Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / inter / Editoriale
Yaya-Inter, ecco perché (per me) si fa
sabato 30 maggio 2015, 00:00Editoriale
di Gianluca Scudieri
per Fcinternews.it

Yaya-Inter, ecco perché (per me) si fa

Premessa. I pensieri che seguono non sono fatti confutati o indiscrezioni filtrate da chissà quale insider, bensì deduzioni logiche di chi vi scrive che prova a interpretare i fatti che si stanno sviluppando attorno a Yaya Touré, senza dubbio il desiderio numero uno, due e tre per il mercato estivo dell'Inter.

Hanno fatto tantissimo clamore le parole di Dimitri Seluk, agente del centrocampista del City, in cui si annunciava la volontà della squadra di Manchester di non vendere assolutamente l'ex Barcellona e che, pur ringraziando l'Inter, non si sarebbe mosso dall'Inghilterra. I titoli catastrofisti non sono tardati ad arrivare e, da che il giocatore sembrava praticamente con le valige in mano e il biglietto di sola andata verso Milano nel portadocumenti, si è passati a dire tutto il contrario. C'è qualche cosa che non torna ed è proprio dalla figura di Seluk che questa simil-indagine ha inizio.

Agente russo che cura gli interessi dei fratelli Touré, è praticamente la versione russa di Lupin, non perché sia un ladro gentiluomo, ma perché è fondamentalmente irrintracciabile ai più ed è da molti addetti ai lavori definito come un personaggio sui generis. Nella scorsa stagione aveva creato molta tensione fra i Citizens e Yaya perché il club inglese non aveva augurato buon compleanno all'ivoriano, tanto da far pensare a un addio del centrocampista al termine della Premier League 2013/14 e da suscitare l'ilarità di blogosfera e dintorni. Il dramma sportivo non si consumò e Seluk si ritirò a vita privata per molti mesi fino a quando, nel maggio 2015, non affermò: ''Al 90% Yaya lascia il City'' Forte dell'interesse dell'Inter e di qualche sondaggio del PSG e del Barcellona il russo non pensò due volte a spalancare le porte a un addio del suo assistito all'Ethiad Stadium.

Bisogna però fare un breve salto temporale all'indietro al 21 aprile del 2015 per finire la ricostruzione degli antefatti di questa vicenda. In un'intervista antecedente a quelle del proprio agente, in prima persona Yaya Touré affermò che non sarebbero stati i soldi a decidere il futuro, ma la qualità delle sfide sportive propostegli a indirizzare la sua carriera. Quale può essere la nuova sfida sportiva che Beguiristain e il suo staff possono aver proposto a Touré per convincerlo a restare?



Nessuna. E' impossibile che dopo 5 stagioni passate nello stesso club si possa trovare un incentivo differente e più convincente, considerando che la sfida attuale del City è sempre quella di diventare una squadra competitiva in Europa e lottare per la Champions League (fallita, si può dire senza rischio di smentita). Quindi qualcuno fra Touré e Seluk non è chiaro in merito a questa situazione e la contraddizione in cui è caduto l'agente fa puntare il dito proprio contro di lui. Perché passare da un 90% di possibilità di andarsene alla permanenza certa del giocatore che, per sua stessa ammissione, è in cerca di nuovi stimoli?

Perché Seluk sta facendo il suo lavoro di intermediario ed è qui che entra in scena nel ''giallo'' la dirigenza del City, l'unica parte che non si è mai esposta in prima persona, salvo le frequenti dichiarazioni di Manuel Pellegrini. L'Inter, tramite Ausilio, Mancini e Thohir, si è sempre esposta sull'affare, ma il club di Mansour bin Zayd Al Nahyan non ha mai rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui espone la propria posizione. E' per questo che le parole contraddittorie di Seluk devono essere lette più che come il parere di un agente, ma come la trasposizione della volontà della dirigenza inglese.

Se, dunque, le ultime dichiarazioni dell'agente russo si leggono come un'imposizione non dsindacabile del City, questa faccenda assume dei connotati chiarissimi: quelli di una trattativa di mercato entrata nel vivo. L'ultima cosa pressoché certa prima dell'inizio di questa settimana era un accordo quantomeno verbale fra l'Inter e Touré e la volontà di inoltrare un'offerta al club di Manchester. Questa offerta, dunque, non è stata ritenuta adeguata e per stanare l'Inter si è provato a tirare la corda al massimo con la frase: ''Da qui non si muove neanche per 100 milioni''. L'intento è semplicissimo, vedere quanto l'Inter sia disposta a spendere per regalare Touré a Mancini ed è su questa debolezza che Beguiristain e il suo staff stanno giocando per ottenere il massimo dalla cessione dell'ivoriano.

Rispetto all'inizio di questa settimana, dunque, le mie sensazioni sono ancora più positive perché i due club sono entrati in contatto e adesso le soluzioni sono due: o il City e/o l'Inter annunciano la mancata conclusione dell'affare per distanza incolmabile, oppure i due club annunceranno l'accordo per il trasferimento di Touré. Non si potrà fare finta di nulla arrivati a questo punto della trattativa perché, se Thohir ha detto che si farà di tutto per portare a casa l'ivoriano, non si potrà accantonare questa storia al primo ostacolo, come se non fosse mai successa.

Una storia che invece dovrebbe essere lasciata da parte è quella relativa al dossier pubblicato dal Corriere della Sera nella giornata di mercoledì in cui si metteva in dubbio la solidità economica del presidente nerazzurro. ''Se qualcuno sta pensando che queste storie ci distrarranno dall'obiettivo di portare importanti risultati per l'Inter, si sbaglia''. Queste parole di Thohir possono bastare per chiarire, se ce ne fosse ancora il bisogno, che le illazioni sono dovute al fatto che parlare di Cayman in Italia fa sempre scalpore, soprattutto in ambito economico; se si fosse discusso di gruppi situati a Montecarlo, in Inghilterra o in Spagna, verosimilmente il tutto sarebbe passato in sordina, proprio come accaduto con il Manchester United. Sempre che dietro certe precisazioni non ci sia volontà di destabilizzare l'ambiente. Ma la dietrologia non è il mio forte.