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Inter campione d'Italia. Non solo Marotta: sullo scudetto c'è la firma di Ausilio e Baccin
Simone Inzaghi è in prima fila, sulla panchina dell'Inter campione d'Italia sotto la guida dell'amministratore delegato Beppe Marotta. Nel mezzo, Piero Ausilio e Dario Baccin, direttore sportivo e vice, che Zhang come Marotta ha blindato fino al 2027, a scandagliare il mercato e cercare i migliori talenti. Al giusto prezzo, considerando che da qualche anno il vero miracolo dell'Inter è proprio questo: mantenere la squadra competitiva, nel migliore dei casi a saldo zero.
Ausilio è all'Inter praticamente da sempre, dal 1998: entrato come segretario del settore giovanile, ha scalato tutte le gerarchie dalle giovanili alla prima squadra. Ha cambiato quattro presidenti e tre proprietà; ha lavorato con Branca, Sabatini e Marotta. Gli allenatori neanche si contano. Quello conquistato da Inzaghi è il secondo scudetto da direttore sportivo, ruolo assunto nella stagione successiva al triplete. L'arrivo di Baccin è più recente, anche se ormai di anni ne sono passati sette: come dirigente va a scuola da Perinetti in quel di Palermo, poi nel 2017 la chiamata dell'Inter come vicedirettore sportivo. E oggi festeggia anche lui il secondo scudetto.
Le intuizioni dietro lo scudetto. In teoria, a ciascuno il suo ruolo: Baccin viaggia per scoprire i talenti, Ausilio li valuta, a Marotta l'ultima parola Zhang permettendo. Ormai, però, la fiducia reciproca è alle stelle e la sinergia indiscutibile: il parametro zero, per esempio, spesso è associato a Marotta, almeno mediaticamente. E invece magari in concreto l'idea è nata ed è stata portata avanti da Ausilio o Baccin. Così nascono i colpi di una dirigenza che negli anni ha dovuto cedere Hakimi e Lukaku, Onana e Brozovic, puntando però lo scudetto. Il portiere camerunese è forse l'operazione più riuscita, finora: Ausilio lo punta e lo coccola, l'Inter lo prende a zero e lo rivende ad oltre cinquanta milioni. È il colpo che finanzia la campagna acquisti pre-scudetto, anch'essa piena di idee. La più scintillante è Marcus Thuram, già adocchiato in passato e che la dirigenza era convinta potesse diventare un nove decisivo. Il francese forse neanche ci pensava, e invece eccolo lì. Con lo scudetto in mano.
Ausilio è all'Inter praticamente da sempre, dal 1998: entrato come segretario del settore giovanile, ha scalato tutte le gerarchie dalle giovanili alla prima squadra. Ha cambiato quattro presidenti e tre proprietà; ha lavorato con Branca, Sabatini e Marotta. Gli allenatori neanche si contano. Quello conquistato da Inzaghi è il secondo scudetto da direttore sportivo, ruolo assunto nella stagione successiva al triplete. L'arrivo di Baccin è più recente, anche se ormai di anni ne sono passati sette: come dirigente va a scuola da Perinetti in quel di Palermo, poi nel 2017 la chiamata dell'Inter come vicedirettore sportivo. E oggi festeggia anche lui il secondo scudetto.
Le intuizioni dietro lo scudetto. In teoria, a ciascuno il suo ruolo: Baccin viaggia per scoprire i talenti, Ausilio li valuta, a Marotta l'ultima parola Zhang permettendo. Ormai, però, la fiducia reciproca è alle stelle e la sinergia indiscutibile: il parametro zero, per esempio, spesso è associato a Marotta, almeno mediaticamente. E invece magari in concreto l'idea è nata ed è stata portata avanti da Ausilio o Baccin. Così nascono i colpi di una dirigenza che negli anni ha dovuto cedere Hakimi e Lukaku, Onana e Brozovic, puntando però lo scudetto. Il portiere camerunese è forse l'operazione più riuscita, finora: Ausilio lo punta e lo coccola, l'Inter lo prende a zero e lo rivende ad oltre cinquanta milioni. È il colpo che finanzia la campagna acquisti pre-scudetto, anch'essa piena di idee. La più scintillante è Marcus Thuram, già adocchiato in passato e che la dirigenza era convinta potesse diventare un nove decisivo. Il francese forse neanche ci pensava, e invece eccolo lì. Con lo scudetto in mano.
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