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Inter, Adriano: "Bevevo per solitudine"

Inter, Adriano: "Bevevo per solitudine"
sabato 21 luglio 2007, 09:252007
di Giuseppe Di Napoli
fonte gazzetta.it

Il subdolo regno delle ombre non è riuscito a inghiottire Adriano Leite Ribeiro, quello che fu Imperatore indiscusso del popolo nerazzurro e che oggi, dopo quasi due anni di «esilio » e di dure battaglie contro fantasmi e vizi, sembra aver ritrovato le armi morali per riprendersi un trono che sente ancora suo.

Più uomo, sereno, sicuro di sé, ma sensibile come sempre: così ci accoglie Adriano all'interno di uno degli spogliatoi del campo di Riscone di Brunico. Non ha più paura di raccontare cosa lo ha trascinato, a lungo, lontano dagli affetti, da una vita regolare e dalle responsabilità. «Mi manca mio padre, tantissimo, ancora oggi - torna indietro col pensiero -. Mi lasciò nell'estate del 2004, ma praticamente mi accorsi della sua assenza solo qualche tempo dopo. Non lo avevo visto morire in realtà, quando tornai in Italia a giocare per me in un certo senso era come se fosse ancora qui con noi. Cominciai a soffrire qualche tempo dopo, quando andai in Brasile per le ferie. Lui non c'era e io avrei avuto tanta voglia di stargli vicino».

Litigai con la mia compagna (Daniela, che era in attesa di Adrianinho, ndr) e cominciai a frequentare locali notturni e discoteche, soprattutto provai a scaricare ogni mio problema nell'alcol. Bevevo tanto e non potevo più fare a meno di uscire la sera. Dovevo farlo, altrimenti non dormivo nemmeno. Stare a casa mi era diventato impossibile». In poco tempo, addio forma, testa che salta per aria e risultati deprimenti in campo e nella vita privata: «Però, una cosa voglio dirla: non ho mai voluto far del male a nessuno, né alla squadra, né alla società, né a chi mi voleva bene. Ho sbagliato tantissimo, senza però voler creare problemi

Oggi ho ritrovato la famiglia, la mia compagna e le mie responsabilità - continua -. È questo che mi dà la certezza di poter restituire a Moratti tutto ciò che gli ho tolto in questo ultimo periodo. A lui dico grazie per la pazienza che ha avuto. È bello, soprattutto nel momento più difficile, sentire che il tuo presidente conta ancora su di te. È stato a volte duro nei miei confronti, ma non mi ha mai fatto sentire solo. E ora lo ripagherò. Non con le parole».