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Milan, puoi arrivare ovunque

Milan, puoi arrivare ovunque
martedì 28 agosto 2007, 08:102007
di Appi .
fonte di Alvise Cagnazzo per Carlonesti.it

Sfatata grazie alla vittoria, assai convincente, ottenuta nel "catino", ricolmo a metà, di una Genova incapace di dimenticare, la tradizione riguardante un Milan svagato e perdente alla vigilia dei grandi appuntamenti di Coppa, le preoccupazioni rimuginate da Carlo Ancelotti alla vigilia del primo appuntamento in campionato, si sono d'un tratto dissolte all'ombra di una partita dominata con imprevista semplicità. A corredo di una ritrovata serenità da parte di Dida, rassicurato dal lauto contratto siglato sul finire dello scorso campionato, e della solita, quanto mai bastevole, reattività di Kakà, autore della prima doppietta stagionale. Sotto i colpi di un sole, quello del "Marassi", per intensità più vicino a quello dei bagni agostani, che ai principi di settembre. Allietati soltanto dalla pausa, peraltro veniale, legata all'impegno della Nazionale con la Francia dell'astrologo Domenech.

Vittima di un sistema tattico molto vicino ad un teorema eretico, con l'esausto Di Vaio costretto ad inseguire Oddo lungo tutta la fascia di competenza, come a dimenticare i trascorsi da bomber, il Genoa ha contribuito a rallegrare l'allegra scampagnata ligure dei campioni d'Europa. Pronti ad esibire il neo acquisto Emerson in tribuna, e ad osservare, con zelante pazienza, l'ennesima prestazione senza acuti di Gilardino, destinato all'esclusione ad oltranza nel momento in cui Ronaldo potrà tornare in organico, i rossoneri hanno così potuto beneficiare di un controllo pressoché totale del centrocampo, anche a causa delle mancanze genoane, con Paro impegnato a giocare a nascondino con Milanetto. Spesso e volentieri sorretto, in fase di copertura, dal battagliero Konko, il quale, svenduto dalla Juventus per favorire il rientro di Criscito, sarebbe stato ben più utile del cagionevole Marchionni come alter ego di Camoranesi. O magari, di "Capodimonte" Zebina, multato e rimproverato da Ranieri a causa del primo ritardo collezionato in stagione, ed in attesa di delucidazioni sul ruolo da ricoprire nella nuova Juventus.

I continui inserimenti di Oddo, a che a causa di un dirimpettaio, il croato Juric, friabile come un cracker, hanno consentito di esaltare le caratteristiche, lapalissiane, di un Milan in grado di rendere al meglio dinnanzi a formazioni poco efficienti in fase difensiva. Liberando, grazie alle geometrie di Pirlo, i due fantasisti Kakà e Seedorf, posizionati dietro la "boa" Gilardino, in maniera da dilatare la traballante difesa a tre predisposta da Gasperini. Costringendo gli spaesati Bega e Lucarelli ad un deleterio decentramento sulle corsie esterne, tale da favorire i movimenti dei centrocampisti rossoneri. Con l'inserimento, tardivo, di Fabiano, schierato come terzino sinistro, il Genoa ha però mostrato una maggiore compattezza esibendosi nel classico 4-4-2 riducendo, seppur di poco, le avanzate del Milan. Chiamato, anche a cuasa di condizioni ambientali non favorevoli, a dover gestire la prima emergenza infortuni in vista della delicata sfida di Supercoppa Europea contro il Siviglia di Maresca. Ed a valutare qualche illustre esclusione che, considerata la prestazione di Genova, sembrerebbe suggerire il volto rabbuiato di Ancelotti.

Lento ed a tratti in affanno nei ripiegamenti, Gattuso non sembra infatti aver superato i fastidi fisici che gli avevano impedito di disputare l'amichevole, dai contorni disastrosi, dell'Italia con l'Ungheria. Ed il fastidioso infortunio rimediato al ginocchio da Ambrosini, sostituito dall'appassito Gourcuff, quasi mai in grado di destare una sensazione positiva in questo iniziale scorcio di stagione, non sembra certo migliorare la condizione di un reparto chiamato a contenere l'aggressività degli spagnoli. Con Emerson ancora in fase di rodaggio, e Seedorf sempre più propenso ad occupare, in maniera stabile, qualsiasi posizione dalla cintola in su del centrocampo, salvo che in quella, dispendiosa, di terzo mediano, qualora Ambrosini non dovesse recuperare, verrebbe inserito Brocchi. Con la convincente coppia di mezze punte, formata dall'olandese e Kakà, festoni rilucenti dello schema ad albero di Natale tanto caro ad Ancelotti, a ridosso di un'unica punta. E con un Inzaghi in grande condizione, in attesa di Ronaldo, vicino al completo recupero, al buon Gilardino converrà iniziare a prendere confidenza con la panchina...