Il ct Donadoni: "Seguo con attenzione Rosina e Nocerino"
Una partita di golf (benefico) a Bogogno, circolo esclusivo del novarese, 18 buche di alto livello, poi a casa, a masticare un po' di pane e pallone, perché tenersi aggiornato quotidianamente è il minimo comune denominatore per il commissario tecnico che si rispetti. Televisione, videoregistratore, notes per gli appunti e tanta curiosità, la " cura" è sempre la stessa. Roberto Donadoni poco alla volta sta entrando nel clima della sfida di Genova, contro la Georgia, uno snodo fondamentale per l'Italia. Ancora una decina di giorni e la missione azzurra può cominciare, intanto ci sono tre giornate di campionato da mandare a memoria e da capitalizzare in nome e per conto della causa nazionale.
Donadoni, se lo immaginava così il torneo più difficile del mondo?
"Così come? E' molto equilibrato, senza dubbio, ma dopo quattro partite mi sembra impossibile stabilire se il livello sia alto o basso. Di solito è bene attendere almeno otto o nove gare per capire dove si va a parare"
Quindi?
"L'equilibrio in fondo mi aiuta. Per me è più vantaggioso sapere che i giocatori vivono sul filo e non possono mai allentare la tensione. Chiaramente, spero che possano emergere dei nomi nuovi perché fino adesso le indicazioni sono state poche".
Pasquale Foggia è uno, e poi?
"Ci sono i ragazzi della Under 21. Chiellini è entrato nel giro della Nazionale maggiore, tra un po' potrebbe toccare ad altri. Ad esempio, Nocerino e Rosina sono due elementi interessanti che mando a seguire con regolarità se, addirittura, non li seguo personalmente".
Potrebbero finire nella lista dei convocati per l'amichevole con il Sudafrica?
"Potrebbero. L'idea è quella ci creare due blocchi, uno per il match di qualificazione contro la Georgia, il 13 ottobre, l'altro per il test di Siena dove ho intenzione di schierare un'Italia sperimentale. Comunque non c'è fretta, vedremo".
Torniamo al campionato. Il Milan è davvero programmato per esaltarsi negli impegni internazionali?
"Un conto sono le dichiarazioni d'intenti dei manager, un altro le strategie che porta avanti Ancelotti. Non credo che un allenatore imposti il suo lavoro stagionale escludendo un obiettivo, nello specifico lo scudetto, per privilegiare la Champions League o l'Intercontinentale. E' impossibile".
Però la differenza di rendimento è palese...
"In fondo si è disputato appena un match di Coppa... Io non esagererei con certe stroncature".
Aspetta sempre Gilardino?
"Assolutamente sì. Ma è ovvio che giocare poco non lo agevola a uscire dalla sua empasse e a reinserirsi nel giro azzurro".
Anche l'andamento dell'Inter è sinusoidale, più giù che su...
"Mi risulta che non sia partita bene nemmeno l'anno scorso. E' normale che la gente si attenda tantissimo da una formazione data per superfavorita in Italia e in Europa, è meno normale che si sbilancino gli esperti".
Si spieghi...
"Ho ascoltato lo sfogo di Mancini sui commentatori ex- calciatori.... Ritengo avesse ragione, non si dà mai tempo al tempo".
Però Adriano...
"Però cosa? Con che autorità e a quale titolo possiamo tranciare giudizi negativi sulla gestione di un fuoriclasse quando Mancini trascorre tutti i giorni accanto a lui e conosce la situazione meglio di qualsiasi altro? Questa è presunzione. E si trasforma in pura assurdità se a esporsi sono critici che hanno frequentato il mondo del calcio dall'interno e sono consapevoli del funzionamento di meccanismi delicatissimi".
Resta inneagibile un riscontro del campo: l'Inter balbetta.
"Sì, non si può nascondere l'evidenza: in questo momento le cose non vanno come dovrebbero. I pareggi in campionato con Udinese e Livorno, la sconfitta di Istanbul sono sotto gli occhi di tutti, però invito a essere misurati nelle valutazioni. E qui tiro in ballo la Juventus. Dopo la vittoria contro il Cagliari sembrava che fosse candidata unica per la conquista dello scudetto, dopo la sconfitta interna con l'Udinese le opinioni si sono capovolte e i bianconeri sono diventati un manipolo di scarsoni".
La Juventus, diceva...
"Onestamente la vedo un passo dietro all'Inter, al Milan e alla Roma. Il problema dei bianconeri risiede nel passato recente: risalire dalla serie B non è mai piacevole, anche se il gruppo è forte, tosto, robusto. E, per di più, ha il vantaggio di non disputare la Champions League. Insomma, deve continuare a crederci".
Ranieri ha abbracciato il tridente, che è sempre stato un suo cavallo di battaglia.
"Una scelta coraggiosa, che mi piace. Del resto, il tridente è possibile con giocatori che sanno sacrificarsi nei momenti di non possesso palla. Iaquinta è uno di questi, lui è abituato a sbattersi per gli altri e a dare manforte al centrocampo. Mi pare che la Juventus del primo tempo di Roma sia riuscita a imbrigliare la squadra giallorossa".
E Del Piero? E' stato esplicito: o attaccante o niente...
"Guardi, le sono sincero. Io sono il primo a sapere che Del Piero rende di più in una posizione diversa rispetto a quella che ha occupato contro la Francia, però si innestano due discorsi abbastanza scontati: il primo è una situazione di necessità, che può prevedere il prodigarsi " particolare" di uno o più giocatori; il secondo è che in quel modo, privilegiandolo nel ballottaggio con Di Natale, ho voluto confermargli la mia stima nei suoi confronti. Ad ogni modo, le sue considerazione le capisco e ne terrò conto per le prossime convocazioni. Lui si sente un attaccante e io farò le mie scelte sulla base delle sue coordinate tecniche".
A proposito di Palladino: gioventù bruciata?
"Non ha spazi, è chiuso da Trezeguet, Iaquinta, lo stesso Del Piero. Aggiungo purtroppo. Se il discorso vale per Gilardino figurarsi per Palladino. Bisogna che sia bravo a cogliere l'attimo, ad approfittare delle chance che gli verranno concesse".
Benitez ha dichiarato che la Nazionale gli ha restituito Gerrard con le batterie scariche. Si ripropone in Inghilterra la storia di Totti e Nesta?
"Li ritengo semplici luoghi comuni. Quante sono le partite della Nazionale? Cinque o sei all'anno. E per così poco un giocatore va in tilt?".
La Roma capolista è davvero la favorita per il titolo?
"E' la squadra che pratica il calcio più divertente da vedere".
Gli italiani all'estero funzionano?
"Giuseppe Rossi e Toni sono in ascesa, Cannavaro è una sicurezza. Viene impiegato poco Rolando Bianchi, ma ho letto un'intervista di Eriksson in cui si parla bene del nostro centravanti. Questione di pazienza e si apriranno le porte del Manchester City. Noi teniamo tutti sotto stretta osservazione: mercoledì andiamo ad assistere alla partita del Bayern, poi ci trasferiremo in Spagna".
Donadoni, e la Georgia?
"Da battere, come qualsiasi avversario che si presenta davanti a noi".