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Ricostruzione Inter, i rinnovi di Napoli e Milan. La Roma di Monchi

Ricostruzione Inter,  i rinnovi di Napoli e Milan. La Roma di Monchi
© foto di Federico De Luca
giovedì 27 aprile 2017, 08:032017
di Luca Marchetti

Nessuno si sarebbe mai aspettato una situazione in casa Inter così complicata un mese fa. La dirigenza nerazzurra dà piena fiducia a Pioli, considerato in questo momento senza alcuna ipocrisia il migliore. Non il migliore in assoluto. Il migliore in questa situazione. Dichiarare fallito il progetto Pioli significherebbe riazzerare tutto e cominciare di nuovo da capo. Vorrebbe dire aver perso un altro anno. Non è detto che a priori sia un errore. Di sicuro la squadra non solo non ha ottenuto quel piazzamento in Champions League che era considerato un obiettivo quasi miracoloso (ma che ogni interista in cuor proprio sapeva di poter ottenere) ma ora rischia seriamente di essere ancora fuori dall'Europa, cioé fare peggio rispetto alla scorsa stagione.
Il problema è che per fare calcio ad altissimi livelli ci vuole esperienza e i cinesi hanno tutto fuorché quella. Non bastano i soldi per cambiare la storia recente. Aiutano, di certo. Ma ci vuole tempo per strutturare la società come Suning vorrebbe. Abbiamo fatto una rapida ricerca: nessuno (nei grandi club) è riuscito a vincere il primo anno dopo aver cambiato proprietà. Qui siamo al doppio salto (Moratti-Thohir Thohir-Suning) con un'identità che ancora è più adagiata sulla filosofia morattiana (ed è anche logico e naturale che sia così) senza che però ci sia più Moratti. A vincere non ci è riuscito subito il Chelsea, non il City, neanche il PSG il cui compito era decisamente più semplice. Lo hanno fatto l'anno successivo. Certo non raccolsero proprio nulla, certo non fu una stagione così avara di soddisfazioni. Ma abbiamo allargato la ricerca alle proprietà cinesi, cioé a chi ha un modo di pensare e gestire completamente diverso da quello a cui siamo abituati. Bene: praticamente tutte le società gestite da proprietari cinesi stanno facendo o hanno fatto male. Anche chi è "cinese" da un po' più di tempo. I nuovi capitali sono entrati da pochissimo nel calcio e quindi ci vuole tempo anche per loro per potersi strutturare. Il problema è che all'Inter di tempo non c'è. C'è bisogno di tornare ad essere grandi subito. Ecco perché ogni risultato che non arriva è un problema grosso. Ecco perché i fantasmi dei grandi allenatori sono sempre alle spalle di Pioli. Ecco perché ognuno è autorizzato a dare un consiglio a Zhang (junior o senior che sia). La necessità di fare pratica non si sposa con la necessità di fare risultato. Ma la potenza economica può accorciare i tempi e può allo stesso tempo regalare soddisfazioni. Ecco perché molto dipenderà da quello che succederà quest'estate. I grandi nomi portano sempre entusiasmo, poi toccherà a Pioli (o meglio: all'allenatore dell'Inter visto che probabilmente neanche lui sa se rimarrà o meno in nerazzurro) trovare il giusto equilibrio, e non sarà affatto facile. Non più facile di quest'anno.

Ma i nomi ci sono e sono importanti, sempre con un occhio alle imposizioni del FFP a cui in un modo o nell'altro bisogna sottostare.
È all'inizio del cammino anche il Milan. Paradossalmente il fatto che Han Li e Yonghong Li siano molto meno presenti di Suning potrebbe essere un vantaggio per Fassone e Mirabelli. Fassone intanto si è già praticamente preso tutte le responsabilità delle azioni future della società. Mirabelli ha il compito di utilizzare al meglio i soldi messi a disposizione per il mercato, che, secondo gli accordi, sono 100 milioni al netto delle cessioni. Ma le questioni più importanti in casa Milan sono i rinnovi. Per Donnarumma basterà aspettare: le grandi manovre sono iniziate, Raiola ha espresso le sue necessità. Starà al nuovo Milan convincerlo che ci sarà una grande prospettiva (e un grande stipendio): la carriera di Donnarumma è lunga. Il secondo rinnovo delicato è quello di De Sciglio: nelle prossime ore previsto un incontro con il suo manager Branchini. Libero di andare se dovesse avere un'offerta (della Juve?) ma dovrà essere un'offerta parametrata al valore del giocatore. Un giocatore ritenuto importante dai rossoneri.
A proposito di giocatori importanti: il Napoli e Mertens stanno provando a trovare un accordo. Il problema dal punto di vista economico dovrebbe essere praticamente risolto. Il nuovo ingaggio dovrebbe essere intorno ai 4 milioni di euro, la clausola fra i 30 e i 35 (anche se in realtà il ragazzo vorrebbe una clausola più bassa, fondamentalmente per la Cina). Per De Laurentiis la situazione dipende dalla moglie (che perlatro risulta sia a Napoli in questi giorni). Ma al di la di chi decide o meno la verità è che De Laurentiis è pronto a fare uno sforzo importante per mantenere il ragazzo in azzurro e che al contempo Mertens prende ancora tempo (per dinamiche familiari o meno non è dirimente) e che quindi può valutare anche altre destinazioni: perché no anche con la moglie.
Pillole di mercato: la Fiorentina sta sondando Matheus della Fluminense (scadenza dicembre 2017) che piace anche al Benfica. Vorrebbero capire quando costerebbe portarlo in anticipo in Italia. Mentre si è molto parlato di Schik in questi ultimi giorni. L'ultimo a parlarne è stato Ferrero, in queste ultime ore. Ha proposto all'entourage del giocatore di alzare la clausola da 25 milioni a 40. Al momento non è stato firmato nulla perché l'aumento è considerevole e per accettare ci vorrebbe che il contratto del ragazzo cambi di conseguenza: a cifre decisamente più importanti e con altri bonus. Con tutte le squadre che lo seguono sarebbe una sorpresa un rinnovo ora con la Samp.
Per una volta non abbiamo parlato di panchine, ma è inevitabile farlo con la Roma. Ufficializzato il suo nuovo direttore sportivo molti si chiederanno chi sarà il nuovo capotecnico. Molti puntavano su Emery, ma dalla Francia filtra che rimarrà al PSG. La rosa si restringe ma in realtà è costretta ad allargarsi. Ci vuole peraltro un allenatore che sappia parlare la stessa lingua del nuovo direttore sportivo abilissimo a trovare nuovi talenti, ma ci vuole poi qualcuno che sappia farli giocare e metterli in mostra nel miglior modo possibile. Il suo Siviglia incassava soldi e trofei, ripetere la stessa esperienza a Roma sarebbe eccezionale. Ma le qualità per poter intraprendere un ciclo redditizio ci sono.
Reggetevi forte il mercato non è neanche iniziato.