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Sampdoria: Checco Palmieri e... quel rigore indegno a Bologna

Sampdoria: Checco Palmieri e... quel rigore indegno a BolognaTUTTO mercato WEB
venerdì 10 aprile 2009, 08:202009
di Redazione TMW.
fonte di Diego Anelli per Sampdorianews.net
esclusiva Sampdorianews.net

Prosegue la serie di interviste esclusive dedicate ai personaggi che hanno lasciato un segno durante l'esperienza in blucerchiato. Stavolta Sampdorianews.net ha avuto il piacere di contattare telefonicamente Francesco Palmieri. L'attaccante di origini baresi ha indossato la nostra casacca tra il 1998 e il 2000, stagioni drammatiche sportivamente parlando per la Sampdoria, nelle quali però Palmieri si è contraddistinto per impegno, attaccamento alla maglia e goal pesanti nella massima serie.

Francesco, il ruolo di responsabile del settore giovanile del Parma ti sta riempiendo di soddisfazioni?
"Sono molto contento del mio lavoro, è il secondo anno che seguo il settore giovanile gialloblu. Si tratta di un'attività molto impegnativa, stiamo cercando di gettare le basi per avere in futuro qualche ragazzo in più in prima squadra. L'annata scorsa è stata ottima: giovanissimi, allievi e primavera si sono comportate benissimo, quest'anno la primavera ha un po' stentato, anche per l'inserimento di giovani provenienti dalla leva allievi".

I ricordi dei 2 anni trascorsi in blucerchiato
"Anni splendidi, ho vissuto in un posto bellissimo, circondato da una tifoseria splendida. Giocare nella Sampdoria è stata un'emozione incredibile, la passione della gente ti fa rendere oltre le tue possibilità. La prima stagione è stata un'annata balorda, terminata con quell'episodio di Bologna, un'ingiustizia clamorosa, Trentalange concesse un rigore indegno, forse se l'episodio fosse accaduto ad una squadra più grossa ne avrebbero parlato e riparlato per anni, ci è costato un campionato e la serie A. Un rigore inesistente, scandaloso, a modo mio ho capito cosa è successo. In B eravamo molto forti, ho subito numerosi problemi muscolari mai avuti in carriera, che mi condizionarono anche nella stagione successiva. In quell'annata riuscimmo nell'impresa di collezionare un paio di punti in 9 partite con tutti quei buoni giocatori, abbiamo provato a recuperare, ma un punto ci mancò per arrivare al traguardo. Dal punto di vista personale il primo campionato fu positivo, grande il rimpianto per la seconda stagione. Dopo 2 anni d'inferno dal punto di vista fisico, ho avuto la gioia di chiudere la carriera nel Bari, la squadra della mia città".

Il rapporto con la tifoseria e l'ambiente blucerchiato
"Ottimo, anche da avversario, a Bari i tifosi mi salutarono, in quella partita segnai un goal incredibile alla Samp, la sfera assunse una strana traiettoria. Nessuno può rimproverarmi nulla dal punto di vista dell'impegno come in ogni squadra nella quale ho giocato, tecnicamente invece può essere detta qualsiasi cosa sul sottoscritto, la casacca blucerchiata è stata indossata da fior e fior di campioni".

Il più grande rimpianto e la gioia più indescrivibile nel corso della tua carriera
"Il rimpianto più pesante riguarda proprio quel rigore concesso contro la Samp a Bologna, se le cose fossero andate diversamente, la squadra e il sottoscritto sarebbero rimasti nella massima serie. Le gioie che mi porterò sempre dentro riguardano la cavalcata del Lecce con la doppia promozione dalla C1 alla A e approdare a 31 anni alla Samp, un orgoglio, una soddisfazione personale. Fu poi mia la scelta di andar via da Genova: avevo un ottimo rapporto sia con Enrico Mantovani che con il Direttore Arnuzzo, la mancata promozione, il mio calvario fisico mi portarono a cercare nuovi stimoli altrove. Ero rimasto molto male per quelle 2 annate, non a caso cambiai poi 3 squadre in un anno (Piacenza, Pescara, Salernitana ndr) senza ritrovare la tranquillità fisica e mentale di cui avevo bisogno. Sono una persona istintiva, mi sempre assunto le mie responsabilità, forse non fu la decisione migliore, c'è grande rammarico perché non mi più trovato bene in una squadra come era capitato alla Samp".

Il tuo giudizio sull'attuale Sampdoria
"Si è sempre comportata molto bene durante questa gestione, ha riscontrato qualche difficoltà ad inizio stagione, ma i meriti della società, dei giocatori e l'entusiasmo della gente hanno portato a grandi risultati. La serie A è difficilissima, la Samp ha la fortuna di avere due campioni in attacco come Cassano e Pazzini. Antonio l'ho conosciuto al di fuori dal calcio, è il più forte giocatore italiano, non devo essere io a citare le sue qualità, non solo per l'Italia, ma per tutto il mondo è uno spettacolo vederlo giocare".

Sabato il Doria va a far visita al Lecce, un'altra tua ex squadra, che gara ti aspetti?
"Vero, Lecce è stata un'altra tappa importantissima nella mia carriera, con i giallorossi ho collezionato 2 promozioni consecutive e ho conosciuto la serie A. Sarà una partita difficile, il Lecce naviga in cattive acque, la Samp sta molto meglio mentalmente, ha i mezzi per vincere. Al di là della Coppa Italia, i blucerchiati saranno concentrati, non conosco giocatori che pensino alla partita successiva, si ragiona volta per volta".

Un mese fa è tornato a giocare un tuo ex compagno di squadra, Francesco Flachi. Che sensazioni hai provato a rivederlo in campo?
"L'ho incontrato quando con il ds Berta sono andato a vedere una partita ad Empoli. L'ho conosciuto la seconda stagione alla Samp, era giovane, diciamo che l'ho visto crescere. Ha grandissime qualità tecniche, ha vissuto un momento difficile, ma l'ho ritrovato bello pimpante e volenteroso, sono convinto che potrà dimostrare ancora tutto il suo valore, è una bravissima persona".

Un saluto ai numerosi lettori di Sampdorianews.net e all'intero pubblico blucerchiato
"Auguro sempre il meglio ai tifosi blucerchiati per quello che hanno rappresentano e rappresentano tuttora, per il loro splendido modo di fare, il loro comportamento. Non posso far altro che parlarne bene, davvero un grande in bocca al lupo a tutti voi".