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esclusiva

M. Rossi: "Gioco e qualità individuale, Ungheria mina vagante"

ESCLUSIVA TMW - M. Rossi: "Gioco e qualità individuale, Ungheria mina vagante"TUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com
domenica 26 giugno 2016, 14:002016
di Stefano Sica

Anche quest'anno ha condotto l'Honved in sicurezza tagliando una salvezza brillante, la seconda della sua gestione dopo il raggiungimento dei preliminari di Europa League al primo tentativo. Per Marco Rossi, dopo quattro anni in Ungheria, il calcio magiaro è quasi materia scientifica. A maggior ragione oggi che la Nazionale di Bernd Storck, di scena agli Europei in Francia, stupisce e sogna lidi ancora più prestigiosi, Belgio permettendo. Insomma, c'è un sottile filo rosso che lega l'esperienza quadriennale del tecnico piemontese a Budapest (ci sarà ancora lui sulla panchina rossonera, inizio il 16 luglio in trasferta con l'Ujpest) e l'exploit di un movimento che ha tanti margini di crescita.

Vi siate salvati agevolmente e, a un certo punto, avete anche sfiorato l'aggancio alla zona Europa League.
"Sì. Ci siamo salvati a sette giornate dalla fine e, avessimo vinto con l'Ujpest, quando mancavano cinque turni, ci saremmo messi ad un solo punto dalla quarta e, probabilmente, entusiasmo e convinzione ci avrebbero portati all'obiettivo. Ma resta sempre un'annata favolosa. E siamo orgogliosi di aver rispettato determinati parametri che, da tempo, sono per noi vitali".

Quali?
"Noi siamo i primi in Ungheria, ed i quindicesimi in Europa, per valorizzazione di giovani della propria Accademia. Per accedere ai contributi, bisogna schierare nella formazione titolare non più di tre stranieri ed almeno due giovani di serie che, a partire dal prossimo campionato, dovranno essere nati non prima del 1 gennaio 1996. Sono questi i parametri stabiliti dalla Federcalcio ungherese e noi li osserviamo appieno anche perché la nostra società non può contare su quelle risorse a disposizione delle big. I risultati, però, stanno arrivando lo stesso grazie ad un ottimo gruppo e al mio staff, nel quale c'è come sempre Cosimo Inguscio. Salvarci con tranquillità è stato un traguardo straordinario. Nel periodo in cui non ci sono stato, si sono avvicendati tre allenatori. E purtroppo il cammino non è stato lineare. Poi il cambio di marcia mi pare ci sia stato, numeri alla mano".

In questo senso cosa propone il vostro vivaio?
"C'è tanto di buono e anche dei '98 interessanti che militano con la nostra Under 19, ma dobbiamo valutarli. Intanto siamo concentrati sulla costruzione della rosa. E' arrivato dal MTK Budapest Ádàm Hajdù, che è un terzino sinistro del '93. Poi stiamo recuperando Bemutatkozik Dark, un attaccante congolese preso in inverno ma che non ha giocato per problemi fisici. Infine sono rientrati molti ragazzi dai vari prestiti in Europa. Ora cerchiamo un classico numero 10 che sappia giocare tra le linee o possa fungere da seconda punta".

L'obiettivo sarà sempre quello della salvezza?
"Chiaro, dobbiamo partire da lì. Se poi alzeremo l'asticella, tanto meglio. Non nego che ho avuto qualche offerta, ma sono pronto per questa nuova avventura qui".

Con l'ungherese come va?
"Un po' meglio rispetto al primo giorno, ma si tratta di una lingua davvero ostica. Continuo sempre a comunicare in inglese".

Quante sono le possibilità che il movimento calcistico ungherese possa espandersi, partendo dalla continuità della propria Nazionale?
"Bisogna dire che qui determinati aspetti sono migliorati. A partire da stadi e strutture. Il Ferencvarosi, per esempio, ha un gioiellino: la Groupama Arena, che sembra una Allianz Arena in miniatura. Poi c'è un lavoro iniziato dall'ex ct Pal Dardai, che ora è all'Hertha Berlino, e continuato dall'attuale tecnico Storck che era stato suo collaboratore e responsabile dell'Under 21. A mio avviso proprio gli input di Storck sono stati fondamentali per far sì che certe normative privilegiassero chi utilizza maggiormente i giovani. Quando vedo l'Ungheria, ammiro una squadra compatta e di carattere, anche senza grandi star. La Nazionale si è qualificata agli Europei dopo 24 anni. E credo che nessuno si aspettasse il raggiungimento degli ottavi. Ma ciò non mi meraviglia, i giocatori di qualità sono tanti".

Ad esempio?
"Penso innanzitutto al portiere, Kiraly. E' forte e ancora molto efficace, nonostante la sua età. Mi spiace che sia sottovalutato da qualche oponionista, forse per il fatto che esteticamente non sia impeccabile. Lui milita nell'Haladas e, contro di noi, si può dire che ha conquistato quasi da solo sette punti su nove, in tre partite. In due gare, ci ha neutralizzato altrettanti rigori, nella terza ha fatto degli autentici miracoli. Poi il centrocampo, con Pinter, Nagy e Gera, è praticamente quello del Ferencvarosi campione, squadra che tra l'altro ha fornito la maggior parte dei propri giocatori alla Nazionale. Quindi c'è un elemento molto interessante come Dzsudzsák, che ora è in Turchia e con la Dinamo Mosca ha fatto molto bene".

Chi di questi può essere pronto per il campionato italiano?
"Nagy è un giocatore molto veloce oltre che un gran recuperatore di palloni. Ha grandi margini di miglioramento, vista anche l'età, e può essere un innesto di buona prospettiva. Tra l'altro, con gli staff tecnici italiani, non potrebbe che crescere. Ma io punterei sullo stesso Dzsudzsák anche per l'esperienza internazionale che ha. Su qualche talento ungherese si può scommettere, anche perché costano poco e possono rendere tanto".

Come finirà col Belgio?
"E' chiaro che l'Ungheria parte sfavorita, anche perché il Belgio ha giocatori individualmente superiori anche a quelli dell'Italia. Nel 4-2-3-1 di Storck, darei fiducia a Nikolic come terminale offensivo, anche se ha giocato poco: lui è un giocatore di grande qualità, adatto ad un'impostazione che punti sulla chiusura degli spazi e le ripartenze. Nikolic è infatti un attaccante molto veloce e che, peraltro, vede bene la porta. Non a caso è stato capocannoniere in Polonia col Legia Varsavia".

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