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Inter-Roma -  Pioli sbaglia tanto e si difende con paura. Brozo nulloTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 27 febbraio 2017, 11:14Angolo tattico
di Matteo Serra
per Fcinternews.it

Inter-Roma - Pioli sbaglia tanto e si difende con paura. Brozo nullo

L'Inter arriva alla sfida contro la Roma con molte incognite in merito al sistema di gioco e a quali interpreti scegliere: se giocare a 4 o a tre, come sostituire Miranda e se impiegare o meno Brozovic. Pioli opta per la conferma della disposizione in campo vista nelle ultime uscite, arretrando D'Ambrosio nella linea dei tre difensori insieme a Murillo e Medel. La sorpresa riguarda il centrocampo, dove Pioli sceglie di schierare tutti i giocatori offensivi di cui dispone: Candreva e Perisic a tutta fascia, con Brozovic e Joao Mario alle spalle di Icardi. La Roma di Spalletti invece si presenta a San Siro più coperta, con Juan Jesus titolare a fare da intermezzo tra difesa e centrocampo, con compiti di sola copertura su Candreva. Bruno Peres invece si deve occupare di Perisic, con Rudiger alle sue spalle. Dzeko gioca prima punta, alle sue spalle Nainggolan e Salah. 

PRIMO TEMPO CONFUSO - Pioli sa che l'Inter si gioca molto e per questo decide di affidarsi ai suoi giocatori di maggiore classe. La scelta di Spalletti di coprirsi di più, inserendo Juan Jesus e non Emerson in fascia destra, può permettere a Candreva di pensare solo alla fase offensiva. L'allenatore dell'Inter quindi decide di affrontare la Roma a viso aperto, cercando di aggredirla con la qualità offensiva. Fin dalle prima fasi di gioco però, il progetto tattico di Spalletti si rivela migliore di quello del suo collega interista: la Roma infatti non gioca con un puro 3-4-2-1, ma con un sistema di gioco che muta continuamente, a seconda delle fasi di gioco. Juan Jesus a volta accorciano in avanti e altre fanno la diagonale, trasformando la linea difensiva da 3 a 5, a seconda dello sviluppo dell'azione. Quando l'Inter imposta l'azione, Nainggolan si abbassa molto, andando a difendere sulla linea dei tre centrocampisti, in modo da non garantire all'Inter superiorità numerica in quella zona del campo, come la recupera però si allarga, andando ad attaccare la profondità. Anche la posizione di Salah non è quella della classica ala, perché si accentra lasciando spazio alle discese di Bruno Peres, cosa che costringe Perisic ad una fase difensiva che non è nelle sue corde. Ecco che fin da subito si dimostra incoerente la scelta di Pioli: sceglie sì di essere offensivo, ma non chiede ai suoi di difendere in avanti, lasciando ai tornanti e ai mediani il compito della prima uscita sull'esterno, tenendo Murillo e D'Ambrosio sempre stretti con Medel. Fa invece l'opposto la Roma, che non teme l'1 contro 1 e fa sì che siano Manolas e Rudiger a chiudere su Perisic e Candreva. Proprio da una situazione di gioco di questo tipo arriva l'1-0 giallorosso: Nainggolan si allarga e viene seguito da Gagliardini, che cerca di limitarlo. Sul gol, oltre al grande gesto tecnico del belga, bisogna notare come il centrocampista dell'Inter viene lasciato da solo, con Kondogbia che troppo lentamente capisce la pericolosità dell'azione e si limita a recuperare la propria posizione piuttosto che a chiudere in raddoppio. Nonostante lo svantaggio, quello che preoccupa più nell'Inter non è la fase difensiva, tutto sommato attenta, ma quella offensiva, praticamente nulla. Brozovic è assente, Joao Mario non trova mai la posizione e questo fa sì che il pallone transiti direttamente dalla difesa all'attacco, dove però Icardi è ben tenuto dalla difesa romanista, che non ha problemi a leggere i prevedibili lanci lunghi in profondità. Perisic non ci azzecca niente in quella posizione, perché non è nè in grado di difendere, nè viene messo nelle condizioni ottimali per attaccare, perché riceve palla lontano e con le spalle alla porta avversaria, dove è molto meno pericoloso. Anche il duo Gagliardini-Kondogbia non funziona come dovrebbe: il numero 5 gioca praticamente a uomo su Nainggolan, vivendo una partita nella partita che lascia il compito di impostare l'azione al suo compagno di reparto francese, che non ha però nei piedi le verticalizzazioni che un grande match come questo richiede.Solo nel finale l'Inter riesce a creare qualche pensiero alla difesa avversaria, perché finalmente Joao Mario si allarga, obbligando la Roma a delle scalate meno elementari di quelle richieste fino a quel momento. Dopo 40' minuti di grande Roma si vede l'Inter, ma è troppo poco. 

RIPRESA DI SPERANZA - L'Inter rientra in campo con un buon piglio, cercando di dare maggiore qualità alla propria manovra. Per farlo Pioli toglie un nullo Brozovic e mette Eder, con l'intento di impesierire di più Fazio e compagni, fino ad allora sempre in scioltezza. Subito dopo il cambio però l'Inter si fa infilare in contropiede: a prescindere dal fatto che forse Nainggolan parta con un fallo, la sua progressione è da giocatore superiore. Da notare anche il taglio di Salah, che dalla destra converge verso il centro, liberando lo spazio al belga per silurare Handanovic. E' un gol che taglia le gambe all'Inter, che stava vivendo il suo miglior momento. Pioli ci prova con Banega, ma l'argentino non incide. Dopo il vantaggio la Roma dimostra di essere superiore all'Inter, gestendo il pallone e non rischiando praticamente nulla. La rete di Icardi, solita giocata da rapace dell'area di rigore, viene subito annullata dalla disattenzione della difesa, che su una punizione a centrocampo si fa trovare messa male, obbligando prima D'Ambrosio a sbagliare l'intervento e poi Medel ad abbattere Dzeko, generando il rigore che chiude la partita. L'Inter perde e per la prima volta perde Pioli, che chiede coraggio ai suoi senza però difendersi all'altezza. Sbagliata la scelta di Perisic, inadatto al ruolo di tornante in un big match come questo. Era meglio mettersi a quattro, con la consapevolezza che la Roma si sarebbe prima difesa più che attaccare. La differenza la fa poi Nainggolan, in versione Vidal juventino, decisivo sia in fase di copertura che, come dimostrano i due gol, in quella propositiva. L'Inter torna a casa con la consapevolezza che deve ancora crescere, in personalità e atteggiamento, per lottare per lo scudetto.