Job: "Ungheria nuova avventura dopo oltre 10 anni in Italia"
Ai microfoni di Tuttomercatoweb Thomas Job ci parla della sua avventura in Ungheria dove da questa stagione difende i colori dell'Honved. Classe 1984, Job ha lasciato l'Italia dove vi era approdato nel 2000 vestendo sette maglie diverse.
Thomas, cosa ti ha portato in Ungheria?
"Ero in scadenza col Cittadella e non abbiamo trovato l'accordo per il rinnovo. Mi sono ritrovato senza squadra fino a che non mi ha tesserato il Bologna. In realtà in Emilia sono stato praticamente di passaggio essendo stato ceduto immediatamente all'Honved che si era interessato a me. La soluzione mi è piaciuta da subito perché dopo tanti anni in Italia avevo voglia di provare qualcosa in un altro paese".
Qual è il livello del calcio ungherese?
"A livello tecnico e tattico, se escludiamo il Debrecen e un po' il Videoton il livello è inferiore alla nostra Serie B, ma rispetto alla nostra cadetteria è molto più agonistico e fisico".
Come è stato l'impatto in una realtà così diversa?
"Devo dire la verità, mi sono trovato subito molto bene. Qui c'è un tecnico italiano, Marco Rossi, un direttore sportivo italiano, Fabio Cordella e diversi giocatori italiani. Con gli altri comunico in inglese, considerato che l'ungherese è difficilissimo da imparare e comprendere".
Come valuti la tua stagione?
"Direi positiva. Anche se non ho fatto gol sono riuscito a servire diversi assist. Siamo messi bene in classifica e possiamo ancora ambire al terzo posto che vorrebbe dire Europa League".
Il tuo futuro è all Honvede?
"A oggi non posso dire che rimarrò. Sia chiaro, l'esperienza all'Honved finora è positiva ma un giocatore ambisce anche a qualcos'altro. Non dico in Italia o nella stessa Ungheria, ma anche nei paesi vicini ci sono buone squadre dove giocare e fare altra esperienza. Vedremo".
L'ambiente ungherese ti ha accolto bene?
"Gli ungheresi son persone discrete, certamente non calorose come in Italia, e faticano a darti confidenza. A Budapest però mi trovo bene e anche col cibo ho la fortuna di avere una moglie italiana che non mi fa sentire la nostalgia della cucina italiana".