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Il caso Acerbi-Juan Jesus si chiude qui. Gravina non procederà contro la decisioneTUTTO mercato WEB
giovedì 28 marzo 2024, 15:08Serie A
di Tommaso Bonan

Il caso Acerbi-Juan Jesus si chiude qui. Gravina non procederà contro la decisione

Gabriele Gravina non ha alcuna intenzione di modificare la decisione di Gerardo Mastrandrea su Acerbi. Il Codice di Giustizia sportiva, all’articolo 102, afferma che «il presidente federale può impugnare le decisioni adottate dal Giudice sportivo quando ritenga che queste siano inadeguate o illegittime». Il numero uno della Figc lo aveva fatto ad aprile del 2023, quando aveva annullato la squalifica di Lukaku ammonito per la reazione agli insulti razzisti in Juve-Inter.

Questa volta ritiene che il caso sia diverso: fidandosi ciecamente del lavoro degli organi di giustizia federale, non può che ritenere che non ci siano elementi sufficienti per procedere contro Acerbi. Dunque il caso sportivo si chiude qui.


Le parole di Juan Jesus
Il Napoli, sul proprio sito ufficiale, ha pubblicato una lunga nota di Juan Jesus, con il difensore che si dice avvilito per la scelta del Giudice Sportivo: "Ho letto più volte, con grande rammarico, la decisione con cui il Giudice Sportivo ha ritenuto che non ci sia la prova che io sia stato vittima di insulti razzisti durante la partita Inter-Napoli dello scorso 17 marzo: è una valutazione che, pur rispettandola, faccio fatica a capire e mi lascia una grande amarezza.
Sono sinceramente avvilito dall’esito di una vicenda grave che ho avuto l’unico torto di aver gestito “da signore”, evitando di interrompere un’importante partita con tutti i disagi che avrebbe comportato agli spettatori che stavano assistendo al match, e confidando che il mio atteggiamento sarebbe stato rispettato e preso, forse, ad esempio. Probabilmente, dopo questa decisione, chi si troverà nella mia situazione agirà in modo ben diverso per tutelarsi e cercare di porre un freno alla vergogna del razzismo che, purtroppo, fatica a scomparire. Non mi sento in alcun modo tutelato da questa decisione che si affanna tra il dover ammettere che “è stata raggiunta sicuramente la prova dell’offesa” ed il sostenere che non vi sarebbe la certezza del suo carattere discriminatorio che, sempre secondo la decisione, solo io e “in buona fede” avrei percepito. Non capisco, davvero, in che modo la frase “'vai via nero, sei solo un negro …” possa essere certamente offensiva, ma non discriminatoria. Non comprendo, infatti, perché mai agitarsi tanto quella sera se davvero fosse stata una “semplice offesa” rispetto alla quale lo stesso Acerbi si è sentito in dovere di scusarsi, l’arbitro ha ritenuto di dover informare la VAR, la partita è stata interrotta per oltre 1 minuto ed i suoi compagni di squadra si sono affannati nel volermi parlare. Non riesco a spiegarmi perché mai, solo il giorno dopo e in ritiro con la Nazionale, Acerbi abbia iniziato una inversione di rotta sulla versione dei fatti e non abbia, invece, subito negato, appena finita la partita, quanto era in realtà avvenuto. Non mi aspettavo un finale di questo genere che temo - ma spero di sbagliarmi – potrebbe costituire un grave precedente per giustificare a posteriori certi comportamenti. Spero sinceramente che questa, per me, triste vicenda possa aiutare tutto il mondo del calcio a riflettere su un tema così grave ed urgente".