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tmw / juventus / Gli eroi bianconeri
Gli eroi in bianconero: Fabio QUAGLIARELLATUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 31 gennaio 2015, 10:36Gli eroi bianconeri
di Stefano Bedeschi
per Tuttojuve.com

Gli eroi in bianconero: Fabio QUAGLIARELLA

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia

Approda a Torino nell’agosto del 2010, proveniente dalla “sua” Napoli (essendo nato a Castellamare di Stabia) e suscitando le ire dei tifosi partenopei, che non vanno tanto per il sottile e lo definiscono un traditore. Nemmeno i fans juventini sono molto contenti: si aspettavano un attaccante di grande prestigio, non quello che definiscono un ripiego. Tanto per peggiorare la sua situazione, Fabio non può nemmeno essere utilizzato in Europa League, avendo disputato i preliminari con il Napoli. Quagliarella non si scompone e, a suon di reti, conquista immediatamente la Torino bianconera. Si comincia con la Samp, quindi un fantastico goal di tacco a Udine, uno nel 4-0 rifilato al Lecce, a San Siro contro il Milan di testa, poi infila il Cesena, il Brescia, il Lecce (due volte) e, infine, il Chievo in rovesciata. In totale nove reti in sedici partite! Ma il destino è in agguato: 6 gennaio 2011, si gioca Juventus-Parma. Dopo pochi minuti si accascia a terra con un urlo lancinante: il legamento crociato anteriore destro è partito, la sua stagione è finita! E, in pratica, termina anche quella della Juve targata Delneri. La compagine bianconera, infatti, priva del suo bomber, non riesce a migliorare la posizione dell’anno prima, arrivando nuovamente settima. A nulla valgono le reti dei nuovi attaccanti: Alessandro Matri e Luca Toni.
Quando torna in campo, il 15 settembre contro il Catania, tutto è cambiato. In panchina siede Antonio Conte, è arrivato Mirko Vučinić, e Fabio è spesso relegato fra le riserve. Logico che diventi difficile per lui riprendere il normale ritmo partita, poiché Matri sta facendo bene e c’è sempre Ale Del Piero, pronto per qualsiasi evenienza. In pratica, in soli sei mesi, da bomber principe diventa la quarta scelta. Qualche sprazzo di gloria arriva ugualmente, soprattutto nel finale di stagione: i suoi goal sono decisivi per la conquista del suo primo scudetto. «Per me è il primo scudetto ed è una gioia incredibile. Siamo anche imbattuti ed è incredibile.

Il pensiero va alla mia famiglia, che mi è sempre stata vicina anche nei momenti difficili. Condivido la vittoria con loro. Conte fin dall'inizio ci ha dato fiducia a rotazione e ci ha sempre motivato alla grande per farci rendere al meglio. Tutti abbiamo remato dalla stessa parte e i risultati ci hanno ripagato del lavoro e dei sacrifici».
Scudetto vuol dire Champions League e Fabio non si fa sfuggire l’occasione: contro il Chelsea, nel debutto del girone, segna la rete del definitivo 2-2, dopo che i “Blues” erano stati in vantaggio per 2-0. Ancora un goal in Champions (nel 4-0 rifilato ai norvegesi del Nordsjælland), e contro il Chelsea a Torino, nel rotondo 3-0 che, di fatto, qualifica i bianconeri alla fase successiva. Segna anche contro il Celtic, nella partita di ritorno vinta per 2-0. Anche in campionato timbra più volte il cartellino: memorabile la partita di Pescara. Segna tre goal (uno favoloso in rovesciata) e regala due assist a Giovinco e Asamoah. Al termine della stagione può festeggiare il nuovo scudetto assieme ai compagni: trentacinque partite e tredici reti è il suo bottino.
Nonostante un buonissimo inizio di stagione (goal in Champions al Copenaghen e al Galatasaray e a Verona contro il Chievo), i rapporti con Conte si incrinano e sono tante le partite che Fabio guarda dalla panchina o dalla tribuna. Tanto è vero che, da gennaio in poi, scende in campo solo quattro volte e per pochi minuti. Mette in bacheca il terzo scudetto consecutivo, ma la voglia di festeggiare è poca. Va da sé che Fabio decida di trasferirsi, trovando l’accordo con il Torino. Con una nota apparsa sul suo sito ufficiale la Juventus ringrazia Quagliarella per i quattro anni trascorsi assieme: «Quando nel 2010 era arrivato alla Juve, Quagliarella era un giocatore estroso, ammirato, ma ancora in cerca di una definitiva consacrazione. Ora, dopo quattro stagioni e soprattutto, tre scudetti e due Supercoppe Italiane, chiude la sua avventura in bianconero da campione affermato».