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La scheda di Fernando Torres, astro nascente del calcio spagnolo

La scheda di Fernando Torres, astro nascente del calcio spagnolo
mercoledì 5 dicembre 2001, 21:482001
di Germano D'Ambrosio
Ha 17 anni e già è stato paragonato a Raul e Van Basten. La sua clausola di rescissione si aggira intorno ai 170 miliardi di lire, giusto per tenere lontane le grandi europee (in testa la Juve) che lo assediano da mesi. Ecco il suo esclusivo ritrat

Fernando Torres Sanz, prima punta per natura, nasce il 20 Marzo 1984 a Madrid. E’ alto 1.84 m per 74 kg di peso. Il suo procuratore è Jose Antonio Martin Petron, e di sicuro sappiamo che per lui questo non è un periodo di tranquillità: tante sono infatti le squadre interessate al giocatore, tante le trattative da seguire, specie lontano dalla Spagna. La Juventus, in virtu’ di un accordo scritto (mai certificato) con Miguel Angel Gil, figlio del presidente dell’Atletico Madrid, sembra aver staccato in volata il gruppone formato da Milan, Inter, Roma, Lazio e Manchester United, tanto per dirne alcune. Nella trattativa dovrebbero rientrare, tra l’altro, Pericard o Guzman come contropartite tecniche. Ma nel calciomercato non si puo’ mai dire nulla finché il contratto non viene depositato. E cosi’ si ritrovano ancora una volta tutti pazzi per Torres.

Fernando entra a far parte del “mondo rojoblanco” ad 11 anni, quando supera il suo primo provino ed entra a far parte della compagine Allievi (1995): lo stage è al “Vicente Calderon”, tempio del calcio spagnolo, e vi partecipano 200 ragazzini. Solo in due passano la prova: uno di questi è Fernando Torres, grazie al giudizio positivo di mister Victor Peligros. Successivamente farà parte degli Juniores (97/98), dei Cadetti (98/99), e quindi della formazione “Primavera” a livello nazionale (99/2000). Nel 1999 vince il Campionato Europeo Under 16 disputatosi in Inghilterra classificandosi come miglior giocatore e segnando il gol decisivo nella finale contro la Francia: le grandi del calcio europeo cominciano a tener presente il suo nome, ed arriva anche il primo sponsor tecnico, la Nike, che tuttora ne gestisce i diritti d’immagine. L’Atletico Madrid, ovviamente, si rende conto di avere una fortuna in casa, ma nel Maggio 2001 si inizia a parlare di un suo possibile trasferimento al Valencia. Manuel Llorente, consigliere delegato del club catalano, aveva infatti “sottobanco” acquistato per 460 milioni di pesetas (5 miliardi di lire) i diritti sportivi del giovane calciatore, ed era intenzionato a rivenderlo in due rate alla sua squadra d’origine per una cifra ben piu’ alta, attraverso un apposito cavillo contrattuale. Ma l’Atletico non si perde d’animo e per tenersi stretto Fernando scende a patti con il Valencia, e paga la cifra. Llorente viene tra l’altro inquisito per illecito amministrativo, ma la sua pratica è stata archiviata proprio qualche settimana fa. Una volta “rientrato all’ovile”, il giocatore viene praticamente blindato e la sua clausola rescissoria viene portata a 15000 milioni di pesetas (circa 174 miliardi di lire). Il segretario tecnico Abel Resino afferma: “Vogliamo che lui per noi sia come Raul per il Real Madrid, e faremo di tutto perché resti il piu’ possibile con l’Atletico”. Il 23 Maggio, appena diciassettenne, si allena per la prima volta con il gruppo dei “grandi”, in prima squadra, e diventa il punto di riferimento fondamentale per la squadra in vista del campionato 2001/02. Il merchandising impazzisce per lui, e durante l’estate la sua maglietta con il numero nove va a ruba nei negozi: si calcola che l’80% delle t-shirts vendute in quel periodo fossero targate Fernando Torres. Segna il suo primo gol nella Liga contro l’Albacete, firmando il preziosissimo1-0 con un colpo di testa a 10 minuti dalla fine dell’incontro.

Ribattezzato dalla stampa spagnola “El Nino”, Torres è stato paragonato a tanti illustri colleghi del pallone. L’ex madridista Jorge Valdano lo ha accostato a Raul non solo per il “cursus honorum” effettuato, ma anche per le qualità tecniche, azzardando anche un parallelo con Marco Van Basten per una somiglianza nelle movenze. Lo stesso Raul si è espresso nei suoi confronti questa estate: “Sta facendo bene ed in questo momento l’importante è che stia tranquillo. Gli auguro le migliori fortune e gli consiglio di ricordarsi sempre di divertirsi giocando. Ma anche la stampa deve dargli una mano”. Ed il padre non puo’ non essere super-orgoglioso di lui: “E’ generoso e tutti hanno potuto costatare che, quando ne ha la possibilità, è sempre pronto a mandare in gol i propri compagni di squadra. In campo lui è come a casa, ed è questo che lo aiuta piu’ di ogni altra cosa; non ha fretta di bruciare le tappe, e si sente tranquillo ed a suo agio”. Prodigalità, quindi, ma non solo, come riferisce il suo ex allenatore Abraham Garcia: “Ha tutte le qualità, ma è sempre un ragazzo di 17 anni e puo’ ancora migliorare. Deve lavorare un po’ nella costruzione delle azioni di attacco ed in altri aspetti di gioco. Sa che se tutte queste nozioni tecnico-tattiche gli riescono ad entrare in testa la sua carriera sarà una continua ascesa”. Raramente Fernando ha avuto problemi con gli allenatori, anzi ci si è sempre trovato a meraviglia: a partire da Carlos Garcia Cantarero, grazie al quale è riuscito ad entrare in prima squadra, per continuare con il suo successore Luis Aragones, del quale parla cosi’: “E’ un ottimo tecnico e mi sta facendo crescere bene. Non fa che ripetermi: ‘Fernando, con i piedi per terra!’”. “Lavora molto ed ha un grande spirito di sacrificio” la risposta del tecnico che chiude cosi’ l’idilliaco botta e risposta. Qualcuno si è chiesto: ma se sta facendo cosi’ bene, non sarà il caso di fargli provare l’ebbrezza del Mondiale che è alle porte? Ai postulanti risponde l’attuale c.t. Camacho: “Fernando Torres sta giocando molto bene, è titolare nella sua squadra ed è già tanto se pensiamo che è un ragazzo di 17 anni. A fine stagione tutto potrebbe accadere, ma ci sarebbero anche altri ragazzi della sua età molto interessanti che non tutti conoscono”. Si sa, i sogni qualche volta si avverano. E Fernando Torres, che di sogni ne ha già visti avverare tanti, non vuole perdere l’abitudine.