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Dani Alves il nome giusto per l'Europa, Mascherano anche ma non arriverà. Lichtsteiner ha le valigie pronte: se parte, due alternative. Morata via, chi al suo posto? La Juve deve capire cosa vuole fare da grande
martedì 31 maggio 2016, 00:00Il punto
di Ivan Cardia
per Tuttojuve.com

Dani Alves il nome giusto per l'Europa, Mascherano anche ma non arriverà. Lichtsteiner ha le valigie pronte: se parte, due alternative. Morata via, chi al suo posto? La Juve deve capire cosa vuole fare da grande

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Sedicente avvocato e dottore di ricerca; scrive sul computer, sull’iPad e sui fogli di carta. Ma anche su TuttoMercatoWeb.com

Vincere aiuta a vincere, dice la mai vecchia saggezza popolare. Un vincente aiuta a fare il passo in avanti per il definitivo salto di qualità. Il vincente è Dani Alves, chi cerca il salto di qualità è la Juventus. L'arrivo, ormai prossimo, del brasiliano, trova la sua spiegazione fuori dal campo, prima ancora che dentro. Certo, è un ottimo giocatore da qualsiasi punto di vista, se si guarda al lato economico è un'operazione più che conveniente, ma è anche un brasiliano classe '83 all'ultimo contratto di un certo livello della sua carriera. Qualche dubbio sarebbe lecito, ma è l'attitudine a vincere, che a questa Juventus manca soltanto in campo europeo, il peso che sposta la bilancia dalla parte dei pro: perché Dani Alves ha tre Champions League in bacheca, una in più della Juventus. Non è un caso, che nel cercare un esterno destro la dirigenza bianconera abbia puntato su di lui. Biennale con possibile opzione, più verbale che scritta, per il rinnovo, zero euro al Barcellona: l'operazione è in dirittura d'arrivo. Qualche solone della tattica nostrano si dimostrerà scettico sulle possibilità di adattamento a un calcio molto diverso da quello spagnolo, ma la verità è che nella mediocre Serie A del terzo millennio, per quanto duro sia da ammettere, uno coi piedi di Dani Alves potrebbe anche giocare da trequartista e fare comunque la differenza. Come si è arrivati a questa operazione? Due ragioni, abbastanza chiare a questo punto. La prima, di carattere economico: la Juventus cercava un nome in grado di alzare l'asticella a livello europeo, che portasse la giusta esperienza e la già menzionata attitudine a vincere anche quando si tratta di valicare le Alpi. L'unico reparto in cui, senza grosse cessioni, potesse avvenire un acquisto di questo tipo era la difesa: impatto relativo sul bilancio e buone garanzie di adattamento al meccanismo più rodato del modulo juventino, in attesa di verificare se sia possibile portare a casa un colpo da 90 anche in avanti, arriva quello nel reparto arretrato. L'altra spiegazione è un po' più dura da mangiare giù. Perché di fatto la Juventus si appresta a cambiare la sua intera cerniera di destra: Juan Cuadrado tornerà al Chelsea e su questo non sembrano esservi grossi dubbi. Ma a salutare dovrebbe essere anche Stephan Lichtsteiner: nei giorni lo svizzero aveva pubblicato sui social network un messaggio sibillino. Chi vi scrive aveva grossi dubbi sulla dietrologia della prima ora, ma nelle ultime ore si è svelato il pressing del Paris Saint-Germain e dello stesso Chelsea. Nonostante le rassicurazioni di Giuseppe Marotta, se arrivasse un'offerta di un certo livello (dai 10 milioni in giù, investimenti da 15-20 milioni per un classe '84 sono impensabili), il Pendolino elvetico potrebbe partire, a maggior ragione ora che la corsia destra ha già un nuovo titolarissimo. Per sostituire l'ex Lazio, la Juve guarda soprattutto al mercato italiano, con due idee più calde delle altre. La prima porta a Mattia De Sciglio: un pallino di Massimiliano Allegri, convinto di poterlo riportare ai fasti degli esordi. L'altra a Cristian Ansaldi: entro la giornata odierna il Genoa lo deve riscattare dallo Zenit San Pietroburgo, non è da escludere che possa farlo con la complicità dei bianconeri, pronti a mettere un altro giocatore nella propria orbita. In entrambi i casi, sarebbero soluzioni più che convincenti: entrambi abbastanza giovani, entrambi già avvezzi alla Serie A, entrambi accessibili a livello economico (più Ansaldi di De Sciglio). 

Tornando sull'asse Torino-Barcellona, di un altro giocatore si è parlato tanto: Javier Mascherano. El Jefecito sarebbe un altro acquisto chiave per la campagna Champions, ma il suo arrivo è molto meno probabile. È stanco di giocare a centrocampo, dice chi ha letto le sue dichiarazioni; chi le ha lette un po' meglio potrebbe far notare che in realtà ha detto che preferirebbe giocare a centrocampo, non proprio la stessa cosa. E non è neanche questo il punto. Perché il Barcellona, in persona del suo allenatore Luis Enrique, lo considera indefettibile per le economie della squadra e ne ha tutte le ragioni. Peraltro, non esiste alcuna clausola come quella che consentirà la partenza a parametro zero di Dani Alves e quindi l'esborso dovrebbe aggirarsi sui 20 milioni di euro o su di lì. Soldi che sarebbero ben spesi, perché Mascherano è un altro di quei giocatori in grado di fare la differenza se l'obiettivo è la vittoria, ma che la Vecchia Signora preferirebbe investire altrove. Non in Axel Witsel, che costa troppo rispetto alla resa, magari in Miralem Pjanic: il bosniaco è più acerbo dell'argentino e si dice che nelle partite decisive si perda nel nulla. Non che la Roma ne abbia giocate molte di recente. A livello tecnico, Pjanic sarebbe la ciliegina perfetta sulla torta bianconera, a meno che non nasconda l'amara sorpresa di una cessione eccellente. E arriviamo all'altro punto doloroso, anche se non si parlerà né di Pogba né di Dybala. Alvaro Morata è sempre più lontano dalla Juventus. È un dato di fatto, inutile nasconderlo, anche a costo di smentire quanto scritto in precedenza. Perché da queste parti ci si era sempre detti convinti che lo spagnolo sarebbe rimasto: sotto tanti aspetti, era la scelta più logica, per tutti i club coinvolti. Ma ora lo scenario sembra volgere al peggio, almeno per chi è convinto che rimpiazzare Morata non sarà affatto semplice. La Juventus farà un ultimo tentativo per convincere il Real Madrid a mollare la presa, poi, se dovesse andare male, cercherà di convertire quei 30 milioni di euro in muscoli e tecnica. Isco è un'altra idea, ma lui e Pjanic si escludono. Non tanto a livello tecnico, perché ricoprono ruoli diversi, ma a livello di armonia di squadra: due colpi di un certo livello a centrocampo non sono ipotizzabili, a meno che non parta Pogba. Morata via, la Juve resta col cerino in mano? Non proprio. Domenico Berardi è già un acquisto praticamente certo, ma il modulo ideale per il 4-3-3. E per l'altro esterno, la dirigenza bianconera ha due strade: snaturare Dybala, che non sembra la più convincente. Oppure pensare in grande. E in questo caso Alexis Sanchez resta il nome più giusto tra tutti quelli ipotizzati. Si tratta di pensare in grande, appunto, anzi in grandissimo. Ma questa Juventus deve davvero decidere cosa vuole diventare.