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tmw / inter / Editoriale
Se Sparta ride...
venerdì 30 settembre 2016, 00:10Editoriale
di Mattia Zangari
per Fcinternews.it

Se Sparta ride...

Se Sparta ride, l'Inter si complica maledettamente la vita in Europa League. Modificando a piacimento il famoso proverbio che trae origini dall'opera teatrale 'Aristodemo' di Vincenzo Monti si ottiene l'istantanea più nitida della seconda débâcle in altrettante partite europee della squadra di Frank de Boer. Se due settimane fa il ko era arrivato per mano del modesto Hapoel Be'er Sheva, ieri sera la delusione l'ha portata una squadra che alla vigilia arrivava sull'orlo della depressione sportiva, trascinando con sé il pesantissimo fardello del derby perso domenica scorsa con lo Slavia e il cambio tecnico che ha portato in sella, ad interim, l'allenatore dell'Under 19. Quello che, per intenderci, per presenziare alla conferenza pre-partita è dovuto correre in fretta e furia in sala stampa dopo aver guidato la squadra giovanile alla rotonda vittoria per 4-0 sul Podgorica.

Due giovedì europei nerissimi, negativi più o meno allo stesso modo nelle proporzioni, che hanno il loro minimo comune denominatore nella mancanza di identità di squadra tra gli interpreti che hanno calcato il terreno di gioco ora di San Siro ora del Letnà Stadion. Una situazione non difficile da prevedere già diverse settimane fa, quando la campagna europea della Beneamata era partita a handicap ancora prima di cominciare per colpa del 'taglio coercitivo' dalla lista presentata alla UEFA di Joao Mario, Gabigol, Jovetic e Kondogbia. Questo, sia chiaro, è solo il peccato originale (che inerisce esclusivamente la gestione dei conti del club e non al campo), ma non è altro che la radice dei mali di tutte le altre concause che hanno concorso a tratteggiare una condizione di impotenza fuori dai confini italici che è sembrata sfociare nell'inadeguatezza.



Sì, perché l'applicazione del turnover da parte del tecnico olandese, con una rosa che – al netto delle 4 assenze di cui sopra - è adeguata per competere dignitosamente su due fronti, rientra nella natura delle cose e non può assurgere a motivo discriminante di un avvio di campagna europea così fallimentare. Ciò che resta inaccettabile sono alcuni atteggiamenti di squadra che sono talmente inconcepibili dal constringere FdB a dire che 'non dovrebbero succedere nel calcio dei professionisti'. Il riferimento, soprattutto, è alla seconda segnatura dello Sparta, quella in cui Vaclav Kadlekc - dopo aver ricevuto un passaggio non più lungo di 10 metri da un compagno che aveva battuto veloce la punizione - si è trovato tutto solo in area viso a viso con Handanovic per scrivere la sentenza anticipata di una sconfitta che era stata annunciata come un presagio nefasto solo dopo 7 minuti dal il kick-off. 

Sul 2-0 si è circostanziato il feeling mai nato in questa stagione tra l'Inter e la competizione europea per club seconda per importanza alla Champions League. Di fatto, la lezione continentale è stata impartita con questa regola aurea: se regali un tempo, che sia il secondo con l'Hapoel o il primo con lo Sparta Praga, a questi livelli non porti a casa altro se non un pugno di mosche.

Ora il pensiero corre veloce verso il campionato, al delicato match dell'Olimpico con la Roma, ma il cuore spera di essere sedotto ancora una volta da quel piacevole sbigottimento post-europeo già provato con la Juve, nella  gara gagliarda vinta in rimonta. Dall'Inferno al Paradiso in tre soli giorni, con l'auspicio che questa volta il biglietto sia di sola andata.