Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / inter / Editoriale
La fascia è una cosa seria
domenica 31 luglio 2016, 00:00Editoriale
di Gabriele Borzillo
per Fcinternews.it

La fascia è una cosa seria

Fare il capitano di una squadra non è come andare a mangiare una pizza; offro io. Fare il capitano di una squadra significa incarnare lo spirito che quei colori e quella maglia portano con sé. E fare il capitano di una squadra non è una cosa da tutti, perché quando si parlerà in futuro di quella squadra nel momento in cui tu portavi la fascia al braccio sarà un attimo accostare quella squadra a te. Fare il capitano non vuol dire che sei arrivato, anzi; semmai è un carico di responsabilità maggiore. Devi difendere quella maglia e quei colori, li devi onorare, devi rappresentarla come meglio possibile. Non è come da bambini all’oratorio. Non è quello più forte che porta i gradi e si sceglie i compagni col pari o dispari. 

Il pistolotto per cercare di spiegare a chi legge cosa intendo io per capitano di una squadra. Perché i punti di vista possono essere differenti. Ecco, la mia interpretazione del ruolo è questa. Sicché all’Inter accade che colui il quale è stato insignito di una tale onorificenza, perché di onorificenza si tratta, cominci a pestare i piedi e, sotto la regia di una parte dei suoi procuratori, a pretendere maggiori emolumenti; perché li merita. O almeno questa è la parziale giustificazione che il clan dell’argentino ha propinato ai tifosi interisti, nella certezza o nella speranza di avere a che fare con un popolo di ottusi che avrebbe seguito il suo condottiero fino all’agognato aumento salariale. In effetti è corretto, un ragazzo che guadagna tre milioni e rotti di euro netti l’anno fa fatica a far quadrare i conti.

Si, mi dicono, però l’ingaggio non è adeguato al valore del calciatore, elevatissimo. Che secondo chi ancora non l’ho capito; ma se certi profili vengono valutati, che so, venti o trenta milioni, ecco che automaticamente la punta nerazzurra vale perlomeno sessanta, se non settanta, se non di più. Del resto il cartellino è dell’Inter e, mi spiace per i procuratori, sarà l’Inter a fare il prezzo, non chi deve comperare. Ora, personalmente trovo il modo di giocare del capitano interista l’anticalcio per eccellenza, ma è innegabile che il giovanotto sia letale quanto pochi altri sanno essere nei sedici metri finali. E, metto le mani avanti immediatamente ma soltanto per spiegare la mia posizione (che magari frega poco a chiunque) verso Icardi, io ad un centravanti del genere, che non è nemmeno tra le riserve della nazionale argentina (cronaca vera, mica invenzioni), non rinuncerei per tutto l’oro al mondo. Perché qui non dobbiamo stare a considerare il lato deamicisiano della vicenda; bisogna osservare e salvaguardare, per quanto possibile, un valore aggiunto che il signor Mauro porta indiscutibilmente alla causa nerazzurra.

Casomai quello che non riesco a capire, al di là delle facili parole in libertà che si possono fare al bar davanti ad un aperitivo rinforzato, è: ma domando scusa, il signor Icardi non aveva firmato un nuovo contratto l’anno scorso con deciso incremento del denaro che mensilmente percepisce? O l’aumento della passata stagione era stato estorto con forza al ragazzo ed ai suoi procuratori da chissà chi? Questo è un punto fondamentale della vicenda, non desidero assolutamente metterlo in secondo piano. I contratti si firmano e, soprattutto, si onorano.



Comunque, dal momento che ho smesso di credere alle fatine buone, ai maghi e agli eroi pallonari da qualche tempo, non trovo il comportamento dell’entourage del giovanotto particolarmente sconveniente. Semplicemente in linea con quello di molti altri professionisti del calcio che non vendono i propri servizi per amore o passione ma, più grettamente, per la vil moneta. E non ci trovo nulla di scandaloso. Cioè, l’errore non è di chi si presenta ogni dodici mesi chiedendo soldi; l’errore è di chi lo ha promosso capitano. In fondo, per quanto il lato romantico del pallone mi abbia abbandonato come ho scritto poc’anzi, sono sempre cresciuto nel mito dei Facchetti, dei Mazzola, degli Oriali, dei Bergomi. Senza scomodare Picchi. E senza scomodare nemmeno chi la fascia l’ha portata con alterne fortune ma con il massimo della serietà professionale, magari il Bini di turno giusto per fare un nome. 

Del resto questa benedetta fascia sembra pesare parecchio sul braccio di ognuno; perché che io sappia il primo interpellato fu Handanovic, che declinò gentilmente. E che, detto per inciso, un giorno ama l’Inter, il giorno dopo mica troppo, il terzo vorrebbe andare a giocare la CL. Che poi, con maggiore attenzione di tutti, la CL la si poteva giocare già quest’anno, pur pensando il sottoscritto che la vecchia Inter fosse decisamente più debole di Roma e Napoli. E quindi chiunque si presento raccontando la favoletta del vorrei giocare la Champions mi provoca bruciori di stomaco ed orchiti di vario genere. 

Sono onesto, io non so come andrà a finire il mercato. Non ho la sfera di cristallo e non amo sparare centocinquantamilamilioni di nomi che uno lo becco per forza. Penso però che se l’Inter dovesse decidere di far partire qualcuno dei suoi pezzi da novanta magari, fossi la Società ma non lo sono, eviterei di cederlo in Italia a squadre che un domani potrebbero toglierti piazzamenti importanti.

Di una cosa sono certo; dovesse capitare che un tale restasse, perché per enne ragioni la proprietà si è incaponita e costui non parte nemmeno per cento milioni, non so se gli ridarei la fascia. Non per una misera vendetta; molto più semplicemente perché l’atteggiamento del ragazzo non è quello di un capitano nerazzurro. Ecco, forse Maurito potrebbe farsi una full immersion di interismo. O portare soldi, tanti, subito. Senza rilanci e rilancini da pokerista di serie minori.

Amatela, sempre.
E buona domenica a Voi!