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"Sarà una squadra votata all'attacco, niente distrazioni"

"Sarà una squadra votata all'attacco, niente distrazioni"
giovedì 14 settembre 2006, 19:132006
di Carlo Larini

Ricordate Roberto Mancini alla vigilia della nuova esperienza interista in Champions? "Sarà una squadra votata all'attacco, non voglio distrazioni, bisogna partire subito col piede giusto". Verba volant, scripta manent dicevano i saggi latini, e lo scritto recita amaro: Sporting Lisbona-Inter 1-0. Basta un tiro della domenica, pardon del martedì, del redivivo Caneira (a Reggio Calabria lo hanno già dimenticato) per mandare al tappeto le ambizioni nerazzurre, cariche di volontà e determinazione.
Ma solo a parole; la squadra vista in Portogallo è la copia ancor più brutta di quella che nel secondo tempo di Firenze è rimasta in balia di Toni & Co., quella che ha subìto una clamorosa rimonta, dimostratasi di colpo fragile sotto i colpi implacabili del bomber azzurro.
Ma almeno a Firenze c'era stato un primo tempo da grande squadra, sicura, cinica, al limite della perfezione. In Champions Mancini ha rispolverato Adriano, ma evidentemente la polvere è ancora tanta; il brasiliano sembra un corpo estraneo, passeggia per il campo alla ricerca del gol e della condizione perduta.

Ibrahimovic continua a gigioneggiare con i tacchetti neanche fosse al nuovo reality Circus e così si torna a casa sconfitti alla prima ed anche piuttosto meritatamente. Il patron Moratti, presente in tribuna, deve aver masticato amaro; ha investito una volta di più fior di milioni per costruire una corazzata in grado di vincere tutto, ma al primo vero esame la sua Inter è già in affanno. Sono arrivati Vieira (espulso nella gara di Champions), Ibra, Dacourt, Maicon, Mariano Gonzalez, Crespo; sono partiti Martins, Pizarro, Veron, tra gli altri. Ma, mi chiedo, alla base di questi nuovi innesti c'è un progetto tecnico, o si va avanti nella pura improvvisazione? Come definire altrimenti un progetto che, perso Veron, dà il benservito ad un calciatore come il cileno Pizarro, uno dei pochi playmaker in circolazione, classe e fosforo in formato tascabile. Ed ancora, ma siamo sicuri che Ibrahimovic sia adatto a giocare accanto ad Adriano, o piuttosto non sia un solista assolutamente inadatto al modulo manciniano? I fatti dicono che la squadra nerazzurra è ancora alla ricerca di una propria identità tattica; vedendo giocare l'Inter si ha sempre la stessa impressione, un gruppo di ottimi solisti senza alcun progetto tattico, molto lontana dal concetto di squadra. Certo, è presto per fare dei processi, sicuramente la condizione fisica è ancora carente e occorre anche del tempo per inserire i nuovi nel gruppo, ma la sensazione è che anche quest'anno i tifosi interisti avranno da soffrire.