Tacchinardi a RBN: “Ci sono giocatori non da Juve. Allegri va cambiato. Su Thiago Motta...”

Ancora vive le discussioni post Derby della Mole, in primo piano la solita prestazione a doppia faccia della squadra. I bianconeri hanno ottenuto 11 punti in altrettante giornate di campionato. Ora serve un cambio di marcia per ottenere la qualificazione aritmetica alla prossima Champions League e bisogna puntare alla Coppa Italia. Inevitabili i discorsi sul futuro di Allegri che pare ormai giunto al capolinea. Resta sempre in pole position Thiago Motta come possibile successore. Sul fronte del mercato, la permanenza o meno di Rabiot potrebbe condizionare le scelte per il centrocampo, Koopmeiners obiettivo numero uno, ma potrebbe non bastare. Occhio a possibili ingressi in società di un ex calciatore della Vecchia Signora per supportare Giuntoli. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve Alessio Tacchinardi.

Questa l'analisi di Tacchinardi sulla Juve degli ultimi tempi: “In questi ultimi tempi i bianconeri onestamente non mi stanno entusiasmando. Nelle ultime due gare ho rivisto finalmente una Juve dinamica, aggressiva che però è durata una sola frazione di gioco. Ormai da tantissimo tempo abbiamo la speranza di vedere una squadra diversa, invece riesce a giocare poco in modo intenso, non è vincente per 90 minuti e sinceramente sono deluso. Mi aspettavo una crescita, invece dall'Empoli in poi è andata in difficoltà. Locatelli ha ammesso che la mazzata contro l'Inter è stata forte, ma nella gara precedente proprio contro i toscani poteva giocarsi il campionato, invece ha steccato in casa. Contro i nerazzurri ci può stare di perdere, ma in generale mancano atteggiamento, predisposizione a voler fare qualcosa di più per questa maglia. Chi la indossa deve provare a vincere. La Juve non mi esalta, il prodotto ormai è questo, continuiamo a sostenerla, come tutti i tifosi spero sempre in qualcosa di meglio, ma non arriva mai, a prescindere dalle occasioni sbagliate da Vlahovic clamorosamente contro il Torino. Si può anche perdere, ma è proprio l'impronta che non viene data alla squadra”.

Nel podcast l'intervento integrale