Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Juventus: Del Piero, sindrome da contratto

Juventus: Del Piero, sindrome da contratto
martedì 11 settembre 2007, 07:512007
di Appi .
fonte di Alvise Cagnazzo per Nesti Channel - carlonesti.it

Nella ricerca di un umano equilibrio, la prestazione offerta contro i "Galli" spiumati di Francia, guidati dall'astrologo Domenech, non avrà certo sortito gli effetti di una popolare reclame televisiva, suscitando la cordialità e la simpatia di un uccellino un po' incontinente. Forse, nemmeno il cambio, assai strategico, della gestione della propria immagine, meno orientale nei tratti economici, ma non certo in quelli caratteriali, sarà riuscito ad edulcorare un momento di frizione dopo un lustro inumidito nella sana, ed accomodante, abitudine. La volontà di Alessandro Del Piero, ferma ed immobile come la luna seduta nel cielo, è quella di conferire nuovi valori ad una carriera ormai più vicina alla conclusione che al suo inizio, quasi come a voler smettere i panni dell'allegro fattore, desideroso, dopo la lunga semina, di osservare i frutti di un'intera stagione. Ricercando certezze, ricercando serenità, e non nuove sfide costruite attorno ad una competizione coatta, quanto nociva, al fianco di elementi ancora da svezzare.

Nella nuova Juventus formato famiglia, quella del piano industriale da condominio di borgata, con i fondi destinati agli acquisti dirottati nell'insana gestione, considerando anche le aspettative iniziali, dei contratti da incentivare e prolungare, come accaduto per i vari Trezeguet, Camoranesi, Nedved e per il "partigiano" Zebina, però, lo spazio per la riconoscenza sembra avere la medesima consistenza di un cracker. Come peraltro testimonia il tentativo di prestare un'attenzione, tutt'altro che sottile, alla convenienza di ogni operazione. Così, ricostruita la "verginità" dell'oriundo Camoranesi con un lauto aumento, inusuale per i dettami di una dirigenza attenta alla quadratura del cerchio economico, e ripristinato il senso civico di Nedved, chiamato solo a rispettare un contratto già di per sé firmato, con un piccolo, quanto concreto, aumento, la cinghia della "Signora" si è d'un tratto stretta intorno alla vita di chi, con circa quattordici anni di militanza, avrebbe quantomeno desiderato essere il primo, e non l'ultimo, a dover regolare il proprio rapporto di fedeltà.

Refrattario alla polemica, ma non alla conciliazione mediatica, capitan Del Piero non ha disdegnato la trasparenza nella gestione del rapporto, diretto, con la dirigenza, ed indiretto, con la nuova "impresa" di procuratori che gestirà il lato commerciale dei suoi rapporti di lavoro. Sconfessando, a causa di profonde divergenze, il rapporto con gli storici fratelli italo giapponesi, in favore della coppia "casalinga" formata dal fratello e da Paola Neirotti, in un tempo non molto lontano facente funzioni di Moggi, come dichiarato nel mezzo di una "conferenza" stampa, dai contorni anomali, di un giocatore nei confronti della propria società di riferimento. Enunciando al pacato uditorio, ammansito da tanta grazia, la volontà, lapalissiana, di prolungare il contratto, unita all'esigenza di maggiori garanzie. Come a voler scalfire un muro di cemento con cucchiaino da tè, i desideri di Del Piero hanno però rintracciato la prima battuta d'arresto già nella sfida contro la Francia. In riferimento ad attenzioni, anche di natura tecnica, inconciliabili con le modalità di impiego richieste più per orgoglio che per reali necessità. Come testimoniano le varie sostituzioni ad oltranza, riflesso non solo dei dettami del "conducator" Capello, ma anche delle convinzioni di Ranieri e Donadoni.

Sacrificato in una prospettiva non gradita, il polemico "Achille" ammirato ad intermittenza al Mondiale, proprio non sembra volersi riciclare, rifiutando ogni ipotesi di utilizzo a cottimo o di variazione di posizione. Quasi a sottolineare la preminenza dell'amor patrio, saltuario, rispetto a quello legato alla Juventus, quotidiano, costante e dispendioso. Meno duttile di Iaquinta, centravanti di confusione al quale l'idiosincrasia realizzativa sembra aver concesso un po' di tregua, più anziano di Palladino, il quale pare correre il medesimo rischio di Miccoli in merito all'autocombustione delle proprie infinite capacità, il futuro di Del Piero sembra dunque avvilupparsi intorno ad un confronto per nulla flessibile, impostato su di un gioco di forze fra società e giocatore. Irremovibile in merito al contenimento dei costi, quanto certo di un legame indissolubile al di là delle umane incomprensioni, l'amministratore Blanc avrà l'arduo compito di ammansire il tono di una trattativa che, in relazione alla scadenza del contratto nel 2008, si sarebbe dovuta risolvere in tempi meno lunghi. Anche perché, la tentazioni inglese, rappresentata dall'Arsenal di Wenger, non sembra esser veniale...