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D'Ambrosio: "Mancio mi ha caricato, Maicon è il mio modello. Miranda..."
giovedì 5 novembre 2015, 21:48In Primo Piano
di Marco Lo Prato
per Fcinternews.it

D'Ambrosio: "Mancio mi ha caricato, Maicon è il mio modello. Miranda..."

E' Danilo D'Ambrosio l'ospite di Inter Nos, il programma della tv tematica nerazzurra, Inter Channel. Il terzino si racconta in base alle domande dei tifosi. Ecco le sue parole: 

Cosa ne pensi di questo inizio di campionato?

E’ sicuramente positivo. Non dobbiamo montarci la testa, ma siamo sulla strada giusta. Possiamo crescere tutti, sia come individui sia come gruppo. 

E’ vero che dovevi andare in Turchia perché ti voleva Mancini? Qual è un aneddoto che ricordi con il mister?

“Mi arrivarono delle voci di interessamento del Galatasaray, ma io sono uno concreto e fui felice di arrivare all’Inter. Dopo pochi mesi che arrivò il mister, io ero infortunato ma ce la misi tutta per tornare in forma. Quando tornai, Mancini mi fece giocare la domenica e poi mi diede fiducia anche nella partita di coppa il mercoledì successivo, dicendomi che non gli importava se avessi giocato poco, ma si fidava di me e mi disse che potevo arrivare in Nazionale. Fu importante”

Qual è il tuo modello di calciatore?

“Douglas Maicon è il giocatore che si avvicina di più al mio modo di intendere il calcio da terzino. E’ devastante come attaccante e sa difendere, anche se ogni tanto concede qualcosa. Ma lui se lo può permettere (ride, ndr)”. 

Cosa ti ricordi dell’inizio della tua carriera? 

“Ho iniziato a giocare a Salerno, poi la nostra società fallì e andai a Firenze insieme a mio fratello Dario. Trascorsi due anni e mezzo nelle giovanili della Fiorentina, con mister Borrini che fu molto severo con me, ma mi aiutò tantissimo. La Primavera mi stava stretta e infatti l’ultimo anno dopo sei mesi me ne andai a Potenza, in Lega Pro. E’ la prima volta che mi divisi da mio fratello che poi ebbe diversi infortuni gravi che ne bloccarono la carriera. Era lui il più bravo (ride, ndr)”. 

Cos’è cambiato rispetto all’anno scorso?

“Le vittorie aiutano ad allenarci meglio. Noi siamo sempre concentrati, ci alleniamo anche per questo”. 

Cosa consigli a Montoya? 

Ha avuto un po’ di difficoltà perché veniva dal Barcellona, in un calcio diverso e con dei calciatori che sono i migliori al mondo. Ora si è ambientato e secondo me non sbaglierà la partita, meriterà anche lui. 

Come ti sei preparato per la partita?

“Io cerco sempre di farmi trovare pronto, non si sa mai quando può toccare a te. Devi sfruttare ogni occasione. Se avessi sbagliato contro la Roma, la colpa sarebbe stata mia perché ogni settimana io mi dovrei allenare come se dovessi giocare”. 

Come mai hai trovato difficoltà all’inizio di stagione?

“Non è una domanda da fare a me. Le scelte di Mancini possono essere condivisibili o meno, però vanno accettate in ogni caso Io cerco sempre di mettere in difficoltà il mister”. 

Con che giocatore hai più feeling?

“Miranda. Murillo parla molto, mentre Miranda è più pacato ma d’esperienza. Non mi aspettavo fosse così forte, mi ha sorpreso. Ma chi è ovunque è Medel, arriva su ogni pallone in un modo incredibile. Legge benissimo il gioco e sopperisce ad ogni mancanza”. 

Il punto più alto della tua carriera?

“Sicuramente quand’ero il Capitano del Torino e c’era la possibilità di andare in Nazionale. La stagione successiva incominciai molto bene, segnai anche qualche gol, poi purtroppo qualche infortunio mi ha frenato. Al Torino segnavo di più, andavo sempre a saltare sui calci piazzati, ora all’Inter ci sono migliori saltatori e quindi io vado meno”. 

Qual è la partita più bella che hai giocato con la maglia dell’Inter?

“Non voglio andare troppo a ritroso nel tempo, quindi per una questione di importanza e vicissitudini credo quella di settimana scorsa contro la Roma”. 

Pensi al rinnovo con l’Inter?

“Bé, mancano ancora due anni e mezzo alla fine del mio contratto. Nessuno mi ha mai regalato qualcosa, se dovesse arrivare il rinnovo sarei contentissimo e quindi me lo sarei meritato”. 

Alla Juve Stabia hai cambiato il tuo ruolo?

“Sì, io dopo la retrocessione della squadra volevo andare via, ma il mister mi convinse a rimanere. Lavorai tantissimo sulla fase difensiva, passando da esterno di centrocampo a terzino. Poi passai al Torino, una squadra che volli fortemente”. 

Dopo il Torino, l’Inter…

“E’ un punto di arrivo della mia carriera, ma io non mi sento soddisfatto, non mi cullo. Devo meritare questa maglia”. 

E a proposito di Toro, come troviamo la squadra di Ventura?

“Conosco bene il mister e i giocatori, so come preparano la partita. Il risultato contro la Juve non influirà sul modo in cui si approcceranno alla partita. Saranno affamati di vittorie, non hanno un trend positivo, in casa sarà difficile”.