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Impavido e provvidenziale: il bomber che ha conquistato TorinoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 25 maggio 2016, 10:45Primo piano
di Caterina Baffoni
per Tuttojuve.com

Impavido e provvidenziale: il bomber che ha conquistato Torino

Era arrivato a Torino tra il grande scetticismo di chi affermava che se fosse stato un vero talento il Real non lo avrebbe lasciato partire. Oggi, sarebbe riduttivo soppesare punti di forza e sfumature negative di un bomber spagnolo che ha dimostrato di essere tra i più grandi in Europa. 

Da molto tempo è lui l'argomento di discussione per ambiente e tifosi: il suo ritorno a Madrid è ormai evidente e imminente, ma a conti fatti le valutazioni possono condizionare in maniera minore le decisioni dei protagonisti della vicenda. Questi due anni in bianconero hanno tracciato la strada giusta e veritiera per Morata, anche sulla base di ciò che ha ottenuto la Juventus grazie alle sue prestazioni. Dopo la splendida stagione dello scorso anno, culminata con lo scettro da bomber di Champions, quest'anno era chiamato a mandare un segnale e a dare una scossa alla stagione personale per tornare quello che nella scorsa stagione aveva fatto innamorare buona parte dell’opinione pubblica bianconera e non solo. E Alvaro non ha tradito le aspettative. Dopo una lunga pausa dal gol, incentivata da problemi personali, è tornato ad essere la punta spietata e decisiva al momento giusto. Con 7 goals stagionali da subentrato è stato il miglior realizzatore della Serie A, supportato da altri 3 gol in Coppa Italia e 2 in Champions League.

Eppure, il dilemma è servito sul piatto. Causa mercato con largo anticipo, l'attaccante numero 9 è destinato a surriscaldare l’estate bollente bianconera. Restare alla Juventus per consacrarsi una volta per tutte oppure tornare alla casa base a Madrid per poi, presumibilmente, essere spedito altrove? Alvaro Morata avrà tutto il tempo necessario per rifletterci. E lo stesso farà la Juventus, che in ogni caso dovrà accettare scelte e condizioni altrui nel rispetto della clausola. Ma probabilmente, la rete siglata contro il Milan che è valsa l'undicesimo trofeo vinto dalla Signora in Coppa Italia è stato il migliore dei modi per congedarsi da Madama e i suoi supporters. 

Oggi ci si interroga sui pro e i contro, evidenziando i pregi di Morata e al tempo stesso rimembrarne i difetti. Difficile dire con certezza da che parte penda la bilancia, anche perché il divario non è così netto: si danza tra le potenzialità di un bomber che, specialmente in Champions, ha lasciato il segno in un anno e mezzo di Juve. Tuttavia le perplessità - azzerate nella passata stagione - sono lievitate di fronte all’incostanza mostrata in questa annata. La discontinuità gli è costata pure il posto da titolare a favore di Mario Mandzukic.

La stagione di Morata è stata dunque a due facce. Uomo-Champions all’inizio con le reti pesantissime a Siviglia e City. Poi il calo, con la Juventus che per risalire dall’inizio di campionato da incubo ha fatto maggiore affidamento sulla coppia Mandzukic-Dybala. Qualche gol alternato a prestazioni sotto tono e spesso è apparso anche poco concentrato e fuori dagli schemi bianconeri. Dopo la doppietta all'Inter in Coppa Italia (quando disse che finalmente "aveva messo i problemi alle spalle") contro il Bayern Monaco, nella gara di ritorno degli ottavi di Champions, sembra esserci stata la svolta. Prestazione da incorniciare, tanto che molti tifosi juventini non hanno mandato giù la sua sostituzione per un Mandzukic parso fuori forma. Dopo quattro giorni Alvaro si è rivelato fondamentale contro il Torino, con un gol di classe e uno da attaccante vero, quando per il 4-1 finale ha sfruttato il senso della posizione dentro l’area avversaria. Una curiosità è però degna di essere evidenziata: in questa stagione, quando Morata ha segnato la Juve ha sempre vinto. Un talismano, sia in Serie A che in Champions che in Coppa Italia. Torino, Inter, Chievo, Bologna, City e Siviglia e Milan: queste le vittime stagionali dello spagnolo. E chissà come sarebbe andata a finire a Monaco se il suo gol contro il Bayern non fosse stato annullato per fuorigioco che non c'era...

 Indipendentemente dalle opinioni, la Juventus andrebbe eventualmente a perdere un attaccante di indubbio valore nell’immediato, ma anche dal potenziale ancora tutto da scoprire. Morata infatti ha 23 anni e può crescere ancora. Vede la porta, è inserito nel sistema bianconero ed è parte integrante (e ben integrata) dello spogliatoio. Inoltre dispone di una versatilità piuttosto rara per il ruolo e, specialmente nella passata stagione, ha dimostrato di poter essere decisivo quando il pallone scotta in sfide da far tremare i polsi pure ai veterani.Ma lui non ha paura. Non gli manca il sangue freddo. Al di là delle vicende private - le quali peraltro sarebbero sistemate - Morata ha perso il posto da titolare e non ha sprigionato quella grinta che sarebbe stato lecito attendersi, ma ogni qual volta è stato chiamato in causa, si è sempre fatto sentire. I suoi scatti a velocità straripante, e il suo guizzo ad arpionare la sfera in area, sono doti che ha sempre fatto emergere con la freddezza di chi sa di avere dei "piedi buoni".

 Soppesare punti di forza e sfumature negative del bomber spagnolo serve soprattutto come argomento di discussione per ambiente, giornalisti e tifosi, ma a conti fatti le valutazioni possono condizionare in maniera minore le decisioni dei protagonisti della vicenda. 

L'unica cosa certa, è che Álvaro Borja Morata Martín, nato a Madrid nell'ottobre del 1992, è un prescelto. Provvidenziale, risolutivo, determinante, talvolta essenziale. Sempre in grado di poter decidere grazie ad un guizzo vincente una partita, che sia una semifinale di Champions League contro la ex squadra o una finale di Coppa Italia al primo pallone toccato contro un'avversaria "affamata" e più ostica del previsto.

 Con innate e spiccate doti naturali per dimostrarlo ancora. Ma questo il mondo Juve lo sa già.