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Lo Monaco e il futuro della C: "Sfruttiamo i soldi della A attraverso le squadre U23"
tmwradio
Ospite: Pietro Lo Monaco
A TUTTA C con Luca Calamai e Luca Bargellini
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Ospite d'eccezione oggi ai microfono di 'A Tutta C', nuovo format di TMW Radio interamente dedicato alla Lega Pro. È intervenuto, infatti, Pietro Lo Monaco, attuale dg del Novara oltre che decano dei dirigenti sportivi italiani, con esperienza anche nelle serie superiori e in club come Genoa, Catania, Udinese e Brescia.
Frai vari temi toccati dal dirigente siciliano anche quello della riforma che la FIGC ha in ponte per il sistema calcistico italiano:
"Le riforme per i sapientoni si riducono a trasformare in nulla la Serie C. Pensate che la C si è ridotta già da 90 a 60 squadre, il problema è l’approvvigionamento, bisogna rendere autonome le società di C. Di fatto però parliamo di un campionato di spessore, guardate quanti giovani sono passati dalla C che oggi giocano in Serie A. Basterebbe poco per portarne sempre di più. Obbligare ad esempio tutte le squadre di A ad avere la seconda squadra. Per le squadre di Serie A ci sarebbe il vantaggio di gestire i giovani, pagando un contributo d'ingresso da due milioni all’anno si creerebbe un budget di 40 milioni, aggiungendoli ai 30 che ha a disposizione la Serie C si avrebbe un monte da 70 milioni. Lo si divide con un milione e mezzo per ogni club: un milione per gestire la stagione e 500 mila euro per le infrastrutture. E sul minutaggio non premierei le società che fanno giocare i giovani in prestito, ma i giocatori del loro settore giovanile”.
Frai vari temi toccati dal dirigente siciliano anche quello della riforma che la FIGC ha in ponte per il sistema calcistico italiano:
"Le riforme per i sapientoni si riducono a trasformare in nulla la Serie C. Pensate che la C si è ridotta già da 90 a 60 squadre, il problema è l’approvvigionamento, bisogna rendere autonome le società di C. Di fatto però parliamo di un campionato di spessore, guardate quanti giovani sono passati dalla C che oggi giocano in Serie A. Basterebbe poco per portarne sempre di più. Obbligare ad esempio tutte le squadre di A ad avere la seconda squadra. Per le squadre di Serie A ci sarebbe il vantaggio di gestire i giovani, pagando un contributo d'ingresso da due milioni all’anno si creerebbe un budget di 40 milioni, aggiungendoli ai 30 che ha a disposizione la Serie C si avrebbe un monte da 70 milioni. Lo si divide con un milione e mezzo per ogni club: un milione per gestire la stagione e 500 mila euro per le infrastrutture. E sul minutaggio non premierei le società che fanno giocare i giovani in prestito, ma i giocatori del loro settore giovanile”.
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