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tmw / juventus / Gli eroi bianconeri
Gli eroi in bianconero: Pio FERRARISTUTTO mercato WEB
lunedì 2 marzo 2015, 10:07Gli eroi bianconeri
di Stefano Bedeschi
per Tuttojuve.com

Gli eroi in bianconero: Pio FERRARIS

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia

La strada scelta de Pio Ferraris, per arrivare al goal, era quella della tecnica e dell’astuzia. Dicono gli esperti che tecnico si diventa e che cannoniere si nasce; è vero per tutti o quasi tutti, perché il longilineo Pio era nato con il doppio dono, quello della tecnica e quello del senso del goal. Pio Ferraris segnava molte delle sue reti da posizioni cosiddette impossibili, proprio perché “sentiva” il goal in una impercettibile frazione di tempo e sapeva far coincidere il pensiero con l’azione e l’idea del tiro con la sua esecuzione immediata. Ferraris era tra quei giocatori che seguono gli inviti della palla assai meno di quanto obbediscano alle suggestioni ed alle folgorazioni dell’istinto.
La caratteristica più interessante del gioco di Pio Ferraris era il suo continuo imprevisto; Pio Ferraris possedeva tutti i requisiti che occorrono per comporre la figura dell’atleta originale che da nessuno ha imparato e che a nessuno insegna perché il gioco, per lui, era un mezzo naturale ed incomunicabile di manifestarsi in tutta la pienezza dei suoi pochi difetti e dei suoi tanti pregi.
Sicuramente ha contribuito alla maggiore fortuna di Ferraris anche il fatto di poter giocare in una Juventus che si era ormai arricchita di giocatori valenti ed esperti, primi fra tutti Giriodi e Grabbi, per tacere di Bigatto, Barale e Gallo.
Pio Ferraris, oltre a 66 partite nella Juventus con 38 reti, giocò quattro partite in nazionale e, guarda caso, tutte all’estero, tre ad Anversa ed una ad Amsterdam.

Esordì nel torneo olimpico i contro la Francia, il 29 agosto 1920, ed in quella squadra c’erano anche i suoi amici juventini Giacone e Bruna. Nella terza gara, quella disputata il 5 maggio 1921 ad Anversa contro il Belgio, a Ferraris toccò l’onore di siglare la rete della vittoria del 3-2, dopo la favolosa rimonta degli azzurri che a metà del secondo tempo soccombevano per 0-2.
Vale la pena ricordare quel goal: all’ultimo minuto della partita, con le squadre sul 2-2, l’arbitro francese Gérardin concesse un calcio di rigore ai belgi; il portiere italiano Campelli parò il tiro di Bragard e, sulla respinta, la palla giunse a Ferraris, appostato nel cerchio di centrocampo. Fuga velocissima, dribbling secco sul centromediano avversario e folgorante tiro nell’angolo basso, che lasciò di stucco il portiere belga De Bie; un goal che il pubblico belga avrebbe ricordato per molti anni.
Pio Ferraris era un giocatore tecnico ed uno stilista; sufficientemente mobile, astuto, abile stoccatore, impersonava il tipico centrattacco. Avanzava rapidamente verso l’area avversaria con il corpo oscillante, in modo che non si sapesse mai se in quel momento l’azione finisse o cominciasse; aveva un palleggio morbido, sicuro, eseguito in controtempo, un senso del goal innato ed un tiro improvviso e molto potente.