'Italia, sui mercati emergenti. Come la Premier che, al di là dei soldi delle televisioni, ha la possibilità di essere indipendente per le tante entrate. Così la Juventus rimane la solita candidata per lo Scudetto, anzi favorita, perché a gennaio potrebbe cambiare tutto. A patto di non essere troppo distante dalla vetta: la vittoria sul Milan, arrivata ma senza brillare più di tanto, non può essere l'unica. Ecco, proprio i rossoneri sono stati riportati sulla terra dopo tre affermazioni consecutive, ma è complicato capire qual è la gara peggiore: il pareggio con l'Atalanta o la sconfitta con la Juve? Verrebbe da dire la prima, con paradosso del risultato. Chi perde occasioni è la Roma, che gira il risultato dopo il gol iniziale di Masina, ma che a fine partita viene fermato dal rigore di Destro sul risultato di due a due. È un'occasione persa, e lo è di troppo: solo un filotto può dare la giusta considerazione alla Roma, nella sua possibilità di vincere lo Scudetto: Garcia, probabilmente, deve ancora trovare la quadratura di un cerchio che diventa un'ossessione. I giallorossi, sulla carta, sono forti, fortissimi. Poi si fermano. Inter e Fiorentina, così, hanno la possibilità di allungare sulla diretta concorrente, ma ogni settimana gli sfidanti si mangiano punti a vicenda. Sono tre squadre, inserendo pure il Napoli, troppo incompiute per essere prese sul serio. Però è ancora presto: in Italia, negli ultimi 15 anni, ha vinto sempre la migliore. L'unica e ultima vera e propria sorpresa è il Milan di Zaccheroni, con Guly e Bierhoff, Weah e Leonardo. Un secolo fa.

Questioni sorprese: il Sassuolo non potrà vincere lo Scudetto ma durerà ragionevolmente a lungo, Berardi deve esplodere e a quel punto potrebbe diventare una mina vagante. Atalanta e Torino si sfidano oggi, la Lazio appare aver saltato un battito, perdendo il ritmo. Il mercato è ancora di qui da venire, fra Candreva, Lavezzi, Feghouli e tutti i nomi che stanno scaldando questo tiepido inverno. In attesa che i fenomeni tornino pure da noi - ora sono tutti in Liga, e non sarà un processo veloce da assorbire - possiamo goderci del campionato più bello degli ultimi anni. Per questo in redazione abbiamo fatto un giochino, chi inanella più risposte esatte guadagna una cena. Per chi mi manda una mail o un tweet - e fa un grande slam - potrei offrirgliela pure io. Fa fede chi me la manda prima, ovviamente. Le domande sono queste.

1) chi vince lo Scudetto.
2) chi va in Champions.
3) chi retrocede.
4) il capocannoniere del campionato.
5) chi vince l'Europa League
6) chi vince la Champions.
7) chi vince la Coppa Italia.
8) chi vince il Pallone d'Oro.
9) chi vince l'Europeo.
10) quando verrà eliminata l'Italia.

Buon pronostico a tutti.