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UNA SERATA DA DIEZ: NICO HA L'OCCASIONE DI SILENZIARE LE CRITICHETUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 18 aprile 2024, 15:00Notizie di FV
di Alessandro Di Nardo
per Firenzeviola.it

UNA SERATA DA DIEZ: NICO HA L'OCCASIONE DI SILENZIARE LE CRITICHE

Saette all'orizzonte, cielo tetro su Firenze. Un tempo da lupi per una serata vietata ai deboli di cuore. Non lo è, o quantomeno deve dimostrare di non esserlo, Nicolas Gonzalez da Belem de Escobar. Lui che un lupo ce lo ha tatuato, è chiamato a guidare la sua Fiorentina da capobranco in una delle serate più importanti nella storia recente del club. Partirà titolare, dopo la panchina propedeutica col Genoa. E c'è da giurare che gli occhi dei ventimila del Franchi saranno molto critici soprattutto per lui, uno che comunque, in una delle sue prime dichiarazioni in Italia, parlò chiaro: "La pressione? Quella la sentono i dottori, io no".

Critiche - In un momento complicato per tutta la squadra, reduce dall'ennesimo inciampo in campionato, qualche critica è iniziata a piovere anche sulle spalle del diez. Il Nico scintillante della prima parte di stagione (9 reti da fine agosto a novembre) non si vede ormai da tempo: dal crack di Budapest (14 dicembre 2023, infortunio ai flessori). Da lì solo un gol nei restanti quattro mesi, uno score e delle prestazioni che hanno fatto puntare più di un dito verso colui che dal primo momento in cui ha indossato la maglia viola nell'estate 2021 ha avuto sopra di sé l'ingombrante etichetta di essere il giocatore più pagato nella storia della Fiorentina. Ventisette milioni, che poi son diventati almeno quaranta (come valutazione del cartellino) l'estate scorsa, quando ci provò il Brenftord. Pradé e Barone dissero di no, dando automaticamente al calciatore un valore di mercato superiore ai quaranta e passa milioni messi sul piatto dal club inglese e scommettendo sulla crescita di un giocatore rimasto però inceppato da dicembre. Adesso che le luci del set si accendono per una delle scene madri del film sulla stagione viola, Nico deve rimettere i panni del "main-character" e dimostrare di essere l'uomo da grandi occasioni, cosa che ha già fatto a Firenze.


Decisivo - Dall'altra parte dell'oceano li chiamano "Big-Game player", calciatori in grado di alzare l'asticella del rendimento quando il pallone e la posta in palio iniziando a scottare. Nico, fino ad adesso, può essere ascritto a quella categoria di calciatori: basta riavvolgere il nastro alla stagione scorsa. Andando a ritroso: decisivo nelle due sfortunate finali di Praga e Roma (assist per Bonaventura col West Ham, rete del prematuro vantaggio contro l'Inter), uomo di Basilea insieme a Barak (doppietta nella semifinale di ritorno) e di Poznan (un gol fatto e in generale un primo tempo gigantesco all'andata nei quarti della scorsa Conference); per parlare invece della prima stagione a Firenze, è suo il rigore di piombo che al 90' dell'ultima gara contro la Juventus certifica il ritorno in Europa della Fiorentina.

Redenzione - Già, il dischetto. Un rapporto idilliaco (dieci su dieci fino a dicembre scorso dagli undici metri per Nico) poi incrinatosi, con due errori consecutivi. Italiano è stato chiaro: il prossimo rigore lo tirerà comunque lui. E forse è proprio questo che manca per riaccendere la fiamma nel talento argentino: ritrovare confidenza dal dischetto, una rete, magari stasera, in una partita che si preannuncia incartata e che potrà essere quindi sbloccata anche così, per ritrovare fiducia in sé stessi. Perché basta un lampo, a maggior ragione in una serata da scosse elettriche forti, per ritrovare il diez, uno che in questi scenari di solito è in grado di esaltarsi.