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VIOLA, GIOCARE (E VINCERE) È LA MIGLIOR CURA. BASTA POLEMICHE: GLI ERRORI COMMESSI HANNO PIÙ DI UN COLPEVOLE
mercoledì 1 ottobre 2014, 00:00L'opinione
di Andrea Giannattasio
per Firenzeviola.it

VIOLA, GIOCARE (E VINCERE) È LA MIGLIOR CURA. BASTA POLEMICHE: GLI ERRORI COMMESSI HANNO PIÙ DI UN COLPEVOLE

Forse la miglior cura di tutte è quella di tornare in campo a circa 2000 chilometri da Firenze, lontano dalle polemiche e dalle fazioni che in questi ultimi giorni, per non dire settimane, stanno dividendo il pianeta viola. Da un lato i disfattisti, coloro che vedono solo lo scuro in ogni singolo risultato della Fiorentina (trascurando tutte le assenze di una rosa che a Torino e anche contro la Dynamo domani sera si presenterà di fatto all'osso). Dall'altro gli inguaribili ottimisti, quelli che anche davanti ad una classifica deficitaria e ad un gioco solo lontano parente di quello visto nelle ultime due stagioni si attaccano solo alla sfortuna e tirano in ballo la storia (del tutto fine a sé stessa) che la Fiorentina ha racimolato quasi gli stessi risultati dello scorso campionato contro gli stessi avversari (unica eccezione il pari col Sassuolo, laddove pochi mesi fa arrivò un clamoroso ko). Dove sta la verità in questo mare magnum di inspiegabili veleni? Sicuramente nel mezzo, come dicevano i latini. Né nel distattismo più cupo né nell'ottimismo più cieco, ma al centro.

La conseguenza più logica di tutto questo porta poi alla divisione delle colpe, che non devono essere attribuite ad uno solo o a nessuno ma certamente a tutti. Fermo restando che è assolutamente prematuro fare processi ad una squadra ad oggi fortemente mutilata dopo appena cinque giornate di campionato, c'è sicuramente un concorso di responsabilità nel difficile avvio di stagione della Fiorentina: da uno stato di forma fisica di alcuni giocatori chiave che ancora tarda ad arrivare, da un mercato che è esploso solo nelle ultime ore e che ha consegnato al tecnico dei giocatori fondamentali a preparazione estiva ormai conclusa, fino a degli obiettivi stagionali troppo ambiziosi e sbandierati ad inizio anno dalla dirigenza in tempi forse prematuri passando per un allenatore, il buon Vincenzino Montella, il quale - davanti al primo vero momento di difficoltà in oltre due anni di gestione - sta prendendo tutto troppo sul personale ogni critica (spesso e volentieri legittima) che viene rivolta alla sua squadra. Ne ha fatto le spese di recente, a Torino, proprio chi vi scrive.

Lo spazio delle polemiche, però, adesso deve finire e l'unica parola d'ordine da oggi, direttamente dalla fredda Minsk, deve essere solo una: lavoro, lavoro e lavoro. Centrare il secondo successo consecutivo in Europa League vorrebbe dire non soltanto mettere una seria ipoteca sul passaggio del turno ai sedicesimi di finale ma contribuirebbe sicuramente a rasserenare un ambiente davvero sull'orlo di una crisi di nervi. Per troppo ottimismo e per troppo pessimismo.