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Maicosuel, il mago alla seconda chance europea

Maicosuel, il mago alla seconda chance europeaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 4 agosto 2012, 07:302012
di Gaetano Mocciaro

È il prototipo del brasiliano dell'immaginario collettivo: tecnico, dribblomane, innamorato del pallone. Uno che fa innamorare il pubblico ma magari incavolare l'allenatore. Tanto per intenderci in Brasile viene chiamato "O Mago" per l'abilità nel destreggiarsi palla al piede. A Udine già si fregano le mani per i suoi possibili duetti con altri due artisti del pallone come Muriel e Di Natale, senza dimenticare Fabbrini. Lui è Maicosuel Reginaldo de Matos, o più semplicemente Maicosuel.

Nato il 16 giugno 1986 a Cosmopolis, Brasile, Maicosuel si mette in mostra appena maggiorenne con la maglia del Paranà per poi fare nel 2007 il primo grande passo in avanti firmando per il Cruzeiro dove il suo talento inizia a farsi conoscere anche fuori dai confini nazionali. Un'altra puntata in un club altrettanto prestigioso come il Palmeiras e poi il primo salto in Europa. A prenderlo l'ambizioso Hoffenheim che in quel periodo dopo aver scalato tutti i gradini gerarchici tedeschi è arrivato in Bundesliga e intende puntare all'Europa. In Germania però, le cose non vanno come sperato, complice un infortunio e un adattamento mai del tutto completato: alla fine saranno 20 presenze e 3 reti, non sufficienti per meritarsi la conferma.

Si ricomincia da casa, Maicosuel va al Botafogo e illumina la scena a suon di dribbling, doppi passi, assist e qualche gol: 6 in tre anni. L'Udinese, che in Sudamerica ha spesso e volentieri pescato benissimo ha fatto suo, non curandosi troppo dell'esperienza tedesca. E poi, in fondo, tutti meritano una seconda chance.

Dove può giocare? Maicosuel è un centrocampista dalle spiccate doti offensive e la trequarti è il suo habitat naturale. Proprio per questa predisposizione Guidolin l'ha provato nel ruolo di seconda punta nelle prime amichevoli. Lui ha risposto segnando in più di un'occasione e servendo anche assist per i compagni. L'imprevedibilità e la fantasia sono le sue doti migliori. Una certa leggerezza fisica e l'egoismo tipico del giocatore supertecnico i suoi limiti. La Serie A nota per la ferrea disciplina tattica sarà un banco di prova e allo stesso tempo una scuola importantissima per la crescita di questo talento.