Tuchel, Mkhitaryan e Weigl. I cardini del rinato Borussia

Un cammino netto, quello del nuovo Borussia Dortmund di Thomas Tuchel chiamato a rivitalizzato la squadra ereditata, nuovamente, da Jurgen Klopp: 9 gare ufficiali fra Europa League, Bundesliga e DFB-Pokal ed altrettante vittorie frutto di un gioco spumeggiante che ha rivitalizzato alcuni calciatori che nella passata stagione sono stati l'ombra di se stessi. Come al Mainz Tuchel è entrato in punta di piedi nello spogliatoio che fu di Klopp, cambiando poco a livello tattico, ma molto a livello mentale ridando stimoli a un gruppo che appariva appagato e a fine ciclo dopo i trionfi in Germania e una finale di Champions League giocata e persa coi rivali di sempre del Bayern Monaco. Il tecnico ha mandato in panchina un monumento come Weidenfeller affidando la porta allo svizzero Burki e gestito al meglio il dopo Kehl, ritiratosi, puntando sul giovane Julian Weigl, classe '95 arrivato dal Monaco 1860, come mediano davanti alla difesa al fianco di Gundogan. Il nazionale under 20 tedesco ha convinto a tal punto che non è più uscito dal campo dopo il buon esordio in Europa League contro il Wolfsberger, riposando solo in DFB Pokal.

Il capolavoro però è stato restituire il vero Henrikh Mkhitaryan al Borussia Dortmund dopo una stagione in cui era apparso svuotato di ogni energia tanto da far parlare di un suo addio ai colori gialloneri e alla Germania, con la Juventus nel suo destino. Lavorando sopratutto sulla testa dell'armeno Tuchel ha ridato al giocatore motivazioni e stimoli e i risultati si sono visti immediatamente: nove gol in nove partite ufficiali per Mkhitaryan e sette assist, una media mai tenuta da quando è sbarcato in Germania e che il fantasista vuole mantenere a lungo. Perché la stagione è appena all'inizio e il Borussia Dortmund vuole tornare a recitare il ruolo da protagonista in Germania e in Europa.