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Severgnini sui festeggiamenti dell'Inter: "Quelle maglie che raccontano anni di vero amore"
In un fondo sul Corriere della Sera, il giornalista e tifoso dell'Inter Beppe Severgnini ha parlato delle celebrazioni nerazzurre andata in scena ieri a Milano per il ventesimo scudetto: "Guardo la gente seduta sui marciapiedi intorno a San Siro - occhi felici, cellulari pronti - in attesa dei pullman scoperti con la squadra, e penso: capiranno, i calciatori, il potere che hanno? La forza di mescolare generazioni, redditi, istruzione, geografie, storie personali. Ci sono ragazzine scintillanti che, il giorno del Triplete, non erano nate; e i nonni che sventolano bandiere scolorite. Tutti ricordiamo i festeggiamenti impauriti dello scudetto 2021, anno di pandemia. Oggi la gioia è spensierata. Due stelle nel cielo di Milano, finalmente".
Prosegue: "Ci sono maglie slavate, maglie bianche, arancioni, gialle, verdi; sopra, la storia degli sponsor (InnoHit, Misura, Fiorucci, DigitalBits, Paramount). Ci sono i numeri degli eroi di oggi - il 10 di Lautaro, il 9 dello scatenato Thuram, il 23 di Barella, il 20 di Calhanoglu, il 32 dell’amatissimo Dimarco - e la collezione di miti di ieri: il 22 condiviso da Mkhitaryan e Milito; il 4 di Pupi Zanetti, il 3 di Facchetti. Una signora con una maglia sbiadita numero 8 spiega che l’ha avuta da Nicolino Berti, per quello le arriva fino ai piedi".
In chiusura: "Di nuovo, rispetto a Roma antica, c’è solo il motore, e il fatto che il calcio abbia sostituito la guerra (non sempre, purtroppo). Capiranno le società che i tifosi sono un tesoro, e non vanno storditi con promesse e scommesse? E i calciatori lassù? Stampano ricordi nella cera profumata della nostra fantasia. Sapranno rispettarla?".
Prosegue: "Ci sono maglie slavate, maglie bianche, arancioni, gialle, verdi; sopra, la storia degli sponsor (InnoHit, Misura, Fiorucci, DigitalBits, Paramount). Ci sono i numeri degli eroi di oggi - il 10 di Lautaro, il 9 dello scatenato Thuram, il 23 di Barella, il 20 di Calhanoglu, il 32 dell’amatissimo Dimarco - e la collezione di miti di ieri: il 22 condiviso da Mkhitaryan e Milito; il 4 di Pupi Zanetti, il 3 di Facchetti. Una signora con una maglia sbiadita numero 8 spiega che l’ha avuta da Nicolino Berti, per quello le arriva fino ai piedi".
In chiusura: "Di nuovo, rispetto a Roma antica, c’è solo il motore, e il fatto che il calcio abbia sostituito la guerra (non sempre, purtroppo). Capiranno le società che i tifosi sono un tesoro, e non vanno storditi con promesse e scommesse? E i calciatori lassù? Stampano ricordi nella cera profumata della nostra fantasia. Sapranno rispettarla?".
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