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Roma, Tonetto: "Felice di esser qui, la Samp non credeva più in me"

Roma, Tonetto: "Felice di esser qui, la Samp non credeva più in me"
sabato 7 ottobre 2006, 14:582006
di Francesco Graffagnini

Nel consueto incontro con la stampa, Max Tonetto, l'esterno sinistro ex Sampdoria autore di un buon avvio di stagione con la maglia giallorossa, stila un primo bilancio stagionale e di seguito vi riproponiamo quanto detto dal giocatore, riportando la conferenza stampa pubblicata sul sito web de 'Il Romanista'.

Pensavi di diventare subito un giocatore importante per la tua nuova squadra? "Uno viene sempre con le migliori intenzioni per far bene. Non sono venuto qui per guardare giocare. Sono contento di questo inizio, la squadra sta andando bene, non posso che essere soddisfatto".

Dopo la stagione andata male con la Sampdoria, è una rivincita questa tua?
"La prima parte della scorsa stagione l'abbiamo fatta bene, la seconda no, facevamo fatica a vincere. A livello individuale sono stato bene tutto l'anno, ho fatto la maggior parte delle presenze".

Ti senti più esterno basso o esterno alto?
"Ho fatto tutte e due i ruoli. Mi piace più partire da dietro per caratteristiche".

In questa Roma dove ti collocheresti?
"A maggior ragione in questa Roma, dove giochiamo con attaccanti alti, mi piace partire da dietro".

Hai avuto Novellino, ora hai Spalletti. Differenze?
"Ognuno ha le proprie idee e il proprio carattere. Sono tutti e due bravi, ma molto differenti dal mio punto di vista".

E similitudini?
"Novellino già dal martedì carica la squadra in vista della domenica. Spalletti la partita la vive più serenamente, per poi caricarsi pochi giorni prima. Tatticamente ognuno ha le proprie idee".

Ci stai pensando alla Nazionale?
"Credo sia il sogno di ogni giocatore. Ora c'è il gruppo che ha vinto i mondiali, è giusto continuare con quei giocatori lì".

E' giusto porsi un obiettivo come la Champions?
"E' un obiettivo importante. Sentire quella musichetta fa sempre effetto. Da parte nostra non ci deve essere una priorità".

C'è una grande intesa con i compagni e con Totti...
"Sono abituato a correre senza palla, se qualcuno sa lanciare bene mi ci so trovare bene".

Cosa è cambiato rispetto agli esordi estivi in cui stentavi un po'? Ricordiamo la finale di Supercoppa italiana contro l'Inter...
"Bisogna valutare di partita in partita. Contro l'Inter sono entrato in una fase critica. E' giusto analizzare quello che è successo, poi uno può fare meglio o peggio. Io ho sempre lavorato".

Ti senti di fare una promessa ai tifosi?
"I nostri tifosi sono particolari, c'è poco da dire. Sono unici. Oltre il massimo impegno, spero anche arrivino buoni risultati".

Adesso che sei dentro la Roma, ti sei reso conto del gruppo affiatato che si è creato?
"Vedere da fuori la Roma del record è stato molto bello. Quando sono arrivato qui mi sono accorto e ho avuto la conferma dell'unità del gruppo".

Stai cercando di far cambiare idea a Spalletti per non fargli comprare un esterno a gennaio?
"No, la Roma deve giocare tante partite. E' normale che avendo un solo mancino in rosa, la società ne cerchi un altro".

Tu ti aspettavi di giocare così tante partite?
"Ci speravo, è normale che anche al Milan volevo giocare sempre, ma non è stato così".

Sei arrivato tra lo scetticismo generale. Sei considerato la sorpresa, ti fa i venire i nervi questa cosa?
"No, ci sono abituato. Non conoscendomi lo trovo normale".

Devi dire grazie a Spalletti?
"Certo, il mister mi ha voluto. L'ho già avuto dieci anni fa a Empoli e mi ci trovai bene anche allora".

Il campionato italiano può essere considerato se non il più bello, il più equilibrato?
"Credo ci sia più equilibrio verso il basso. Anche quando stavo a Lecce mettevamo in difficoltà le big".

Perché ti chiami Max?
"Lo hanno scelto i miei genitori. Sono l'unico al mondo che invece di diminuirmelo, me lo allungano il nome".

Come mai hai avuto i crampi domenica scorsa?
"Venivo da sette partite giocate di fila. Credo di correre abbastanza, mi venivano anche prima".

Spalletti rispetto a dieci anni fa come l'hai trovato?
"Molto simile a quello che mi ricordavo io. Certo, ora sta in una realtà ben diversa da Empoli".

Perché hai scelto di andare via dalla Samp?
"La società non mi ha mai dato segnali di rinnovare il contratto. Il 23 marzo 2006 mi han fatto una proposta. Dal mio punto di vista era tardi e ho preferito non accettare".

Non hanno creduto in te?
"Si può dire così".

Il garante è stato Luciano Spalletti per il tuo arrivo a Roma. Quanto ti ha aiutato la fiducia del mister?
"La fiducia del mister è fondamentale. Quella l'ho sempre avuta, spero di riuscire a far cambiare idea su di me".

Sul rendimento garantisci su te stesso? Ci sono margini di ulteriore miglioramento?
"Non lo so, vediamo che succede. Non garantisco niente".

Venendo in una grande squadra, hai notato un atteggiamento diverso da parte degli arbitri?
"Quando sei a dover salvarti, l'atteggiamento dell'arbitro inconscio non è proprio lo stesso rispetto a quando giochi in una squadra come la Roma. Questo si avverte, è una cosa che c'è sempre stata, è sempre esistita, pensavamo fosse il tutto. Invece non era il tutto".

Quale è stato l'avversario che ti ha messo più in difficoltà in questo inizio di stagione?
"Sono state tutte partite difficili. La partita di Valencia è stata quella più impegnativa però non mi sono mai sentito in difficoltà".

La parola scudetto la pronunciate tra di voi nello spogliatoio?
"Sono passate cinque giornate, è un po' presto per parlare di scudetto. Speriamo di cavalcare questo sogno fino alla fine, ma non sarà così facile".