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Milan, Adriano Galliani a tutto campo

Milan, Adriano Galliani a tutto campo
domenica 1 luglio 2007, 17:302007
di Francesco Letizia
fonte Franco Ordine per Il Giornale

Caro Adriano Galliani, cosa è successo a lei e al Milan? Non siete più in grado di dettar legge sul mercato?

«Siete voi critici che a dispetto dei 20 anni di risultati luccicanti, non riuscite a liberarvi dei luoghi comuni. I tifosi non la pensano così se in questi giorni abbiamo raggiunto quota 27mila abbonati. Loro ci conoscono e hanno capito».

Cosa c'è da capire?

«In 20 anni di gestione targata Silvio Berlusconi, abbiamo centrato 8 finali di Champions league, 4 volte è toccato alla Juve, 3 alla coppia spagnola Real e Barcellona e mi fermo qui. Siamo riusciti a fare così bene e così a lungo perché abbiamo, da sempre, coltivato il senso dell'appartenenza e perché non abbiamo mai dato retta alle critiche».

Cioè?

«Nel '91 ci dissero che il ciclo era finito, arrivò Capello allenatore e vincemmo di tutto. A Istanbul ci dissero che il ciclo era finito un'altra volta e due anni dopo siamo tornati dalla città santa di Atene con la settima coppa. Il Milan non finisce mai e la spiegazione è la seguente: da 20 anni ha lo stesso presidente, lo stesso amministratore delegato, lo stesso dg e lo stesso team manager».

Ma cosa c'entra la continuità con Atene?

«C'entra. Perché è dal rapporto allenatore-società-giocatori che dipendono le strepitose risalite dopo le cadute. Noi siamo dotati di ammortizzatori collaudati rispetto ad altri nel sopportare le sconfitte».

E quindi niente acquisti?

«Uno arriva, sicuro. Pensiamo di avere una rosa coperta in quasi tutti i ruoli e pensiamo inoltre che troppa concorrenza crei tensione negli spogliatoi e problemi all'allenatore. Se vuole, le faccio un esempio».

Prego...

«Pensi a Emerson. A chi toglierebbe il posto? Dubito a Gattuso e Pirlo, forse a Ambrosini o a Seedorf, di sicuro a Gourcuff che dalla panchina si ritroverebbe in tribuna. Di qui la scelta: difendere Gourcuff. Nel frattempo resistiamo a qualsiasi tentazione: le stelle non si cedono. E i mostri sacri, tipo Maldini, si accompagnano a fine carriera».

Il presidente Berlusconi ha accarezzato l'idea Adriano...

«Con l'Inter abbiamo fatto 4 scambi: Pirlo e Seedorf sono ancora titolari, Simic e Brocchi subito dietro, gli ex rossoneri passati ad Appiano hanno smesso di giocare da tempo. Dopo questi precedenti, Moratti non cambierà con noi neanche l'addetto stampa, figurarsi Adriano».
E Cassano, piace davvero o è un bluff?

«Decidete voi».

Shevchenko non si arrende...

«Con Sheva parlo spesso, lui sa cosa deve fare».

Il Milan di Atene non è in là con gli anni?

«Qui vi volevo. Allora, prendiamo una formazione tipo e le metto vicino la data di nascita. Eccola: Dida (73), Oddo (76)... Fate i conti. Siamo più giovani dell'Inter».

D'accordo. Nel frattempo Barcellona e Bayern allestiscono squadroni...

«I ricavi del club tedesco si sono moltiplicati grazie al nuovo stadio, l'Allianz Arena, quello spagnolo gode della famosa fiscalità agevolata. Da anni, nel nostro calcio, non arrivano stelle di prima grandezza. L'unico è stato Ronaldo, a gennaio scorso e in una particolare condizione».

Buffon ha detto: resto alla Juve perché vorrei ritagliarmi una gioia come quella del Milan. Cosa pensa?

«Che siamo al segreto autentico del Milan: l'armonia. Aiutata da un altro dato: ad Atene c'erano in campo 9 italiani, il nucleo storico stabile è italiano».

Torniamo al mercato: lei e Braida siete fermi, al palo...

«Pozzi, Abate, Marzoratti e Antonini all'Empoli, Grimi al Siena, Coppola all'Atalanta, Abbiati all'Atletico Madrid, Donati al Celtic, Borriello al Genoa, Matri al Cagliari, Sammarco alla Samp. Manca solo Storari da piazzare: le sembra immobilismo?».

La Juve ha trovato soldi: meravigliato?

«Stanno lavorando bene, ci ritroveremo con un rivale subito in corsa per i primi 4 posti».

Vale sempre, per la panchina, la regola che sarà sempre un milanista?

«Naturalmente. Guardi il nostro elenco: con Ancelotti lavorano Tassotti e Costacurta, alla primavera ci sono Filippo Galli e Seba Rossi, Baresi guida la Beretti, Chicco Evani gli allievi, Eranio e Stroppa sono nell'organico. Aggiunga all'elenco Rijkaard e Donadoni: da qui uscirà il dopo Ancelotti. Nella cattiva e nella buona sorte, i nostri rapporti con Carletto non hanno mai vacillato».

Eppure c'è chi sa che avete contattato Lippi...

«Non rispondo alle domande tendenziose».

Ancelotti è a Toronto per vedere Pato: cosa le racconta?

«Che è un ragazzo dotato, molto dotato. Ma di ragazzo si tratta. E io penso che certe cifre, per un ragazzo, non si possono spendere perché non è scritto che diventi Kakà».
La differenza con l'Inter è stata colmata?

«Fu determinata dagli infortuni, abbiamo raggiunto quota 12. Da gennaio in poi, controlli le classifiche, abbiamo avuto lo stesso punteggio».

Nesta ha lasciato la Nazionale: lei cosa ne pensa?

«Oggi un calciatore valuta tutto, anche le risposte del proprio fisico».

È vero che il G14 sta per sciogliersi?

«Dovremo riflettere. Nel frattempo ho apprezzato molto l'operato di Platini. Mi piace anche l'idea di legare alla coppa Italia il quarto posto per la Champions».

Diritti tv: la Melandri minaccia di intervenire se entro 4 mesi la Lega non raggiunge l'accordo...

«In nessun Paese d'Europa, dove i diritti sono centralizzati, i governi hanno messo il becco nei criteri di ripartizione».