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Gli eroi in bianconero: Riccardo CARAPELLESETUTTO mercato WEB
sabato 10 luglio 2010, 09:25Gli eroi in bianconero
di Stefano Bedeschi
per Tuttojuve.com

Gli eroi in bianconero: Riccardo CARAPELLESE

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia

Riccardo Carapellese, è ricordato come un irrequieto nomade del pallone; iniziò, infatti, la carriera nello Spezia, per poi indossare la casacca nerostellata del Casale, quindi quella del Vigevano, del Como e del Novara, approdando infine al Milan. Sempre in alta Italia, dunque. E quando la squadra del “Grande Torino” perì a Superga, Carapellese accettò di buon grado l’ingaggio da parte della rinnovatissima formazione granata.
All’inizio della stagione 1952/53 arrivò alla Juventus. Gli bastavano, quando era in vena, il suggerimento di un mediano, il lancio di un terzino, una qualsiasi situazione tattica favorevole, per farlo diventare un “cavallo grigio” della squadra, cioè un destriero di pelo insolito che gli scommettitori avveduti degli ippodromi non trascurano mai, pena le conseguenze amare della sorpresa. Sorprendente ed inatteso era il modo con il quale “Carappa” era solito impostare la sua azione, prettamente individuale. Uncinava il cuoio con uno stop sicuro ed efficace; in un baleno valutava la situazione, misurava la distanza e contava gli avversari.

La sua manovra non obbediva mai a regole fisse, a schemi didattici; nasceva, viveva e si concludeva al puro stato di invenzione e proprio per questo risultava irripetibile ed imprevedibile. Se qualcuno avesse avuto modo di seguire e marcare con il gesso sull’erba il percorso dell’azione di Carapellese, si sarebbe trovato una varietà di disegni, di tracciati e di ghirigori. Il tiro finale, per lo più irresistibile, anche se talora viziato dall’errore di mira, era la risultante di una miscela di serpentine e di guizzi, di andate e di ritorni, di rettilinei e di svolte, di imbrogli e di burle.
La partita, per tutto il tempo della durata dell’azione di Carapellese, si arrestava e si bloccava, quasi estasiata ad osservarla e diventava esclusivamente sua; il potere di suggestione che Riccardo sapeva esercitare sui compagni e sulla folla era tale che il goal, quando arrivava, esplodeva in un grandissimo abbraccio e acclamazione.
Nella Juventus di quell’epoca, Carapellese ebbe compagni illustri: Boniperti, Parola, Muccinelli, Mari, Corradi, Viola, John Hansen e Praest. Giocò all’ala sinistra e sulla fascia destra, ora al posto di Praest, ora con la maglia di Muccinelli; lo sperimentarono anche come centrattacco, sostituendo “Bibi” Vivolo. Si trovò tra i campioni in senso assoluto, ma non sfigurò mai; anzi, la presenza di tanti fuoriclasse lo esaltò al punto di risultare sempre tra i migliori in campo.
Terminata la carriera diventò allenatore dei ragazzi; lasciò a loro il ricordo di un uomo che amava stare insieme ai giovani, ad insegnare come vivere questo sport, fuori e dentro il campo. Un maestro di vita, che amava dare senza chiedere.