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Sconcerti sul Corsera: "Italia, per diventare grandi serve un attacco vero. Marchisio il migliore, è l'unico che s'inserisce"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
sabato 8 ottobre 2011, 18:00Altre notizie
di Redazione TuttoJuve
per Tuttojuve.com

Sconcerti sul Corsera: "Italia, per diventare grandi serve un attacco vero. Marchisio il migliore, è l'unico che s'inserisce"

Sulle colonne del "Corriere della Sera", Mario Sconcerti ha analizzato la prestazione della Nazionale italiana contro la Serbia, esaltando lo juventino Claudio Marchisio e denunciando i limiti offensivi della squadra di Cesare Prandelli. Ecco il commento del giornalista: "Buona partita, ottima per venti minuti, poi la Serbia ha capito che doveva aspettarci, non attaccarci, e il gioco è finito. Buono anche il risultato. L’Italia di Prandelli conferma il gran lavoro compiuto in un anno ma anche i limiti che restano. C’è qualità, non agonismo, la squadra gira molto e tira poco. È una squadra che sembra sempre sul punto di decollare ma si ferma un attimo prima. Quando giocano di prima come quasi sempre a inizio partita, gli azzurri danno l’idea di essere vicini a una grande organizzazione di gioco. Cassano e De Rossi partono quasi in linea con i centrocampisti, c’è a metà campo una superiorità numerica netta, cercata e ottenuta con uno studio del gioco insolito per una nazionale. Ma quello che guadagniamo nel mezzo lo paghiamo nella mancanza di un reparto offensivo e nella mentalità. Rossi è solo e leggero, Cassano non è una vera punta, sono entrambi dei trucchi che servono a non dare riferimenti e a far entrare improvvisamente in area i centrocampisti. Ma questo è un gioco che per adesso sa fare solo Marchisio, di nuovo il migliore. Pirlo tiene sempre il pallone ma non incide, De Rossi resta lontano, Montolivo copre soprattutto la zona di Marchisio. La squadra è già buona, ma non è questa, manca un vero gioco di attacco.

L’Italia non tira mai, si guarda un po’ troppo giocare, è sempre superiore agli avversari, ma anche un po’ inutile. È l’ultimo scalino che Prandelli deve salire. Se trova un reparto, uomini di punta che si integrino con la buona manovra della squadra, possiamo tornare a pensare in grande. Osvaldo in teoria questo sa farlo, anche Rossi, ma non da solo. Il gioco degli inserimenti a catena sacrifica centravanti stabili come Pazzini e Gilardino. Ma nei finali di partita la forza può decidere anche se ha meno grammatica. Intanto l’arrivo prepotente di Marchisio ha messo in difficoltà Montolivo, fuori posizione dietro le punte. Dovrebbe scambiarsi con Marchisio, ma non gli viene, è questo che gli manca, la personalità negli ultimi trenta metri. Sceglie la facilità di tocco a metà campo. In sostanza, abbiamo una buona squadra. Per i pochi italiani che giocano al calcio, è anzi quasi miracolosa per ordine e qualità media. Siamo ancora un po’ leziosi, come ci mancasse un’ideologia davanti al calcio autocratico degli altri. Ma forse c’è ancora tempo".