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Sangiuseppese o Neapolis? Un calvario senza fine

Sangiuseppese o Neapolis? Un calvario senza fine
martedì 11 settembre 2007, 17:092007
di Stefano Sica
fonte Gianluca Agata - Il Mattino

Per la Lega calcio professionisti è ancora la Sangiuseppese. Per chi suda dalla mattina alla sera è la Neapolis, la seconda squadra cittadina, che si divide tra San Giuseppe Vesuviano e Palma Campania, zingara in un torneo di C2 che avrebbe bisogno solo di certezze. Mario Moxedano, che assieme ad Ezio Bouché ha costruito questa squadra prelevando il titolo dalla Sangiuseppese, lo scorso anno ha tentato invano di disputare le partite casalinghe al Collana. Poi è stato costretto a girovagare giocando prima a Palma Campania, poi a Somma Vesuviana, infine al Conte di Pozzuoli. Ora la storia si ripete. Prima partita casalinga a San Giuseppe Vesuviano a porte chiuse, perché inagibile, seconda a porte aperte con ingresso gratuito a Palma Campania con la prima vittoria (1-0 al Gela). "Ora basta", tuona Moxedano ed annuncia un dossier per sottolineare tutti i torti subiti in questa stagione. "La Lega dice che applica le norme, allora spiegatemi come mai fa giacere nei cassetti la nostra lettera di richiesta di cambio denominazione, da Sangiuseppese a Neapolis, imponendo a giornali e Televideo il vecchio nome". La Federcalcio, infatti, ha inviato proprio in questi giorni alla Lega di Macalli una richiesta di spiegazioni.

Lettera che per conoscenza è arrivata anche alla Neapolis. Moxedano insiste: "Manderemo poi le cassette relative alle prime tre gare dove abbiamo ricevuto altrettanti torti arbitrali". La prime proteste, a Benevento, hanno già prodotto i loro effetti, con una squalifica a Moxedano che scade proprio oggi. "Il dossier sarà spedito al presidente Abete, all'ufficio indagini ed alla Lega. Vogliamo avere tutti i chiarimenti del caso". Se Moxedano promette battaglia al palazzo, ma senza porsi fuori da esso, si coccola la sua creatura: "Abbiamo un allenatore e dodici giocatori che non hanno mai conosciuto la serie C2; una difesa fatta da giocatori giovanissimi ed attaccanti debuttanti tra i professionisti. Il tutto costruito con un budget minimo". L'ennesimo miracolo costruito dalla coppia Moxedano-Bouché che ora chiede per sé solo il diritto al proprio nome con un obiettivo: "Vincere, se ci danno un campo e ci lasciano lavorare".