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Guarin, il Pitbull, il rebus e il tallone d'Achille: Varsavia chiama, l'Inter c'è
venerdì 27 febbraio 2015, 00:01Editoriale
di Francesco Fontana
per Fcinternews.it
fonte Milano - Dall'inviato allo stadio Giuseppe Meazza

Guarin, il Pitbull, il rebus e il tallone d'Achille: Varsavia chiama, l'Inter c'è

L'Europa chiama, l'Inter risponde. Forse è ancora un po' presto, ma Varsavia e il 27 maggio non sono poi così lontani e il Biscione ha tutto per poter scendere in campo in quella sera, perché ormai è inutile nasconderlo: l'obiettivo si chiama 'Stadion Narodowy', il teatro dell'ultimo atto di una coppa ormai troppo importante per non crederci, sempre di più. In un 'Giuseppe Meazza' finalmente delle grandi occasioni (o quasi) i nerazzurri strappano il pass per il turno successivo grazie alla botta del Guaro e si godono la quarta vittoria nelle ultime cinque partite. Il sorteggio di Nyon ha detto che la prossima tappa europea parlerà tedesco: ci sarà il Wolfsburg di Luiz Gustavo (sì proprio lui, il centrocampista preso a modello lo scorso anno da Walter Mazzarri) e André Schürrle. Non sarà facile, ma le più forti sono state evitate, ovvero Roma e Napoli. Questo è il mio parere. Il Celtic Glasgow è quindi storia, anche se l'ostacolo scozzese è stato superato con non poche difficoltà nell'arco dei 180'. Al 'Celtic Park' 3-3 roboante e ricco di emozioni, con l'Inter che non ha saputo gestire un vantaggio importantissimo facendosi recuperare per ben due volte (materiale d'analisi per Roberto Mancini), mentre a Milano ho avuto conferma, ancora una volta, di quale sia il tallone d'Achille di questa squadra: la difesa. 'Strano', starete pensando dato che la rete di Juan Pablo Carrizo è rimasta inviolata, ma io continuo ad avere non pochi dubbi circa la tenuta difensiva dell'Inter.

Nonostante la voce 'gol subiti' reciti 'zero', non sono soddisfatto di quanto visto contro gli uomini di Ronny Deila. Attenzione, quando parlo di reparto arretrato considero l'intero assetto difensivo che comprende, quindi, anche centrocampo e attacco. Soprattutto nel primo tempo ho notato un grande sfilacciamento tra i reparti, con tanto, troppo spazio concesso agli avversari, e solo la poca cattiveria scozzese non ha portato al gol subito. Analizzando la gara a livello individuale, da registrare il ritardo di Danilo D'Ambrosio, al rientro dopo lo stop dello scorso 25 gennaio in Inter-Torino 0-1. Credo però che il laterale classe '88 possa essere giustificato, considerando che un mese lontano dai campi, per un giocatore la cui struttura fisica è alleata decisiva per il livello delle proprie prestazioni, è tanto. Riparte quindi la rincorsa dell'ex Toro, a maggior ragione dopo il ritorno a casa di Davide Santon (altra prestazione positiva per l'ex Bambino). Da oliare e perfezionare, invece, l'intesa nella difesa 'a quattro' della coppia Andrea Ranocchia-Juan Jesus, troppo anarchici nella prima frazione e sovente esposti ai contropiedi avversari. In panchina, intanto, c'è sempre un certo Nemanja Vidic...

A centrocampo applausi per Hernanes, finalmente Profeta dopo poche luci e troppe ombre dal momento del suo arrivo a Milano. Contro i The Bhoys spunti, dribbling, idee, tecnica e tanto palleggio, un belvedere per gli occhi del pubblico nerazzurro che non può fare altro che augurarsi che quella contro il Celtic possa essere solamente la prima di una serie di prestazioni positive, degne di un vero nazionale brasiliano. Copia-incolla per Gary Medel, solito Pitbull e guerriero generoso al servizio della tecnica generale (super anche nel gioco aereo), mentre Fredy Guarin conferma il periodo felice dimostrando di essere capitano ufficioso e sempre più leader in una squadra in cui, molto probabilmente, è finalmente essenziale. Nel suo gol al minuto 87 c'è tutto: potenza, physique du rôle e coraggio di osare, quello che non è mai mancato ma che, a volte, gli ha giocato anche contro. Ora, però, c'è la libertà mentale, quella spensieratezza che oggi lo sta elevando a top player europeo nel ruolo. Complimenti e come on, Guaro. La mia felicità oggi è doppia, perché anche nei momenti più duri ho sempre aspettato questo grande giocatore che, oggi, sta dimostrando di essere. Studiando da campione, senza 'se' e senza 'ma'. 

Qualche metro più avanti, passo indietro per Xherdan Shaqiri, le cui giocate - a parer mio - sono state troppo fine a sé stesse, mentre in attacco continuo a non vedere, o meglio, rivedere quel gran giocatore che nella scorsa stagione ha trascinato l'Inter di Walter Mazzarri a suon di gol e corsa: Rodrigo Palacio. La sensazione è che, almeno ad oggi, sia El Trenza che Lukas Podolski non siano in grado di essere quel grande partner offensivo di Mauro Icardi (sempre più top player). Momento da rebus per l'argentino e il campione del mondo tedesco, ma credo che il Mancio stia lavorando al meglio con questi due giocatori: poche gare giocate consecutivamente, giusta dose di turnover e minutaggio per entrambi. Ora toccherà solamente a loro essere quel grande valore aggiunto che, sommato ai gol di Maurito, potrebbe garantire all'Inter ancor più reti e, di conseguenza, vittorie.

Concludo ribadendo l'importanza di questa competizione, l'habitat potenzialmente naturale per sentire la musichetta Champions League nella prossima stagione, sottolineando che quelle forti sarebbe meglio incontrarle... il più avanti possibile, magari proprio al 'Stadion Narodowy' (le avversarie più temibili, come detto in apertura, sembrano proprio Roma e Napoli, considerando che il Liverpool ha già salutato). Ok il Wolfsburg, quindi, la giusta via di mezzo tra possibili squadre Cenerentola e le due big italiane. Inciso sul tifo scozzese: applausi, tantissimi applausi per aver dimostrato cosa rappresenta l'essenza della passione nei confronti di una squadra e di uno sport in generale. Spettacolari all'andata, piacevolmente rumorosi al ritorno. L'Italia del calcio prenda esempio da questa realtà.

P.S. Dopo aver analizzato la qualificazione nerazzurra, vorrei rubare solo poche righe per salutare gli attenti e appassionati lettori di FcInterNews con questo mio ultimo editoriale. La vita è fatta di scelte e di decisioni, e anche per me è arrivato questo momento. Personalmente ci saranno nuove sfide da vincere, nuovi traguardi da raggiungere, tantissime cose da imparare e altrettanti limiti da limare per crescere sempre di più, in quello che reputo il lavoro più bello del mondo: raccontare e aggiornare i tifosi sulla passione più grande. Per me una gioia quotidiana, immensa e che mi offre sempre motivazioni uniche, nuove, speciali. Voglio quindi sottolineare che sarò sempre al seguito dell'Inter, con la promessa di dare sempre il 100%, anzi, molto di più, perché la strada è ancora lunghissima. Nel mio piccolo spero e mi auguro, quindi, di poter rendere partecipe al meglio i tifosi interisti, avvicinandoli nel miglior modo possibile a quella che per loro, oltre che una grande passione, è anche una fede immensa: l'Inter.