Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Primo piano
ESCLUSIVA TJ - Gigi Delneri: "Vi racconto come nacque l'operazione Barzagli. Pogba? Senza Tevez hanno vinto lo stesso. E sul 2011..."TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 9 luglio 2016, 09:30Primo piano
di Mirko Di Natale
per Tuttojuve.com

ESCLUSIVA TJ - Gigi Delneri: "Vi racconto come nacque l'operazione Barzagli. Pogba? Senza Tevez hanno vinto lo stesso. E sul 2011..."

La Redazione di TuttoJuve.com ha contattato, telefonicamente, in esclusiva l'ex allenatore bianconero, Gigi Delneri, che in una lunga chiacchierata ha parlato di Juventus e non solo:

Buongiorno mister, che opinione si sta facendo di questa Juventus?

"La Juve sta cercando di migliorare, ha un organigramma molto importante. Dani Alves è un esterno importante, Pjanic è un giocatore di grande qualità a centrocampo che potrà diventare fondamentale nello scacchiere tattico dell'allenatore. Leggevo anche di Benatia, ma questi acquisti consentiranno di rimpolpare quei settori in cui c'era bisogno di tirare il fiato".

Con questi acquisti, secondo lei la distanza tra la Juve e le altre aumenterà ancora?

"Le altre stanno costruendo, la Juve ha già costruito. Ma esistevano già delle distanze. E' anche questione di mentalità a far la differenza, oltre che la struttura in essere a dare qualità ad una società stabile. E sono anche i tanti impegni che consentono, poi, di avere un continuo bisogno di ricambi all'altezza. L'unico tassello che manca alla Juve è la Champions League".

Venderebbe Pogba di fronte ad un'offerta di oltre cento milioni di euro?

"Per vincere non dovresti vender nessuno, dovresti solo acquistare e basta. Però la Juve ha dimostrato che pur vendendo Tevez il risultato non è cambiato, idem Pirlo e Vidal che sono due giocatori fondamentali per ogni squadra. Ma l'ambiente bianconero è già pronto a far conoscere ai nuovi arrivi quella che è la propria mentalità".

Devi esser bravo anche a reinvestire questi eventuali soldi...

"Alla lunga bisogna fare i conti con le esigenze societarie dettate dal bilancio, ma la società ha le idee chiare a tal proposito. Pian piano stiamo entrando nell'era in cui il nuovo Buffon non lo trovi più, ecco perchè quando acquisti dei giocatori devi trovare dei campioni. E qui la Juve, nel farlo, mi è sembrata davvero molto brava. Buffon, per esempio, è stato il dopo Zoff e non è costato poco, ma è valso i soldi che la dirigenza spese per lui".

Avallerebbe l'acquisto di Alexis Sanchez per l'attacco?

"E' un giocatore che sta facendo molto bene, può fare la seconda o la prima punta. In generale, dipenderà molto dal modulo con cui si disporrà la squadra perchè bisognerà capire se ci sarà l'esigenza di far ambientare determinati giocatori con determinate caratteristiche visto che c'è qualità in ogni reparto. Moduli? La squadra non ha cinquantamila idee, altrimenti si crea solo confusione. La squadra ha due o tre idee bene in mente che consentono di trarre profitto da ogni singolo giocatore. La mia è un'idea generale di colui che osserva da fuori la situazione".

Luca Marrone, che lei ha allenato a Verona nell'ultima stagione, potrebbe esser pronto per poter far parte di questa squadra?

"Marrone ha fatto le sue esperienze e penso che adesso verrà valutato dalla società. Sinceramente non saprei rispondere a questa domanda, qui si parla di un contesto in cui ci sono giocatori di esperienza e di qualità. Potrebbe rientrare in corsa per un discorso di rosa ampia, perchè penso che il centrocampista è un ruolo determinante nelle due fasi e molto delicato".

Che ricordi ha dell'anno in cui ha allenato la Juventus?

"Fu un anno di rifondazione, non comunista (ride ndr). Secondo il mio punto di vista, il girone di andata fu molto buono ma in quello di ritorno si innescarono una serie di situazione come gli infortuni di Quagliarella, De Ceglie e Iaquinta. Ci furono portati via giocatori determinanti nei momenti topici della stagione, senza dimenticarci che non avevamo una rosa da Scudetto. Si poteva fare di più".

Da scudetto no, ma da quarto posto sì...

"In quella Juve giocavano molti giovani calciatori come Giandonato, Sorensen, Buchel, Camilleri che avevano poca esperienza ed erano sottoposti a stress non abituali per loro. Avevamo anche l'Europa League, è vero che non abbiamo mai vinto ma è anche vero che non avevamo mai perso. Uscimmo indenni dal doppio match con il City allenato da Mancini, senza giocatori importanti come Quagliarella ed Aquilani che non potevano giocare quel trofeo. L'unica pecca, a mio modo di vedere, è stata quella di non sapere gestire diverse partite che alla fine ci hanno fregato. Perchè vincevi 2-0 e non sei riuscito a mantenere il vantaggio, parlo di quelle sfide con Catania, Chievo e anche Cesena. Il quarto o il quinto posto era senza dubbio abbordabile, con un po' più di attenzione si poteva centrare quell'obiettivo che sarebbe arrivato senz'altro con la rosa al completo".

Di quel campionato, mister, ricordo una Juve discontinua così come Lazio e Udinese che erano le altre pretendenti. E quelle sfide che prima citava lei...

"Furono sfide che potevano dare la svolta al nostro campionato. Vittoria all'Olimpico? Sì, la ricordo così come le vittorie in casa della Roma, le vittorie con Inter e Milan. Una squadra che perlomeno ha combattuto, ha avuto alti e bassi, ha avuto problemi psicologici ma ci sono state cose buone e altre meno buone. Fu il primo anno di Barzagli, di Bonucci e di altri giocatori, Buffon veniva da un problema alla schiena che non gli consentì di giocare tutte le partite. Non era semplice, dopo diversi mesi, riprendere dimestichezza coi pali. E non dimentichiamoci di Krasic, che non era l'ultimo arrivato. Insomma, in conclusione, posso affermare che è stata un'esperienza buona per conoscere il mondo Juve".

E' stato una sorta di precursore perchè la Juve ha iniziato a vincere subito dall'anno successivo. Se lo aspettava?

"Sì, lo avevo detto ai giocatori prima di andarmene che avrebbero vinto. C'era coscienza di ciò che stava per diventare la Juventus, poichè si stava costruendo qualcosa di importante. Si vedeva che c'era voglia di ripartire, poi è chiaro che nella Juve importa chi veste quella maglia perchè c'è differenza se la dieci viene indossata da Delneri rispetto a Platinì (ride ndr). I giocatori, quell'anno, avevano dato il massimo delle proprie potenzialità ma sappiamo bene quanto a Torino conti vincere".

Curiosità: in quel mercato invernale del 2011 vennero accostati alla Juve i nomi di Pazzini, poi accasatosi all'Inter, e Adebayor. Ci fu qualcosa di vero?

"No, nulla di vero. Ci fu solo il nome di Matri che era il profilo che ci interessava, l'ex Cagliari non fece nemmeno molto male perchè realizzò nove gol in campionato".

E invece come nacque l'operazione Barzagli?

"L'operazione Barzagli nacque perchè conoscevo bene il calciatore che avevo allenato ai tempi del Chievo, era di sicura affidabilità anche se all'epoca veniva da un grave infortunio. Doveva recuperare da quel problema e non è mai facile riprendersi subito, sono aspetti che fuori vengono ignorati. Ma invece si realizzò un acquisto super azzeccato, un giocatore di sicura prospettiva che secondo noi poteva dare stabilità al reparto arretrato".

Come vede il suo futuro? Allenerebbe anche all'estero?

"Vediamo un po' come andranno le cose. C'è stata l'esperienza a Verona, qualche soddisfazione ce la siamo tolta anche se non siamo riusciti a centrare l'obiettivo primario. Abbiamo lavorato tanto coi giovani: Gollini è andato in Inghilterra, Ionita a Cagliari. Per come è fatto il nostro mondo, bisogna avere pazienza. Offerte? Ci sono stati dei 'pour parler', una toccata e fuga (ride ndr). Aspettiamo cosa succederà e intanto osserverò un po' le altre squadre per conoscere le loro novità".

Ringraziamo Gigi Delneri per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.