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...con Nedo Sonetti

...con Nedo Sonetti
giovedì 7 febbraio 2008, 00:002008
di Raffaella Bon e Gianluigi Longari

L'indomabile Nedo. Passano le stagioni, gli anni, i campionati ma Nedo Sonetti è sempre lo stesso. La sua voglia di essere protagonista, di allenare, non cambia mai, con una predilezione per le situazioni ai limiti dell'impossibile. Forse perché tante volte il miracolo gli è riuscito, Nedo non si tira mai indietro, senza preoccuparsi minimamente di quali possano essere le conseguenze dei suoi entusiasmi. Ed è questo che lo rende speciale. Uno dei più apprezzati allenatori del panorama italiano, cui noi di Tmw abbiamo chiesto di esprimere la sua valente opinione riguardo tutte le varie tematiche di stretta attualità, delle quali il mister di Piombino ci ha parlato, come di consueto, senza remore e soprattutto senza peli sulla lingua.

IL RAPPORTO CON CAGLIARI
"Certamente visto che sono stato tanti anni ad allenare, in questo periodo mi manca la panchina, è ovvio, ci sta. Riguardo Cagliari, non so spiegarmi come mai la mia avventura sia finita, non capisco cosa non abbia funzionato. Certo ci sono stati diversi problemi, ma ho avuto anche quarantacinque giorni di tempo... In ogni caso non centra nulla Cellino, io sono sempre andato d'accordo con lui. Tra noi si è sempre parlato a viso aperto, in modo chiaro. Entrambi siamo portati a dire le cose in faccia. Avendo questo carattere, quindi, a volte capita di scontrarsi. Per quanto riguarda la corsa alla salvezza, Il Cagliari, che era stato per spacciato, sta risalendo. Mi sarei aspettavo che prima o poi ci sarebbe riuscito e ne sono contento. Vedo delle squadre che sono sullo stesso livello e dovranno lottare fino alla fine".

LOTTA SCUDETTO, NON C'È ARBITRO CHE TENGA
"Ormai nel calcio non si parla più della situazione tecnica delle partite, ma si vuole sempre fare polemica. Anche ora si è detto che gli arbitri non hanno fatto bene, arrivando a stilare anche delle classifiche assurde, che fanno solo il male del calcio. Sono tabelle tendenziose che creano malumori e dissidi. L'Inter è la squadra più forte. Sarebbe anche ugualmente la migliore senza queste classifiche assurde. La squadra non solo gioca bene, ma sa tenere anche la giusta concentrazione e appare la più forma del campionato. È il team più forte non solo tecnicamente ma anche per fisicità. La Roma, invece, ha sempre alti e bassi. Gioca un calcio molto bello ma è soggetta a cali di tensione, soprattutto con squadre medio piccole. Il problema è che non sa mantenere la giusta concentrazione. Forse è anche questione di ambiente, il problema non è di certo tecnico ma comportamentale. Certo che contro il Siena ha buttato via una bella occasione. Essere a otto punti di distacco non è semplice, probabilmente l'unica occasione rimasta per sperare è lo scontro diretto".

LA CORSA ALLA CHAMPIONS, FIORENTINA SFAVORITA
"Per la corsa alla Champions i risultati di domenica sono stati importanti. Era prevedibile che la Fiorentina potesse anche perdere con il Milan. Senza dubbio la vera sorpresa è stata il pareggio del Cagliari contro la Juventus. Si è vista una Juventus stanca, non molto concentrata. Ma vedo, per i primi quattro posti, molto equilibrio. Dando per scontato che la Roma si riprenda, perché altrimenti sarebbe aperta anche la caccia al secondo posto. La Fiorentina mi sembra la squadra con meno personalità. Ha un programma importante che la potrà ripagare tra qualche anno, puntare sui giovani, ma per fare ora il salto di qualità serve personalità. In certi momenti forse manca alla squadra viola. Le altre hanno qualcosa di superiore".

BALOTELLI-PATO
"Tutti si sono stupiti per il gol che ha fatto contro la Juventus. Ma Balotelli fino ad ora ha sempre fatto cose importanti. Potenzialmente può diventare un grande giocatore, anche se è ancora giovane. Ha il fisico giusto, la personalità, la tecnica, non gli manca davvero nulla. Riguardo a Pato, eravamo tutti curiosi di vedere questo ragazzo di diciotto anni all'opera, e possiamo dire che ci ha meravigliato in positivo. In sei partite ha fatto quattro gol. In pochi minuti è risultato determinante. Ha qualità superiori alla media: personalità velocità, senso del gol, capacità di smarcare l'uomo".

PANCHINA D'ORO, LA MERITAVA MANCINI
"Non pensavo che la potesse vincere Prandelli, credevo che fosse data a Mancini. Io personalmente l'avrei data proprio al tecnico dell'Inter, non solo per quello che ha fatto la scorsa stagione, ma per quello che sta facendo anche quest'anno. È diventato allenatore per caso, con una forzatura legale, può avere un atteggiamento che certe volte risulta non simpatico, ma io apprezzo più lui che dice ciò che pensa e si comporta di conseguenza, rispetto ad altri che dicono determinate cose, ma i comportamenti non corrispondono. Ha un carattere che mi piace".