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Agnelli, Sarri, Paratici e una cena da Juventus

Agnelli, Sarri, Paratici e una cena da JuventusTUTTO mercato WEB
mercoledì 12 febbraio 2020, 09:05Il corsivo
di Marco Conterio

Stesso posto, diversi interpreti. Ieri La Stampa ha messo sulla cartina del tempo juventino un luogo conosciuto e una data importante. Una tavola e una cena, un ristorante di Torino, Andrea Agnelli con Maurizio Sarri e poi anche Fabio Paratici. Un rendez vous per raccontarsi, per fare il punto, per capirsi, per capire. Non per mettere punti, ma per andare a capo, nuove virgole ed esclamativi semmai. La sconfitta di Verona, non certo Fatal ma indicativa, è un campanello d'allarme che la proprietà e la dirigenza hanno avvertito ma al contempo hanno voluto mettersi al tavolo con Sarri.

Il futuro nel menù All'allenatore hanno voluto dimostrare fiducia, Agnelli prima e Paratici poi. Proprietà, dirigenza. Una scelta opportuna perché la presenza sul campo, o quanto meno sul tavolo, sono necessarie quando le acque si agitano. La Juventus è prima, è agli ottavi di Champions League, eppure è nel mirino della critica e dei critici. Vincere sembra chiamare automaticamente altre vittorie, averle in bilico e non certo perdute sembra già una sconfitta. L'Inter ha investito in un progetto serio e concreto, è chiaro che sfidare Antonio Conte, che d'estate poteva essere, che con Agnelli mai sarebbe stato di nuovo, è un motivo d'ulteriore stimolo per la Juventus.

Una cena da Juventus Il cambio da Allegri a Sarri non è stato indolore, a posteriori è stata forse sbagliata qualche scelta a centrocampo ma ai blocchi di partenza nessuno che abbia alzato il pollice per dirlo. Rabiot e Ramsey si portavano dietro perplessità e dubbi che, almeno per adesso, non sono riusciti a superare e Sarri per ora non ha fatto fare il salto di qualità a Bernardeschi. Però, nonostante questo, la Juventus resta prima in Serie A ed è agli ottavi Champions dopo un girone europeo dominato. Però vedersi e fare il punto era necessario, per Agnelli, Paratici e Sarri. Far finta di niente, o tuonare per qualche goccia di pioggia, sarebbe stato o improvvido o sconsiderato. Certamente avventato. Invece no. A tavola, un confronto, per capire i perché di un progetto che non sta andando alla velocità sperata e programmata. La direzione, quella dell'Olimpo, è fissata. Solo che il treno stavolta è in ritardo. Nessun terremoto. Ma una scelta da Juventus.

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