Premier, il City guida la rivoluzione: si spende per gli inglesi
Cambiano i tempi, cambia il mercato: le società di Premier League, in anni recenti, sono state sempre prodighe di affari costosi, ma di solito guardavano al di fuori dei confini inglesi per i loro acquisti di maggior peso economico. L'estate 2015, invece, segna l'inversione di tendenza, in particolare per il Manchester City. Che, dimenticate le ristrettezze imposte dal fair play finanziario, ha speso tanto e soprattutto per giocatori inglesi: la ciliegina è Raheem Sterling, pagato poco meno di 70 milioni di euro. Ma per strappare Patrick Roberts al Fulham ne sono serviti ben 14 e poco meno, 11,5, per convincere l'Aston Villa a cedere Fabian Delph.
Quasi 100 milioni di euro, per un tris di acquisti, due dei quali non raggiungono i 20 anni d'età. Se si somma a questo il trasferimento di Nathaniel Clyne, pagato 18 milioni di euro dal Liverpool al Sunderland, si nota l'inversione di tendenza: la Premier spende come sempre, ma soprattutto per giocatori inglesi.